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UniCredit-Banco BPM: matrimonio che (non) s’ha da fare?

17 Aprile 2023 13:25

UniCredit-Banco BPM: un matrimonio che s’ha da fare oppure no?

Sicuramente un matrimonio di cui si è tanto parlato, e diverse volte, nel mondo dell’alta finanza, e che sarebbe stato osteggiato – secondo le diverse voci di corridoio, che sul dossier si sono periodicamente rincorse – prima dalla grana Mps-Monte dei Paschi di Siena, poi dallo scoppio della guerra in Ucraina.

Con Mps – secondo alcuni solo in apparenza – ora fuori dai guai,  si riapre la possibilità di un matrimonio tra Banco BPM e UniCredit?

Nell’Italia criticata da Orcel per i giochi di palazzo, l’ostacolo sarebbe rappresentato, ancora, dalla politica.

A farlo notare in modo esplicito è, in una nota sulla questione, Intermonte, che scrive che l’acquisto di Banco BPM da parte di Piazza Gae Aulenti “chiuderebbe la questione Mps-Banco Bpm, con probabile disaccordo del governo”.

“Riteniamo che il Governo veda di buon occhio la creazione di un terzo polo bancario piuttosto che un’operazione UniCredit-Banco e che Credit Agricole cerchi di preservare i propri accordi commerciali con Banco Bpm”, ha scritto ancora Intermonte.

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L’ultima volta che il mercato ha scommesso seriamente sulle nozze tra le due banche italiane è stato nel febbraio del 2022, esattamente all’inizio di quel mese, di cui si sarebbe parlato poco dopo soprattutto per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin.

Oggi, lunedì 17 aprile 2023, si torna a parlare della possibilità di un M&A tra le due grandi banche italiane. O meglio, è un articolo di Milano Finanza che torna a parlarne, stando a quanto riportato e commentato dagli analisti di Equita SIM, nella nota dedicata ai mercati.

“Un articolo di Milano Finanza torna a parlare di possibili scenari di consolidamento nel settore bancario italiano, suggerendo l’ipotesi di una business combination tra Unicredit e Banco BPM a seguito del significativo repricing di Unicredit, che ha portato il concambio azionario a > 5,2 azioni BAMI (superiore al c.4,1x dopo i rumors su un possibile interesse di UniCredit nel febbraio 2022)”.

“Ricordiamo – mette in evidenza Equita – che, con i risultati del quarto trimestre del 2022, il CEO di UniCredit Andrea Orcel – alla luce dell’ampia dotazione patrimoniale (CET1 al 14,9% post distribuzioni) – aveva indicato che entro fine anno la banca avrebbe definito l’utilizzo del suo eccesso di capitale, che stimiamo in area 6-7,5 miliardi sulla base di un CET1 target di 12,5-13%”.

Una operazione di M&A tra “UniCredit e Banco BPM – spiega la SIM milanese – avrebbe un forte razionale industriale, in quanto rafforzerebbe in modo significativo il posizionamento competitivo di UCG in Italia (con la quota di mercato complessiva che, in termini di filiali, passerebbe dall’11% al 18%, dal 10% al 20% al Nord)”.

Tra i vantaggi, citato lo “spazio per una elevata EPS accreation (stimiamo > 15% post sinergie) anche a fronte del riconoscimento di un premio significativo a favore degli azionisti BAMI (Banco BPM) e senza compromettere la solidità patrimoniale della combined entity”.

Allora? Perché non procedere?

“Allo stesso tempo – risponde Equita – riteniamo complicata un’operazione in questo momento, considerando le incertezze sull’evoluzione dello scenario macro e alla luce della presenza di Credit Agricole come primo azionista di BAMI, nonché partner nel credito al consumo e nell’assicurazione”.

Per Intermonte, poi, così come spiegato sopra, il governo non sarebbe d’accordo.

Quell’attimo fuggente perso da Andrea Orcel

L’11 febbraio 2022 il titolo di Banco BPM chiudeva la sessione del Ftse Mib con un rally del 9,8% , sulla scia di alcune indiscrezioni riportate da Il Messaggero, secondo cui Unicredit, dopo aver rinunciato a fare un’offerta per Banca MPS, avrebbe potuto concentrarsi a un’integrazione con Banco BPM, la banca guidata da Giuseppe Castagna.

Il quotidiano romano parlava anche di una tempistica molto veloce, con il possibile arrivo già nel weekend immediatamente successivo alla diffusione di quei rumor, di una proposta o, addirittura, del  lancio di un’Opa.

Non si trattava di indiscrezioni nuove.

Tutt’altro: poco dopo il flop delle trattative che, sotto il comando del ceo Andrea Orcel, UniCredit aveva intavolato con il Tesoro per cercare una soluzione salva-Mps, tra le voci martellanti di mercati c’erano state proprio quelle secondo cui Piazza Gae Aulenti stava puntando su Banco BPM.

Andrea Orcel
Andrea Orcel

Tra l’altro, nel commentare lo stop dei negoziati tra Mps e UniCredit, gli analisti di Morgan Stanley avevano scritto che, con le nozze ormai saltate, per UniCredit riemergeva “la prospettiva di una fusione con Banco Bpm”. Fusione, veniva specificato, che avrebbe offerto simil, se non più grandi benefici“.

Era la fine di novembre del 2021.

E la stessa Piazza Affari non ci aveva pensato due volte a premiare il titolo Banco BPM dopo la notizia della decisione di Orcel di rinunciare a quella preda troppo faticosa che fin da subito Mps si era presentata.

Ma alla fine, di quel matrimonio tra Banco BPM e UniCredit, tanto osannato in Borsa, non se n’é fatto più niente, ancora prima dell’inizio della guerra in Ucraina, che si fa risalire al 24 febbraio del 2022, con l’invasione del paese da parte della Russia.

Proprio la fuga di notizie che aveva fatto balzare il titolo di Piazza Meda (ovvero di Banco BPM) aveva portato il ceo di UniCredit Andrea Orcel, sempre secondo alcune indiscrezioni, a rifare un po’ di conti. E così, pochi giorni dopo aver parlato della possibilità di una fusione tra i due istituti, lo stesso Messaggero scriveva: “L’aver perso l’attimo fuggente  potrebbe pregiudicare l’esito dell’operazione”, in un articolo che si sarebbe rivelato profetico.

A mettere i bastoni tra le ruote, ancora la politica.

Sempre Equita SIM scriveva in quei giorni che “secondo alcune ricostruzioni – che ipotizzano la fuga di notizie attribuibile a fonti governative – un’aggregazione tra UniCredit e Banco BPM potrebbe essere avversata sul fronte politico, anche alla luce del mancato accordo tra il Mef e UniCredit sul tema Mps e su cui sia UniCredit che Banco BPM rimangono potenziali interlocutori”.

Tutto questo mentre l’AD di Banco BPM Giuseppe Castagna sembrava lanciare un avvertimento a Orcel, laddove sottolineava che il titolo Banco BPM valeva di più rispetto a quanto Piazza Affari stesse allora prezzando.

A dire l’ultima parola (NO) al matrimonio, finiva per essere la Russia.

Detto questo, Piazza Affari sembra sperarci ancora. La pubblicazione delle indiscrezioni di Milano Finanza ha avuto un effetto immediato sul titolo Banco BPM, schizzato fino a +4% circa sul Ftse Mib, confermandosi subito il titolo migliore dell’indice azionario benchmark di Piazza Affari. Nelle prime ore del pomeriggio, BAMI si conferma in pole position, riducendo lievemente i guadagni, in crescita del 3% circa.