Notizie Notizie Italia UniCredit: utili, ricavi, dividendi, titolo. Sui conti II trimestre effetto Bce-Orcel

UniCredit: utili, ricavi, dividendi, titolo. Sui conti II trimestre effetto Bce-Orcel

19 Luglio 2023 16:24

Manca poco al giorno in cui UniCredit, la banca guidata dal ceo Andrea Orcel, alzerà il velo sui conti relativi al secondo trimestre del 2023.

Sarà di fatto Piazza Gae Aulenti la prima banca italiana ad annunciare la trimestrale del periodo compreso tra i mesi di aprile e di giugno, mercoledì prossimo, 26 luglio, dopo la riunione del cda di martedì 25 luglio.

Le aspettative sono positive, al punto che qualcuno sta già mostrando ottimismo nei confronti dell’istituto di credito che continua a premiare i propri azionisti con una pioggia di buyback e di dividendi.

UniCredit: Equita migliora target price sul titolo e outlook utili fino a 2025

Una promozione del titolo UCG-UniCredit è stata annunciata nelle ultime ore da Andrea Lisi, analista di Equita SIM.

Lisi ha reso noto che la SIM milanese ha rivisto al rialzo il price target del titolo UniCredit del 10%, a 27 euro per azione, parlando di un P/TE per il 2024 pari a 0,68 volte, in corrispondenza di un ROTE in area 10,5%.

Non solo: Equita ha migliorato anche le stime sull’utile del 2023 del 3%, a 6,8 miliardi di euro, rivedendo al rialzo anche l’outlook sugli utili del 2024-2025, in media del 7%.

Il rating buy sul titolo è stato motivato con i seguenti fattori:

  • Il continuo miglioramento della performance operativa.
  • Le valutazioni attraenti in relazione a ROTE, capitale e asset quality.
  • La ricca remunerazione per gli azionisti che a nostro avviso gode di un buon grado di visibilità (il 30% della capitalizzazione di mercato, market cap, nei prossimi due anni).

Fiducia dunque non solo verso la redditività della banca italiana, ma anche nei confronti delle prospettive di remunerazione a favore degli azionisti, che continuano a confermarsi luminose.

Dopo qualche giorno, saranno resi noti anche i numeri della banca rivale numero uno di UniCredit, ovvero dell’italiana Intesa SanPaolo.

Seguiranno poi le trimestrali di altre Big del credito italiano.

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L’ottimismo di Orcel sui dividendi e sul titolo

Lo scorso 20 giugno, era stato lo stesso ceo di UniCredit Andrea Orcel a mostrarsi ottimista sulla possibilità di continuare a premiare gli stakeholders con cedole più che ghiotte, mettendo in evidenza anche l’appetibilità delle azioni UCG nonostante la corsa degli ultimi mesi e anni.

Orcel aveva fatto riferimento al fatto che, nonostante il rally pari a +136% riportato in un arco temporale superiore ai due anni (dall’arrivo del Ronaldo dei banchieri nell’aprile 2021), il titolo fosse scambiato a sconto rispetto al valore contabile della banca. E che dunque, “a un certo punto, questo fattore sarebbe stato notato, sostenendo l’appetibilità delle azioni”.

Finora, non c’è che dire, sia i dividendi che il trend delle azioni hanno fatto la gioia degli azionisti e dei mercati.

Altrettanto dovrebbe fare la trimestrale attesa al varco dai mercati, in calendario mercoledì prossimo 26 luglio.

In generale, la mediana delle proiezioni indica ricavi totali per 5,64 miliardi di euro (+26,4% a/a) e un utile netto di 1,64 miliardi (+10,4%), a fronte di un CET1 ratio del 16,37%.

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L’effetto boom su UniCredit dei rialzi dei tassi della Bce. Focus sull’NII

Anche in questo caso, così come già avvenuto nel corso del primo trimestre del 2023, l’effetto dei rialzi dei tassi lanciati dalla Bce di Christine Lagarde sulla redditività di UniCredit sarà scritto nero su bianco sul bilancio, in particolare sotto la voce di NII, net interest income o margine di interesse.

Andrea Lisi di Equita SIM vede un margine netto, per UniCredit, pari a 3,4 miliardi di euro: un valore in crescita del 4% su base trimestrale, e del 38% su base annua.  Stesso valore stimato anche dal consensus degli analisti.

