Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Tassi Bce, Lagarde gela di nuovo tutti. E risponde a Meloni

Tassi Bce, Lagarde gela di nuovo tutti. E risponde a Meloni

30 Luglio 2023 21:44

Christine Lagarde, presidente della Bce, rimarca in un’intervista a Le Figaro la determinazione ad affossare l’inflazione, e risponde a una domanda sulle critiche alla sua politica monetaria arrivate da Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron. Sui tassi, c’è di nuovo una sorpresa hawkish.

La presidente della Bce Christine Lagarde non ci pensa proprio ad accogliere l’appello dell’Italia che, dopo il nono rialzo dei tassi dell’area euro lanciato giovedì scorso, torna a chiedere alla banca centrale europea di mettere la parola fine al ciclo di strette monetarie che va avanti, ormai, da più di un anno.

Lagarde continua a fare orecchie da mercante e fa anche una precisazione che rischia di irritare ancora di più il governo Meloni e di spaventare i mercati:

se ci sarà una pausa nel rialzo dei tassi, nella prossima riunione di settembre, non necessariamente si tratterà di uno stop.

Tradotto: l’Eurotower potrà decidere pure di lasciare i principali tassi di riferimento inviariati, ma questo non significa che non potrà tornare successivamente ad alzarli. Si arriverebbe al decimo rialzo dei tassi, dopo la stretta di qualche giorno fa.

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Lagarde a Le Figaro: la risposta alle critiche di Meloni e Macron

Le speranze dovish sui tassi sono state di nuovo affossate dalla presidente dell’Eurotower nel corso di un‘intervista rilasciata al quotidiano francese Le Figaro.

Lagarde ha lasciato chiaramente intendere che ciò che pensano i leader dell’area euro, intimoriti dalla sua carrellata di rialzi dei tassi, non le interessa più di tanto.

E ha risposto chiaramente all’interrogativo, che ha fatto riferimento, espressamente, alle critiche contro la Bce arrivate nelle ultime settimane dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal presidente francese Emmanuel Macron.

La domanda, posta da Le Figaro, è stata la seguente: “Come risponde alle critiche rivolte alla sua politica monetaria arrivate da leader come Giorgia Meloni o Emmanuel Macron?

Un banchiere centrale deve avere la pelle dura – ha risposto la numero uno della Bce – Ed è essenziale tener presente l’obiettivo di abbassare l’inflazione e di essere il più chiari possibile riguardo agli strumenti dispiegati e ai risultati ambiti. Risponderò al Parlamento europeo ogni trimestre per riferire su quanto fatto”.

Quello che interessa alla presidente della Bce Christine Lagarde porta il nome di inflazione. Il resto, critiche e battute, non conta. A essere snobbati, oltre agli appelli del governo Meloni, sono anche, evidentemente, gli attenti lanciati da alcuni economisti, e della stessa economista Lucrezia Reichlin.

“Abbiamo fatto grandi progressi in questa battaglia contro l’inflazione – ha detto la presidente dell’Eurotower- Ci stiamo dirigendo verso il nostro obiettivo”. Che sarà raggiunto davvero, ha rimarcato l’ex direttrice dll’Fmi, “soltanto quando centreremo questo target – un’inflazione al target di medio termine del 2% – guardando ai dati economici e finanziari”.

A quel punto, “agiremo sulla base delle valutazioni di quei dati”.

Nuova doccia fredda sui tassi. Come Powell: pausa non sarebbe uno stop

Dalla presidente della Bce è arrivata poi, di nuovo, l’ennesima doccia fredda:

“Sento alcuni dire che a settembre ci sarà l’ultimo rialzo dei tassi”. E, di fatto, “potrebbe esserci un altro rialzo dei tassi o, forse, una pausa”. Ma, ed è questa la tranvata che Lagarde ha di nuovo sfornato – “una pausa, quando si concretizzerà, a settembre o più tardi, non sarà necessariamente definitiva”. E questo perché “l’inflazione deve tornare al target in modo duraturo” e perché “ci troviamo in un contesto di incertezza”.

