Notizie Notizie Italia Banco BPM, UniCredit, Mps. E la borsa che scommette(va) sul risiko fantasma

Banco BPM, UniCredit, Mps. E la borsa che scommette(va) sul risiko fantasma

15 Giugno 2023 11:26

Banco BPM, Mps e UniCredit: no al risiko da (quasi) tutti. A Piazza Affari la scommessa sul risiko che non c’è

Con le dichiarazioni di Giuseppe Castagna, numero uno di Banco BPM, rilasciate nel corso del Congresso Nazionale della Fabi, sta emergendo una certezza: altro che voglia di risiko tra le banche italiane.

L’obiettivo M&A, a dispetto dei desiderata del governo Meloni e di Mps-Monte dei Paschi di Siena, risulta al momento assente.

Un peccato per Piazza Affari e per i titoli di diversi istituti, su cui sono fioccati nelle settimane precedenti diversi buy proprio sulla base di quelle scommesse.

Si può dire, in sintesi, che la Borsa ha scommesso sul risiko che non c’è. E che, guardando anche al medio termine, neanche ci sarà.

Banco BPM: Castagna ribadisce no M&A. Occhio a Mps e UniCredit

E’ quanto è emerso dalle parole di Giuseppe Castagna, che ha fatto rientrare anche l’ipotesi, spolverata periodicamente, di un matrimonio tra Banco BPM e UniCredit.

“Non c’è in questo momento nessuna intenzione di ulteriori allargamenti, né da parte nostra né, penso, da parte di altre banche”, ha detto Castagna, rispondendo alle domande su un eventuale interesse di Banco BPM a convolare a nozze con qualche altra banca italiana (magari con Mps, in cerca di un pretendente), per creare il terzo polo bancario.

Il motivo, l’amministratore delegato di Banco BPM, lo ha spiegato, tra le altre cose, anche con la fine dei tassi negativi, tassi sotto zero, su cui per diversi anni la politica monetaria della Bce si è incentrata, prima che arrivasse, dopo lo spetttro della deflazione, l’incubo dell’inflazione.

“Prima, con i tassi negativi – ha detto Castagna, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters – l’unica possibilità di fare più profitti era fare aggregazioni che consentissero di tagliare i costi e fare sinergie e efficienze; l’M&A era il grimaldello per fare efficienze”.

Ora, però, la situazione è cambiata: i tassi negativi fanno parte di un’era ormai conclusa. La Bce di Christine Lagarde continua ad alzare i tassi ripetutamente, allo scopo di raffreddare una crescita dell’inflazione che, nell’area euro, rimane ancora troppo alta.

Per molti, una mossa sbagliata che starebbe affossando l’economia.

Per le banche il contrario, visto che le strette monetarie sostengono e stanno di fatto sostenendo la redditività degli istituti di credito, con riflessi evidenti sul NII (margine di interesse).

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A tal proposito, basta guardare alle trimestrali delle grandi banche italiane UniCredit, Intesa SanPaolo, Banco BPM , che hanno consentito alle stesse di promettere dividendi ancora più ghiotti ai rispettivi azionisti.

Con le sue dichiarazioni, l’AD di Banco BPM Giuseppe Castagna ha preso dunque le distanze sia da UniCredit (in questo caso nelle vesti di potenziale preda della banca guidata dal ceo Andrea Orcel), che di Mps (in questo ultimo caso nelle vesti di potenziale cavaliere bianco per Siena).

Quei rumor su nozze Banco BPM-UniCredit

Non è certo la prima volta che il ceo dice no all’ipotesi di M&A, che si tratti di qualsiasi banca. Il mercato ad aprile è tornato però a scommettere di nuovo sull’opzione di un matrimonio tra Banco BPM e UniCredit.

In particolare, è stato un articolo di Milano Finanza che, lunedì 17 aprile, è tornato a parlare della possibilità di un risiko tra le due grandi banche.

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Così riassumeva i rumor una nota di Equita SIM:

“Un articolo di Milano Finanza torna a parlare di possibili scenari di consolidamento nel settore bancario italiano, suggerendo l’ipotesi di una business combination tra Unicredit e Banco BPM a seguito del significativo repricing di Unicredit, che ha portato il concambio azionario a > 5,2 azioni BAMI (superiore al c.4,1x dopo i rumors su un possibile interesse di UniCredit nel febbraio 2022)”.

Equita SIM metteva in evidenza che “una operazione di M&A tra “UniCredit e Banco BPM – avrebbe un forte razionale industriale, in quanto rafforzerebbe in modo significativo il posizionamento competitivo di UCG in Italia (con la quota di mercato complessiva che, in termini di filiali, passerebbe dall’11% al 18%, dal 10% al 20% al Nord)”.

M&A con Mps? Le banche dicono no

Banco BPM non ci ha pensato più di tanto a raffreddare quei rumor, facendo capire anche il totale disinteresse verso Mps, dal cui capitale il Tesoro maggiore azionista con una quota del 64% circa dovrà uscire, in base agli accordi raggiunti con l’Ue, entro il 2024.

A dire no al risiko bancario, negli ultimi giorni, è stato anche il numero uno di UniCredit, Andrea Orcel, parlando anche in questo caso dal palco del Congresso Nazionale della FABI.

Il numero uno di Piazza Gae Aulenti ha ribadito per l’ennesima volta quanto detto in passato:

Noi abbiamo sempre detto che l’M&A è un acceleratore della nostra strategia. Stiamo ampliando la nostra rete e se facciamo M&A acceleriamo questo processo. Ma dipende dai numeri. In questo momento non ci sono i numeri e ogni banca ha una strategia sua che non permette l’M&A”, ha detto il Ronaldo dei banchieri, così come Andrea Orcel è noto.

Al momento, l’unica banca che per ovvi motivi crede nel potenziale delle operazioni di M&A e dunque del risiko bancario è, per ovvi motivi, Mps-Monte dei Paschi di Siena.

Detto questo, anche il ceo Luigi Lovaglio ha avuto uno scatto di orgoglio, qualche giorno fa, dicendo che ““se Banco BPM sta da sola, ci può stare anche Mps”.

Lovaglio è praticamente sbottato sull’espressione terzo polo bancario, avvertendo contestualmente anche contro il rischio di una svendita di Mps.

Il Monte di Stato ha dovuto incassare però una sfilza di no.

Bper, banca gestita dall’ad Piero Luigi Montani, ha avuto cura di smarcarsi dall’opzione risiko e anche diverse volte,  di recente: come nel caso di venerdì scorso, quando le dichiarazioni del ceo, insieme a quelle di Carlo Cimbri di Unipol, hanno fatto affondare  le quotazioni del Monte di oltre il 10%.

Nelle settimane precedenti, altre precisazioni sull’intenzione di non gettarsi in alcuna operazione di fusione e di acquisizione era arrivate dalla stessa Banco BPM e, anche, da Credit Agricole Italia, in occasione delle ultime considerazioni Finali del numero uno di Bankitalia, Ignazio Visco.

Oggi il titolo Mps, che ha dato una buona prova di resistenza anche nella sessione di ieri, risulta comunque tra i migliori dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari. Bene anche BPM, mentre le azioni di UniCredit sono sotto pressione. In lieve rialzo Intesa SanPaolo, mentre Bper è poco mossa.