UniCredit: sorpresa Orcel su buyback 2023, l’AD su tassa extraprofitti e M&A
UniCredit continua a premiare gli azionisti, con una politica incentrata sul riacquisto di azioni proprie, ergo buyback.
La banca italiana guidata dal ceo Andrea Orcel ha annunciato stamattina l’intenzione di lanciare una tranche del programma di riacquisto di azioni proprie 2023 per un massimo di 2,5 miliardi di euro.
Focus anche sulle dichiarazioni dell’amministratore delegato, che è tornato a parlare della questione del risiko bancario, che a più riprese ha animato i titoli delle banche italiane, sottolineando che la speranza è di fare “piccole M&A”, ovvero piccole operazioni di fusione e di acquisizione (mergers and acquisitions)”.
“Ma oggi non ci sono le condizioni“, ha detto il banchiere, frenando subito l’affacciarsi di eventuali entusiasmi su presunte mosse da parte di UniCredit.
Sorpresa buyback grazie a ‘elevati livelli di capitale’
Tornando alla sorpresa della remunerazione agli azionisti, diversi i motivi dell’intenzione di lanciare una parte del buyback 2023.
La banca italiana li ha illustrati nella nota con cui stamattina ha fatto l’annuncio: gli “elevati livelli di capitale” di cui dispone e “una generazione organica di capitale ai vertici della categoria, sostenuta da una performance finanziaria costantemente elevata, da una solida qualità degli attivi e da un costo del rischio strutturalmente più basso”.
Tutti elementi, ha reso noto Piazza Gae Aulenti, che hanno “posizionato la società in modo ottimale per affrontare i periodi di incertezza macroeconomica” e che, di conseguenza, permettono alla banca di anticipare una parte del buyback, quindi del riacquisto di azioni proprie, previsto per il 2023.
Sul Ftse Mib di Piazza Affari, dopo un esordio poco mosso, il titolo UniCredit (UCG) è balzato subito dopo la notizia, scattando di oltre il 3%, a quota 22,725 euro e portandosi in cima al listino.
Dividendi UniCredit: obiettivo 6,5 MLD in 2023, rendimento oltre il 16%
UniCredit ha ricordato nella nota che l'”obiettivo di distribuzione totale” di dividendi agli azionisti, per il 2023, è “di almeno 6,5 miliardi di euro, rispetto ai 5,25 miliardi di euro del 2022, che si traducono in un rendimento totale di oltre il 16%“.
Ciò sottolinea “l’impegno di UniCredit a conseguire rendimenti interessanti e sostenibili per gli azionisti, preservando al contempo la solidità patrimoniale”.
“Proforma per questa tranche di riacquisto – si legge ancora nel comunicato– Il CET1 ratio di UniCredit è pari al 15,8% al 2° trimestre 2023″.
L’avvio di questa tranche di buyback 2023, ha precisato l’istituto di credito, è subordinato all’approvazione da parte degli azionisti, che si riuniranno in occasione dell’assemblea straordinaria che sarà convocata per il 27 ottobre 2023.
L’avviso della convocazione dell’assemblea verrà comunicato a breve, ha informato ancora la banca.
Per lanciare la prima tranche del piano di buyback relativo al 2023, il gruppo ha sottolineato che dovrà ottenere anche il via libera dell’ autorità di vigilanza.
La banca italiana guidata da Andrea Orcel, ribattezzato il Ronaldo dei banchieri, si è messa in evidenza per i risultati trimestrali più che solidi riportati nell’ultimo anno, a dispetto dell’incertezza macroeconomica scatenata dalla guerra in Ucraina e dalla persistenza dell’inflazione.
L’ultima prova del nove della solidità dell’istituto è arrivata durante l’estate con la pubblicazione dei conti relativi al secondo trimestre dell’anno.
In quell’occasione, l’AD ha sorpreso i mercati, annunciando il miglioramento della “guidance finanziaria per l’esercizio con un utile netto atteso di almeno €7,25 miliardi e una distribuzione di almeno €6,5 miliardi nel 2023″.
Non solo: UniCredit ha anche “aggiornato le proprie guidance finanziarie per il 2023, indicando un NII di almeno €13,2 miliardi, ricavi netti superiori a €21,5 miliardi e un utile netto pari o superiore a €7,25 miliardi”.
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Orcel su tassa extraprofitti banche: no impatto su dividendi e target
Il ceo di UniCredit Andrea Orcel ha ribadito oggi che che l’intenzione della banca “è quella di aumentare la distribuzione di capitale” e che “remunerazioni di almeno 6,5 miliardi di euro all’anno sono sostenibili”.
Non poteva mancare il riferimento alla tassa sugli extraprofitti annunciata agli inizi di agosto dal governo Meloni, su cui tra l’altro Orcel si era già espresso:
“La tassa sugli extraprofitti – ha detto oggi, tra le altre cose, l’AD di UniCredit, parlando nel corso di una conferenza organizzata dal colosso bancario americano Bank of America- aumenta l’incertezza, ma noi confermiamo i nostri target”.
E ancora: la tassa sugli extraprofitti “non ha conseguenze sui ritorni di UniCredit“.
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