Mps: titolo scatta, sfida parole Orcel (UniCredit)
Il titolo Mps rimane osservato speciale dopo il no M&A arrivato dal ceo di UniCredit, Andrea Orcel.
Orcel ha parlato in occasione del Congresso Nazionale della FABI che, in questi giorni, sta raccogliendo a Roma i manager che gestiscono le varie banche italiane.
Il numero uno di Piazza Gae Aulenti ha ribadito per l’ennesima volta quanto detto in passato:
“Noi abbiamo sempre detto che l’M&A è un acceleratore della nostra strategia. Stiamo ampliando la nostra rete e se facciamo M&A acceleriamo questo processo. Ma dipende dai numeri. In questo momento non ci sono i numeri e ogni banca ha una strategia sua che non permette l’M&A”, ha detto il Ronaldo dei banchieri, così come Andrea Orcel è noto.
Niente di nuovo sul tema risiko bancario, almeno non da parte di UniCredit.
Oggi, dopo i recenti ribassi – occhio soprattutto al tonfo di venerdì scorso, quando le azioni del Monte dei Paschi di Siena sono capitolate di oltre il 10% – il titolo della banca senese si mette in evidenza con un forte guadagno che, sull’indice Ftse Mib di Piazza Affari, supera anche il 4%.
Detto questo, è ovvio che, con le recenti precisazioni che hanno visto come mittenti non solo UniCredit, ma anche Bper e Unipol, è l’appeal speculativo del Monte dei Paschi non venga considerato essere alle stelle: tutt’altro.
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Mps: la nota di Equita post dichiarazioni Orcel
Nella nota odierna, l’analista di Equita SIM Andrea Lisi sottolinea, nel far riferimento alle parole di Orcel e al fatto che il ceo di UniCredit è tornato di nuovo a “raffreddare le speculazioni in merito al consolidamento del settore bancario italiano”, che, “almeno nel breve termine”, viene ridotto “l’appeal speculativo” non solo di Mps, ma anche del titolo Banco BPM, visto che entrambe le banche italiane vengono considerate alla stregua di “due possibili target di UniCredit”.
Va precisato che Orcel ha affermato anche, e ancora, che in questo momento non esistono né le le condizioni né le intenzioni per operazioni di M&A (mergers and acquisitions) tra gli istituti di credito italiani, sottolinea Lisi di Equita, ” anche alla luce di concambi che ad oggi non sono visti come adeguati”.
“Orcel ha inoltre ribadito un approccio prudente in merito alle prospettive del settore, alla luce di una possibile riduzione dei tassi e delle incertezze in merito all’evoluzione del costo del rischio”, si legge nella nota di Equita.
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Cimbri parla di atteggiamento “stucchevole e irrispettoso”
Ieri si sono messe in evidenza anche le dichiarazioni di Carlo Cimbri, numero uno del gruppo Unipol, azionista di Bper, che si era già espresso su Mps venerdì scorso, quando il titolo del Monte dei Paschi era crollato in Borsa, e che ieri, anche lui presente al congresso della FABI, è tornato sul tema.
Stando a quanto riporta l’agenzia Radiocor de Il Sole 24 Ore, Cimbri ha detto di considerare “stucchevole e irrispettoso” l’affannarsi intorno al destino di Monte dei Paschi.
“Mps ha un bravo amministratore (riferimento al ceo Luigi Lovaglio), che conosco e stimo, che è alla ricerca di stabile redditività, e diventa stucchevole questo continuo affannarsi sul Monte che ha i suoi azionisti e saranno loro a determinare la sua strada”.
Un modo più gentile, quello di Cimbri, per prendere le distanze da Siena e da quel progetto del terzo polo bancario sul cui compimento punta il governo Meloni, nella speranza di sbarazzarsi entro il 2024, così come concordato con l’Unione europea, di quella partecipazione detenuta nel capitale di Mps, che con il 64% ne fa il maggiore azionista, entro il 2024.
Per la costituzione di questo terzo polo bancario, i soggetti aggreganti più probabili sono stati considerati spesso Bper e Banco BPM, quest’ultima banca italiana guidata da Giuseppe Castagna, che ha mostrato anch’essa un interesse pari a zero nei confronti di Siena.
In realtà Mps ha dato negli ultimi giorni prova di orgoglio. O meglio, a darla è stato il suo ceo Luigi Lovaglio che, sempre in occasione del Congresso Nazionale della Fabi, ha messo i puntini sulle “i”, sottolineando che, se la domanda è se Mps può stare da sola, nel senso se il dubbio è se possa farcela da sola, la risposta è affermativa.
L’AD ha fatto anche un esempio:
“Se Banco BPM sta da sola, ci può stare anche Mps”. Lovaglio ha lanciato insomma il messaggio secondo cui l’opzione risiko servirebbe a tutte le banche italiane, non solo al Monte dei Paschi e soprattutto non per salvare l’istituto senese.
Il ceo del Monte è praticamente sbottato sull’espressione terzo polo bancario, avvertendo contestualmente anche contro il rischio di una svendita di Mps. Il punto è che, che il motivo sia salvare la banca o contribuire a rafforzare il sistema bancario italiano tutto, di una operazione di M&A con Mps le altre banche italiane sembrano non volerne proprio sapere.