Di conseguenza, ha rimarcato Lagarde, “valuteremo la situazione e i nostri interventi di riunione in riunione”.

Insomma, magari a settembre, o più tardi di settembre, una pausa ci potrà anche essere. Ma, così come aveva detto a giugno il numero uno della Federal Reserve Jerome Powell, dopo aver lasciato i tassi sui fed funds invariati, una pausa non significa uno stop.

Powell ha già dato seguito a questa precisazione, mercoledì scorso 26 luglio, quando è tornato ad alzare i tassi al record in 22 anni, confermando come quella pausa che aveva fatto a giugno, non fosse stata certo definitiva.

Idem Lagarde, a quanto pare che, a Le Figaro Lagarde ha rimarcato che “siamo impegnati a far tornare l’inflazione al nostro target in modo tempestivo e, a tal fine, abbiamo bisogno di una politica che sia sufficientemente restrittiva in termini di intensità e di durata”.

L’appello a Lagarde di Tajani: ascolti il mio messaggio

Altro che appello del vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani che, all’indomani dell’annuncio dell’ennesimo rialzo dei tassi annunciato dalla Bce, era tornato a lanciare un appello alla presidente dell’Eurotower, ormai accerchiata da critiche che provengono da ogni dove.

“La Banca centrale europea è indipendente e fa quello che vuole – aveva detto Tajani, nell’intervento al programma a Coffee Break di La7.- Ma noi siamo liberi di dare giudizi. Innalzare continuamente il costo del denaro, anche annunciandolo prima, significa fare un danno all’economia. Alzare il tasso d’interesse in Europa è stato ed è un errore, perché si rischia la recessione e si colpiscono le famiglie che non potranno più pagare le rate dei mutui. Mi auguro che la signora Lagarde ascolti il mio messaggio”.

E invece no. Tra l’altro al quotidiano francese Lagarde ha fatto notare che i fondamentali dell’area euro non sono certo messi male.

Tutt’altro:

I numeri del Pil del secondo trimestre di Francia, Germania e Spagna sono piuttosto incoraggianti – ha sottolineato – (Sono dati) che sostengono il nostro scenario di una crescita del Pil pari a +0,9%, quest’anno, per l’area euro”.

Tornando alla questione spinosa della crescita dei prezzi, Lagarde ha detto a Le Figaro che “l’inflazione sta senza dubbio scendendo: eravamo al 10,6% a ottobre 2022 e siamo tornati al 5,5% a giugno. Il calo è dovuto in particolare alla flessione dei prezzi energetici. E chiaramente la politica monetaria ha iniziato ad avere un impatto, abbassando l’inflazione. Lo si vede dai dati sul credito, in quelli relativi sia ai tassi di interesse – come sanno i nostri cittadini – che ai volumi del credito, che stanno scendendo, così come lo si vede nella richiesta di prestiti da parte delle aziende (che, così come ha reso noto la stessa Bce la scorsa settimana, è capitolata nel secondo trimestre al minimo storico)”.

“Stiamo iniziando anche a vederlo nell’economia reale: nel mercato immobiliare e riguardo agli investimenti – ha aggiunto la presidente della Bce –  Prestiamo molta attenzione all’inflazione avvertita dai nostri cittadini e guardiamo attentamente anche ai meccanismi sottostanti l’inflazione, al fine di analizzare le radici degli aumenti dei prezzi”.

E “in questo momento, il settore dei servizi (catering, IT, telecom, trasporti) resiste di più rispetto agli altri alla nostra politica monetaria”.

Insomma, non ci siamo ancora: è stato, di nuovo il messaggio di Christine Lagarde. Un messaggio che rischia davvero, a questo punto, di esasperare il governo Meloni. E, a questo punto, non solo.