Notizie Notizie Italia Bankitalia, l’addio di Visco. Le frasi su governo dell’euro e debito

Bankitalia, l’addio di Visco. Le frasi su governo dell’euro e debito

31 Maggio 2023 10:40

Bankitalia, Visco presenta le sue ultime Considerazioni finali. Le frasi su euro e debito

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha presentato oggi le sue ultime Considerazioni finali, in occasione della pubblicazione della Relazione annuale. Un discorso di addio, arrivato dopo che il numero uno della Banca d’Italia, in occasione della recente Assemblea dei partecipanti al capitale dell’istituzione del 31 marzo scorso, aveva ricordato ai presenti come la scadenza del suo mandato fosse vicina.

Ignazio Visco lascerà la guida di Bankitalia, dove è entrato nel 1972, a novembre di quest’anno.  Diversi i temi affrontati nelle sue ultime Considerazioni finali.

Visco ha parlato di euro, in particolare di governo dell’euro e delle sfide dell’economia italiana, uscita dall’incubo della pandemia Covid-19 ed entrata nell’orrore della guerra in Ucraina scatenata dall’invasione della Russia il 24 febbraio del 2022: una guerra ancora in corso che, stravolgendo l’ordine mondiale, ha cambiato i connotati anche ai fondamentali dell’economia mondiale, inaugurando una nuova era di elevata inflazione.

“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia continua ad avere pesanti ripercussioni sull’economia mondiale e a mettere in discussione l’integrazione economica e finanziaria internazionale e l’assetto multilaterale emerso dopo la fine della Guerra fredda – sono iniziate con queste parole le ultime Considerazioni finali di Ignazio Visco – Il ritorno a una situazione di tensioni e divisioni tra blocchi contrapposti di paesi rappresenta un pericolo concreto per uno sviluppo sostenibile e bilanciato di tutte le economie”.

In questo contesto, “insieme con la condanna della violazione eclatante della sovranità e dell’integrità territoriale di una nazione libera è vitale perseguire con forza, nonostante tutto, la cooperazione internazionale, anche in campo economico e finanziario, e ricercare un dialogo che accolga diversità di valori tra paesi e culture, sulla base del rispetto dei principi fondamentali della convivenza pacifica”.

Visco su debito: Italia lo riduca a prescindere da Europa

Euro e debito sono stati tra i capisaldi del discorso del governatore di Bankitalia.

Sul debito pubblico, non poteva mancare un monito rivolto all’Italia.

Visco ha fatto notare per la precisione che l’Italia ha bisogno di risanare i propri conti a prescindere dalle stesse richieste che arrivano dall’Unione europea e dai vari guardiani del debito.

Ridurre la dimensione del debito pubblico è una priorità della politica economica, indipendentemente dalle regole europee. Un alto debito impone che una quota elevata delle entrate pubbliche sia destinata al pagamento di interessi invece che a impieghi produttivi; pone seri problemi di equità tra le generazioni; rende più difficile l’adozione di misure anticicliche; genera incertezza per gli operatori economici”, ha spiegato il governatore di Bankitalia, aggiungendo che “indipendentemente dalle cause che lo hanno portato agli attuali livelli, è oggi prioritario dare continuità al processo di consolidamento avviato nell’ultimo biennio”.

Ciò significa che, “a questo fine, dato il fisiologico, graduale, aumento dell’onere per interessi, che riflette anche la normalizzazione della politica monetaria, è necessario un ritorno a significativi avanzi primari, come quelli programmati per il medio termine nell’ultimo Documento di economia e finanza”.

Sempre a proposito di debito, il numero uno della Banca d’Italia ha detto di guardare con favore alle proposte sul nuovo Patto di Stabilità e crescita che sono state presentate di recente dalla Commissione europea, e che in Italia sono state accolte da non poche polemiche.

La direzione prospettata è giusta. Si pone l’accento sulla sostenibilità dei conti pubblici nel medio termine e sulla crescita economica di lungo periodo; si riduce la complessità delle regole; le si rendono più credibili facendo leva sul coinvolgimento delle autorità nazionali nella definizione del percorso di aggiustamento”.

Certo, “la proposta della Commissione potrebbe non soddisfare le aspettative di tutti i paesi membri, anche per ragioni tra loro diverse. È necessaria la buona volontà di tutti per trovare una soluzione utile e condivisa”.

Visco ha ricordato che “le regole devono essere applicate in un mondo caratterizzato da fitte interdipendenze e da shock inattesi, nel quale i conti pubblici nazionali non possono essere valutati indipendentemente dal contesto“.

Detto questo, “il rispetto delle regole di bilancio e la loro credibilità sono nell’interesse non solo dell’Unione nel suo complesso, bensì anche di ciascuno degli Stati che ne fanno parte. Sono cruciali per l’Italia, che non può che mirare a ridurre, nel tempo, un debito pubblico troppo elevato; sono coerenti con la disciplina di bilancio riconosciuta come necessaria dalla nostra Costituzione”.

