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Tassi Bce: piaga inflazione, Lagarde non esclude rialzo a settembre

27 Luglio 2023 15:27

Bce, per Christine Lagarde è ancora presto per cantare vittoria contro l’inflazione, che rimane troppo alta da troppo tempo. Sui tassi, la decisione di settembre dipenderà dai dati

Christine Lagarde, numero uno della Bce, non sembra dare molte speranze alle colombe e a chi ritiene che sia arrivato almeno il momento di smettere di alzare i tassi. E così, evidentemente ossessionata dalla piaga dell’inflazione ostinata, dopo l’ennesima stretta monetaria annunciata oggi, non esclude una nuova mossa nel prossimo meeting di settembre.

Oggi, giovedì 27 luglio, come da attese, il Consiglio direttivo della Bce ha annunciato la decisione di innalzare i tre tassi di interesse di riferimento della BCE di 25 punti base.

Per la precisione, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, ha reso noto la Bce, saranno alzati rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal 2 agosto 2023. Una decisione questa, ampiamente prezzata dai mercati, che avevano messo in conto da parecchio la prospettiva di una nuova mossa volta ad affossare l’inflazione.

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Tassi Bce, Lagarde: inflazione sta diminuendo ma è ancora troppo alta

Contrariamente alle speranze di un diefront sui tassi, Lagarde ha stroncato, anche oggi, e nonostante la raffica di critiche, le speranze delle colombe.

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Nel rispondere alle domande che le sono state poste durante la conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi della Bce, e riguardo a quella che potrebbe essere la prossima mossa dopo la riunione di settembre, la presidente dell’Eurotower non solo non ha dato una risposta precisa, ma non ha escluso neanche un ulteriore rialzo dei tassi.

La buona notizia è che Lagarde ha ammesso che la politica monetaria della Bce sta dispiegando i suoi effetti in modo significativo sull’economia dell’Eurozona.

La carrellata di rialzi dei tassi lanciata l’anno scorso da Francoforte sta insomma funzionando:  l’inflazione, di fatto, sta diminuendo.

Detto questo, la crescita dei prezzi rimane ancora troppo alta e la presidente dell’Eurotower non vuole certo interrompere la battaglia lanciata per affossarla.

“Non possiamo cantare ancora vittoria”, ha ripetuto Lagarde.

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“Cosa succederà a settembre? Un altro rialzo. Oppure una pausa”

Cosa fare dunque in questa situazione?

Christine Lagarde ha annunciato che la Bce diventerà sempre più dipendente dai dati macro e dalle proiezioni del suo staff.

Saranno insomma i numeri nudi e crudi a decidere il futuro della politica monetaria dell’Eurozona, e certo non di colpo.

Le decisioni sui tassi saranno prese di riunione in riunione.

E questo significa che a settembre “potrà esserci un rialzo, così come ci potrà essere una pausa”.

Lagarde ha riconoscuto che progressi volti a raffreddare l’inflazione sono stati sicuramente fatti, ma non se la sente ancora di dire: “Mission Accomplished”: e questo anche se l’economia dell’area euro sta soffrendo.

E di questo, la Bce è perfettamente consapevole.

Tra l’altro, “l’outlook sull’economia di breve termine dell’Eurozona si è deteriorato”, ha detto chiaro e tondo l’ex direttrice dell’Fmi, aggiungendo che la crescita del Pil dell’Eurozona rimarrà debole, con rischi al ribasso che includono ancora gli effetti della guerra “ingiustificata” che la Russia ha lanciato contro l’Ucraina.

Ma l’inflazione continua a occupare i pensieri di Christine Lagarde molto più del rischio di fare troppo e di piegare l’economia dell’area euro.

Certo, “l’inflazione continua a diminuire”, ma la dinamica dei prezzi rimane ancora “too high for too long”, ovvero troppo alta da troppo tempo.

Inoltre, “le pressioni sui prezzi domestici, incluse quelle provenienti dai salari e dai margini di profitti, stanno incidendo sempre di più” sul trend dei prezzi.

Tra “i rischi al rialzo sull’inflazione” ci sono anche “possibili pressioni sui prezzi energetici ed alimentari”, il cui ripresentarsi non può essere escluso a priori, anche nella situazione attuale, caratterizzata da un netto dietrofront del caro energia.

Lagarde: “We want to break the back of inflation”

La situazione si scontra con i desiderata di Christine Lagarde che, nel rispondere ai giornalisti, non senza un certo nervosismo e anche con la sua solita determinazione, dice chiaro e tondo: “We want to break the back of inflation”. Se poi questo, secondo molti di chi chiedono ormai anche la sua testa, significa che il rischio è quello di spezzare alla fine anche l’economia dell’area euro, Lagarde non lo dice.

Nell’ultimo anno, a partire da quel giorno che ha fatto la storia dei tassi dell’area euro ma anche dell’Italia, ovvero da quel 21 luglio in cui è finita ufficialmente l’era dei tassi negativi e in cui è caduto il governo Draghi, la Bce ha alzato i tassi, prima di oggi, per ben otto volte consecutive, aumentando così il costo del denaro dell’area euro di 4 punti percentuali.

Con la stretta monetaria appena annunciata, la nona consecutiva dal luglio del 2022, la carrellata di rialzi dei tassi complessiva dell’Eurotower è stata di 425 punti base.