Notizie Notizie Italia L’Italia di Meloni, spread e tassi BTP sempre più nel radar Bce-Fmi

L’Italia di Meloni, spread e tassi BTP sempre più nel radar Bce-Fmi

12 Ottobre 2023 13:07

L’Italia di Giorgia Meloni finisce sempre di più nel radar dell’Fmi, con la Nadef che presenta, per il futuro, conti pubblici ancora martoriati da un deficit troppo alto. E finisce ancora di più anche nel radar della Bce di Christine Lagarde, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore dall’esponente del Consiglio direttivo dell’Eurotower Gabriel Makhlouf, governatore della Banca centrale dell’Irlanda.

Parlando da Marrakech, in Marocco, dove procedono le riunioni dell’Fmi, il governatore irlandese ha riferito che la Bce sta monitorando molto attentamente il trend dello spread BTP-Bund, ricordando che, in ogni caso, l’Eurotower dispone degli strumenti adatti a contenere qualsiasi problema dovesse manifestarsi nell’area euro.

L’Fmi preoccupato per taglio tasse del governo Meloni

Oltre ad aver tagliato le stime sulla crescita del Pil italiano, l’Fmi ha lanciato nelle ultime ore più di un avvertimento al governo Meloni, facendo notare come, a suo avviso, il rapporto debito-Pil dell’Italia sia destinato a rimanere ancora al di sopra della soglia del 140%, e anche per diversi anni, almeno fino al 2028:

un motivo più che sufficiente per dare il via a nuovi consigli o ulteriori moniti all’Italia, ‘rea’ di continuare a spendere ancora troppo, a danno delle sue finanze pubbliche.

In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Corriere della Sera il capoeconomista dell’Fmi Pierre-Olivier Gourinchas ha infatti detto che “il saldo primario strutturale di bilancio non sta migliorando abbastanza”. E che dunque, considerando il contesto, il Fondo Monetario Internazionale è un po’ preoccupato per “le proposte di tagli alle tasse o simili”, che “non sembrano andare necessariamente nella giusta direzione”.

L’appello che invita il governo Meloni a stringere la cinghia è arrivato dall’Fmi anche ieri per voce di Vitor Gaspar, direttore del dipartimento di Affari fiscali del Fondo che, parlando anche lui da Marrakech, ha chiesto all’Italia di essere più ambiziosa negli sforzi tesi a far scendere il debito pubblico, che ha superato ormai la soglia di 2,850 trilioni di euro.

“Ai fini dell’aggiustamento dei conti pubblici – ha detto Gaspar, nel corso di una conferenza stampa – è necessaria una maggiore ambizione”.

Il problema, infatti, è che “il debito pubblico scenderà, ma in modo molto lento, e rimanendo ben superiore ai livelli precedenti la pandemia Covid-19″.

LEGGI ANCHE

Nadef e manovra, Giorgetti e quell’ansia deficit-debito. Con trauma Fmi sul Pil

Gaspar ha aggiunto che “due fattori sono cruciali” nel percorso di riduzione del rapporto debito-Pil dell’Italia: fare le riforme, “per aumentare il potenziale di crescita” e “darsi target più ambiziosi”.

Il suo collega dell’Fmi, ha confermato poi i timori del Fondo Monetario Internazionale verso l’Italia:

Gourinchas ha detto infatti al Corriere della Sera che il deficit strutturale dell’Italia, al netto delle spese per interessi, non sta infatti scendendo in modo sufficiente.

L’istituzione di Washington è dunque un po’ preoccupata di quei tagli alle tasse che sono stati promessi dal governo Meloni.

D’altronde, proprio quei tagli alle tasse con cui Meloni & Co. vogliono soddisfare almeno parte delle promesse fatte durante la campagna elettorale, hanno portato il governo italiano a prevedere, così come dimostra la Nadef appena pubblicata, livelli di deficit più alti, sia per il 2023 che per il 2024.

Con l’outlook sul deficit del 2023 che è stato alzato dal 3,7% al 4,3% del Pil, il governo ha chiaramente indicato che il target del deficit-Pil del 3% che dovrebbe essere confermato dal nuovo Patto di stabilità e crescita dell’Ue, in dirittura d’arrivo, sarà centrato soltanto nel 2026.

Di conseguenza, ha detto Gourinchas, sarebbe “auspicabile” che il governo di Giorgia Meloni rivedesse i piani di spesa, prima che la Nadef venga approvata dal parlamento.

Si può pensare a un po’ più di stretta di bilancio. Ma in realtà credo che l’obiettivo debba essere la crescita a medio termine. Questo è l’altro modo per ricreare spazio fiscale”, ha detto l’economista, interpellato da Federico Fubini.

Countdown a giudizi agenzie rating. Con Moody’s si rischia il junk BTP

Tra l’altro, il governo Meloni non può permettersi neanche di osare troppo, non solo per i diktat sul deficit e sul debito che ben presto saranno annunciati dall’Ue, e non ‘solo’, neanche,  per quella montagna di spesa per interessi che sfonderà nei prossimi anni anche quota 100 miliardi di euro: imminenti sono infatti i giudizi che saranno comunicati dalle varie agenzie di rating Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch. Giudizi che, nel caso di Moody’s, rischiano di prendere la forma di una sonora bocciatura dei BTP, fino al  rating “junk”, ovvero spazzatura.