Per quanto riguarda i ricavi, la cifra prevista è lievemente superiore ai 5,6 miliardi di euro del consensus, pari a 5,7 miliardi, in calo del 4% su base trimestrale, ma in rialzo del 18% su base annua.

L’utile netto è previsto a 1,9 miliardi di euro, mentre l’utile operativo è anticipato a 3,4 miliardi, in ribasso del 6% su base trimestrale, in rialzo del 39% su base annua, contro i 3,3 miliardi del consensus.

Gli accantonamenti sono attesi in crescita di 300 milioni di euro, a 30 punti base.

Nella nota, Equita ha annunciato di aver rivisto al rialzo le stime sugli utili del periodo 2023-2025 citando proprio il fattore che sta sostenendo le trimestrali di tutte le banche italiane, nello specifico, e dell’area euro in generale.

Si tratta ancora del fattore NII, ovvero del margine di interesse, atteso ancora in crescita.

In “misura minore”, la revisione al rialzo dell’outlook è spiegata con le “maggiori commissioni”, che comunque rimangono a un livello inferiore rispetto alla guidance di UniCredit per il 2023, e con il costo del rischio “CoR leggermente più basso”.

Ma fino a quando durerà l’effetto rialzista sugli utili dell’NII?

Lisi prevede che il picco del margine di interesse sarà toccato nel 2023 e che, a iniziare dal periodo 2024-2025 si verificherà una contrazione, partendo dal presupposto, puntualizza, di “una riduzione dello spread commerciale per via di un deposit beta progressivamente più alto (in area 45% al 2024)”.

Prima di allora, nello specifico nel secondo trimestre di quest’anno, i forti risultati di bilancio attesi daranno secondo Equita “ulteriore visibilità sul raggiungimento-superamento della guidance sull’utile netto del 2023″, atteso a un valore superiore ai 6,5 miliardi di euro.

Equita SIM ritiene infatti che, nel secondo trimestre, il deposit beta sia “rimasto su livelli particolarmente contenuti (deposit beta in Italia in area 10%)”.

“Sul fronte dei volumi – si legge ancora nella preview diffusa oggi dalla SIM milanese – riteniamo che il secondo trimestre non mostri particolari segni di discontinuità, con una dinamica dei depositi sostanzialmente stabile e prestiti in leggero calo“.

Indicazioni positive anche per quanto concerne la liquidità di UniCredit che, secondo Andrea Lisi, non dovrebbe essere stata inficiata in modo particolarmente negativo dal “recente rimborso della tranche TLTRO”, ovvero del rimborso di quei prestiti a tassi agevolati che la Bce ha in più di un’occasione erogato alle banche dell’Eurozona.

Il parametro di liquidità LCR, di fatto, è rimasto infatti al 163% nei primi tre mesi del 2023.

E questa è un’indicazione di buon auspicio per l’intero settore bancario italiano, visto il timore che proprio le banche italiane potessero essere particolarmente vulnerabili al rimborso di quei prestiti a tassi stracciati di cui avevano beneficiato in passato con il programma TLTRO della Bce, insieme ad altri istituti dell’Eurozona.

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Per quanto concerne invece la dinamica delle commissioni, per questa voce di bilancio si stima ancora una flessione lieve su base annua, pari a -4%, “per via del venire meno delle commissioni sui conti correnti e per una minore origination di prestiti”.

Equita prevede inoltre che i costi operativi siano rimasti sotto controllo, con C/I in area 40%,  e che nel trimestre non dovrebbe essersi verificato “alcun deterioramento sul fronte dell’asset quality, con default rate rimasti su livelli estremamente contenuti”.

Di conseguenza, le attese di Equita sono di “un CoR in area 30bps (coerente con la guidance di 30-35bps sull’intero anno, anche se a tal proposito il management ha dichiarato di vedere spazio di upside)”.

Viene precisato inoltre che “il secondo trimestre del 2023 dovrebbe inoltre essere impattato da una parte rilevante dei
300 milioni di costi di integrazione previsti sul FY23, che dovrebbero contribuire al contenimento dei costi operativi nei prossimi anni”.

In una sessione caratterizzata da un indice Ftse Mib praticamente ingessato, il titolo UniCredit soffre una perdita di mezzo punto percentuale circa, attestandosi a quota 21,945 euro.