Il governatore di Bankitalia sul salario minimo

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha parlato anche della possibilità che il salario minimo risponda a esigenze non trascurabili esigenze di giustizia sociale.

“Le forme contrattuali atipiche hanno accentuato la risposta dell’occupazione agli andamenti ciclici dell’economia e favorito in molti nuclei familiari l’aumento del numero di occupati, ancorché con salari modesti – ha ricordato il governatore.

E’ vero che “nel 2022, con la ripresa sostenuta della domanda di lavoro, è cresciuta notevolmente la trasformazione di contratti temporanei in permanenti”.

“In molti casi, però, il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni ancora si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20 per cento – ha fatto notare Visco – Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate; come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale“.

L’appello alla Bce di Lagarde: gradualità sui tassi

Non poteva mancare l’appello gradualità sui tassi alla Bce di Christine Lagarde.

Ignazio Visco, che è anche esponente del Consiglio direttivo della banca centrale europea, ha detto che “dopo aver portato i tassi di riferimento in territorio restrittivo”, Lagarde & Co dovranno “procedere con la necessaria gradualità“, visto che “occorre prestare attenzione a che l’intensità della sua trasmissione non dia luogo a una frenata eccessiva dei consumi e degli investimenti”.

“L’orientamento della politica monetaria deve continuare a essere definito in modo da garantire un rientro progressivo, ma non lento, dell’inflazione verso l’obiettivo – ha detto il governatore – Il ritmo e la portata dell’aggiustamento delle condizioni monetarie sono già stati senza precedenti, così come lo erano state le pressioni deflazionistiche degli anni passati e i rischi connessi con la pandemia, che ci avevano spinto a condurre, e poi mantenere, i tassi ufficiali su livelli negativi”.

Guardando al futuro, “l’impatto delle nostre decisioni sull’economia e sui prezzi dovrebbe manifestarsi pienamente nei prossimi mesi; dopo aver portato i tassi di riferimento in territorio restrittivo, occorre ora procedere con la necessaria gradualità”.

Visco ha lanciato poi, rimanendo in tema di inflazione, un avvertimento sul rischio di una spirale di crescita salari-prezzi:

“Nelle contrattazioni nel mercato del lavoro va evitato un approccio puramente retrospettivo, poiché una dinamica retributiva che replicasse quella dell’inflazione passata non potrebbe che tradursi in una vana rincorsa tra prezzi e salari. Quello che occorre per un recupero del potere d’acquisto è una crescita più sostenuta della produttività”.

Così come Lagarde, Visco ha reiterato inoltre la necessità che “eventuali misure di bilancio” rimangano “temporanee e mirate”.

E’ bene che gli interventi si chiudano tempestivamente quando non più indispensabili, sia perché il ritorno all’obiettivo della stabilità dei prezzi sarebbe più difficile in caso di trasferimenti pubblici eccessivi, sia per non contrastare il necessario passaggio a fonti di energia rinnovabile”.

Bene banche e Pil dell’Italia

Note positive sono emerse dal discorso di Visco sulle banche italiane e sul Pil dell’Italia.

Il numero uno della Banca d’Italia ha ricordato i recenti avvenimenti che hanno riportato sui mercati di tutto il mondo l’incubo Lehman Brothers, ovvero le crisi bancarie, culminate negli Stati Uniti con i crac delle banche Silvergate, Silicon Valley Bank (SVB)  , Signature Bank, e, più di recente, di First Republic, entrata a far parte alla fine della galassia di JP Morgan e in Europa con il disastro di Credit Suisse (e, anche, dei suoi bond).

“Gli episodi di crisi occorsi negli Stati Uniti e in Svizzera ci ricordano che le banche svolgono un’attività intrinsecamente rischiosa e che non è possibile azzerare la probabilità che si verifichino casi di dissesto – ha avvertito Visco.

Il governatore di Bankitalia ha affermato però anche che, “nell suo insieme, il sistema bancario (italiano) si trova in condizioni sufficientemente buone“.

“Lo scorso anno tutti i principali indicatori di bilancio si sono collocati su valori nell’aggregato soddisfacenti; in più casi sono migliorati. L’incidenza dello stock di crediti deteriorati si è mantenuta stabile, su valori modesti e ormai in linea con la media europea. La redditività, a lungo depressa dai bassi tassi di interesse e dalle elevate perdite sui prestiti, è salita in misura significativa, beneficiando dell’aumento del margine di interesse. È lievemente migliorata anche la posizione patrimoniale”.

Riguardo all’ansia fuga depositi-cosa agli sportelli, Visco ha messo in evidenza tra l’altro che “in Italia, così come negli altri paesi dell’area dell’euro, non si sono registrati deflussi anomali di depositi”.