L’Italia rimane osservata speciale dei mercati, con lo spread che ha superato subito dopo la pubblicazione della Nadef anche la soglia di 200 punti, puntando qualche giorno fa a quota 210.

Lunedì 9 ottobre di spread ha parlato anche Bankitalia, per la precisione Sergio Nicoletti Altimari, Capo del Dipartimento Economia e Statistica, nel corso di una audizione alla Camera sulla Nadef, sottolineando che “gli aumenti delle ultime settimane (dello spread BTP-Bund) sono un campanello di allerta, che non deve portare a eccessivi allarmismi, ma a rinforzare lo sforzo per mettere in sicurezza i conti pubblici”.

Sul mercato secondario, intanto, i BTP hanno recuperato terreno rispetto alle ultime sedute, quando i potenti sell off hanno portato i tassi a superare anche la soglia del 5% per la prima volta in più di un decennio.

Nella giornata di oggi, lo spread BTP-Bund oscilla attorno a 195 punti base, a fronte di tassi dei BTP in decisa ritirata rispetto ai massimi della scorsa settimana, attorno al 4,6%.

Dal canto suo, nel commentare l’invito che l’Fmi ha rivolto al governo Meloni, invitandolo a essere più ambizioso nel far scendere il debito pubblico, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha risposto, così, nella giornata di ieri:

“E’ legittimo che il Fondo monetario faccia questo invito. Dopodiché come ho detto e ribadisco, man mano che anche gli esperti leggono il contenuto della Nadef e ancor di più quando leggeranno il contenuto della legge di bilancio capiranno che il governo italiano ha fatto le cose in modo responsabile e serio”.

“Sono molto tranquillo”, ha affermato Giorgetti, sottolineando che con il Fondo “abbiamo già avuto modo di scambiare opinoni durante questo anno di governo”.

Bce: focus su quanto sta accadendo in Italia tra timori e rassicurazioni

Nelle ultime ore, oltre ai rimbrotti dell’Fmi, nuovi commenti sull’Italia sono arrivati dalla Bce, per la precisione dal governatore della banca di Irlanda ed esponente del Consiglio direttivo della Bce, Gabriel Makhlouf.

Parlando anche lui dal Marocco, Makhlouf ha detto che “quanto sta accadendo in Italia ha a che fare sia con il modo in cui i mercati stanno prezzando il rischio domestico, che su come il paese viene considerato rispetto agli altri”.

“E questo è qualcosa – ha aggiunto il banchiere – su cui noi della Bce ci focalizzeremo in modo molto attento”.

L’esponente dell’Eurotower ha ricordato che “parte del nostro lavoro è di assicurarci che la politica monetaria venga trasmessa in tutta l’area euro. E se qualcosa si mette in mezzo, diventa fonte di preoccupazione” sebbene, ha aggiunto Makhlouf, “credo anche che disponiamo degli strumenti adatti a gestire la situazione”.

Il banchiere ha precisato di non credere, comunque, che la politica economia di Giorgia Meloni sia sconsiderata, spiegando tuttavia che è probabile che i mercati siano rimasti turbati da alcune misure adottate dal suo governo:

“La mia impressione è che i mercati temano che il governo sia spendendo troppo”. Ma “credo anche che i mercati siano rimasti spaventati dalla tassa sugli extraprofitti delle banche, che è sbucata dal nulla”.

Ma qualcuno alla Bce minimizza il trend recente dello spread BTP-Bund

Interpellato da Bloomberg, il governatore della banca centrale della Croazia Boris Vujcic, anche lui esponente del Consiglio direttivo della Bce, ha cercato di minimizzare il rialzo recente dello spread BTP-Bund, aggiungendo di ritenere che l’Italia non avrà bisogno del nuovo strumento TPI scudo anti-spread annunciato lo scorso anno da Christine Lagarde.

Gli spread si stanno allargando, ma non troppo”, ha detto Vujcic, riferendosi al fatto che la reazione è stata naturale, viste le revisioni al rialzo delle proiezioni economiche, avvenute con la Nadef.

Anche il governatore belga, Pierre Wunsch, ha minimizzato il recente scatto dello spread, negando che i movimenti possano influenzare il dibattito sulla fine degli acquisti degli asset che la Bce sta tuttora portando avanti con il QE pandemico (PEPP), piano che in teoria dovrebbe scadere alla fine del 2024.

“Dobbiamo pensare a un mondo in cui porremo fine ai reinvestimenti del PEPP – ha detto Wunch, parlando ai microfoni di Bloomberg  – Non voglio trovarmi nella situazione in cui fermarsi poco prima o un po’ più tardi potrebbe fare una differenza enorme, in quanto ciò potrebbe significare che abbiamo un problema”.

LEGGI ANCHE

Bce, doccia fredda su spread e tassi BTP: la frase che gela l’Italia

La Bce sui BTP: per Lagarde l’Italia ha lo spread che si merita

Spread BTP-Bund: troppo alto o troppo basso? Tassi e rischio Italia, l’appello alla Bce

BTP: rating junk Moody’s in agguato. Meloni e i nodi Bce, PNRR, deficit

Giorgetti parla di Bce, inflazione, BTP Valore. La risposta a rischio rating debito