La prova è nei numeri ufficiali:

“Dal luglio dello scorso anno, quando aveva toccato il picco di quasi 1.620 miliardi, questa forma di provvista è diminuita del 6 per cento; il calo riflette la fisiologica riduzione della liquidità accumulata durante la pandemia e la ricerca da parte della clientela di forme di investimento più remunerative, in grado di proteggere meglio i risparmi dall’inflazione. La flessione dei depositi ha avuto riflessi contenuti sugli indicatori di copertura della liquidità e di stabilità”.

Certo è che,”l’incertezza sulle prospettive economiche richiede prudenza“.

Riguardo alla crescita economica dell’Italia, Visco ha ricordato che il paese ha superato la “gravissima crisi” della pandemia, “così come lo shock energetico seguito all’aggressione russa all’Ucraina, meglio di quanto ci attendevamo”.

Visco su PNRR: ‘Non c’è tempo da perdere’

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha affrontato anche il tema del PNRR e dei fondi che l’Italia ha ricevuto con il piano NGEU, Next generation EU, dall’Unione europea: questione al momento alquanto spinosa per il governo Meloni:

Miglioramenti del PNRR sono possibili”, ha ammesso, aggiungendo che, “nel perseguimento di
eventuali modifiche bisogna però tenere conto del serrato programma concordato con le autorità europee; al riguardo, un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario, nonché utile e costruttivo.

“Non c’è tempo da perdere – ha ammonito il numero uno della Banca d’Italia – Si discute di presunte insufficienze nel dibattito collettivo riguardo al suo disegno, dell’orizzonte temporale limitato per il raggiungimento degli obiettivi, delle possibili carenze nella capacità di attuarne le misure, ma va sottolineato con forza che il Piano rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese. Anche per questa ragione, oltre agli investimenti e agli altri interventi di spesa, è cruciale dare attuazione all’ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto”.

Considerazioni finali: Visco cita Bonaldo Stringher

Le Considerazioni finali di Visco si sono concluse facendo riferimento all’importanza dell’euro e alla necessità di una riduzione del debito.

“Per quanto riguarda l’istituzione ‘speciale’ che ho servito con ruoli diversi per un cinquantennio e che mi appresto quest’anno a lasciare, sono sicuro che su tale consapevolezza saprà fondare il suo operato anche negli anni a venire”, ha detto il governatore di Bankitalia.

“Abbiamo sempre presente la necessità di fondare valutazioni e decisioni su informazioni e analisi il più possibile ampie e accurate. Questo, come disse Bonaldo Stringher nel 1900 (ce lo ricorda Gianni Toniolo nel volume sui primi cinquant’anni della Storia della Banca d’Italia da lui completato lo scorso anno poco prima di lasciarci così all’improvviso), con l’intento esclusivo, in comune, non in dissidio, con lo Stato, ‘di migliorare le condizioni dell’attività nazionale e di migliorarne le sorti’.

“Estendiamo oggi questo intento – ha detto il numero uno di Palazzo Koch – condividendolo nell’Eurosistema, all’area della cui stabilità monetaria e finanziaria da 25 anni condividiamo, nel ‘governo dell’euro’, la responsabilità”.

Visco ha spiegato che, “come sappiamo da secoli, l’acquisizione di questa consapevolezza deve avvenire anche a livello collettivo. Nelle parole del nostro sommo poeta: ‘dice lo Filosofo che l’uomo naturalmente è compagnevole animale’, per conseguire la ‘vita felice … uno solo satisfare non può’. Problemi come la riduzione del debito pubblico o l’adozione di stili di vita coerenti con la difesa dell’ambiente richiedono che la società li comprenda e faccia propri, non perché ‘ce lo chiede l’Europa’, ma perché ci schermano dai rischi e dischiudono opportunità”.

E dunque, “è a questo che va rivolta una nuova riflessione collettiva a tutti i livelli, per comprenderne l’importanza e decidere insieme come governarne gli effetti. Lo stesso vale per l’apertura internazionale, così importante per la nostra economia e la nostra cultura, come anche sappiamo da secoli e nonostante il ritardo con cui negli ultimi decenni ne abbiamo tratto vantaggio”.

Non siamo però solo ‘animali sociali’ – ha tenuto a precisare Ignazio Visco – Come scrive Yuval Noah Harari, ci contraddistingue la capacità ‘non solo di immaginare le cose, ma di farlo collettivamente’. Questa capacità di immaginare il futuro sarà cruciale”.

Dunque “è per questo che serve mantenere vivo il dialogo, rafforzare per quanto possibile la cooperazione in un mondo dove occorre garantire benefici economici, sanitari, di benessere, a tutti, e ridurre, non aumentare, le disparità”.

Spetta proprio ai più giovani, meno condizionati dal passato, immaginare quel mondo, individuarne le opportunità. Andranno ascoltati, aiutati dalle altre generazioni a formarsi, senza vincoli, per tradurre in interventi realistici gli schemi che sapranno elaborare per un mondo futuro, non più povero, ma più
sicuro e più giusto”.