Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Fed lascia tassi fermi. Ma Powell avverte: pausa non è stop

Fed lascia tassi fermi. Ma Powell avverte: pausa non è stop

14 Giugno 2023 21:04

Una pausa, ma non uno stop: la Fed di Jerome Powell non tradisce i mercati e sforna l’annuncio atteso dal consensus: tassi sui fed funds Usa fermi per la prima volta dopo dieci rialzi consecutivi.

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L’ultimo rialzo, lo scorso 3 maggio, ha portato il costo del denaro a salire al range compreso tra il 5% e il 5,25%, record dal luglio del 2006.

Il range rimane quello: il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale americana, si ferma dopo quell’ultima stretta monetaria di maggio, pari a +25 punti base.

D’altronde gli effetti della lunga carrellata di rialzi dei tassi ci sono stati, come ha dimostrato il trend dell’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo (CPI), diffuso alla vigilia.

Il dato ha messo in evidenza che la crescita dell’inflazione è stata, a maggio, la più lenta in due anni.

Fed, tassi fermi al 5%-5,25%. Ecco perchè

Questi progressi, nel prendere la parola nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi sfornato dal Fomc, il presidente Jerome Powell li ha confermati:

“Abbiamo alzato i nostri tassi di interesse di 5 punti percentuali (nel complesso), e abbiamo continuato a ridurre gli strumenti finanziari detenuti (con il QT-Quantitative Tightening) a un passo veloce. Abbiamo fatto molta strada e gli effetti delle nostre manovre restrittive devono essere ancora avvertiti”, ha detto il timoniere della Federal Reserve.

“Continuiamo ad assistere agli impatti delle nostre strette”, ha spiegato inoltre Powell, riferendosi al trend della domanda nei “settoripiù sensibili dell’economia, specialmente nel mercato immobiliare e negli investimenti“.

Detto questo, il “ma” non è mancato:

“Ci vorrà tuttavia del tempo, affinché gli effetti delle nostre strette monetarie vengano avvertiti del tutto, soprattutto sull’inflazione”.

LEGGI IL COMUNICATO DEL FOMC

Powell avverte: altri rialzi dei tassi nel 2023. Il dot plot dice quanti

Insomma, l’inflazione degli Stati Uniti sarà anche scesa ma non come sperato dalla banca centrale americana.

Per questo, “quasi tutti gli esponenti del Fomc”, ha aggiunto Powell, “ritengono appropriati ulteriori rialzi dei tassi nel corso di quest’anno”.

E’ bastata questa frase a scatenare a Wall Street, subito dopo queste parole, una reazione stile “apriti cielo”, con il Dow Jones che non ha gradito la prospettiva di ulteriori strette monetarie, scendendo di 400 punti circa. La borsa Usa ha oscillato poi nervosamente.

Ma fino a che punto i tassi sui fed funds dovrebbero continuare ancora a salire?

Powell ha fatto notare che la mediana (delle proiezioni degli esponenti del Fomc) è per “un target dei tassi sui fed funds al 5,6% alla fine dell’anno”, aggiungendo che “noi continueremo a prendere le nostre decisioni di riunione in riunione”.

Di fatto, “non abbiamo preso una decisione riguardo al meeting di luglio“, ha continuato il numero uno della Federal Reserve, sottolineando che “l’attenzione è stata rivolta a cosa fare oggi”.

Certo è che i mercati, su una pausa che fosse uno stop, ci avevano sperato. E invece no: a dire le cose come stanno è lo stesso dot plot, il documento che riassume le previsioni degli esponenti del Fomc sul trend futuro dei tassi sui fed funds Usa.

Dal documento è emerso che, dei 18 esponenti del Federal Open Market Committee, quattro prevedono un altro rialzo dei tassi, nel corso del 2023, mentre altri nove stimano altre due strette monetarie.

Due esponenti del Fomc stimano un terzo rialzo dei rialzi mentre uno punta addirittura su altri quattro rialzi.

Solo due esponenti del Fomc credono che non ci saranno altre strette.

La Fed di Jerome Powell prevede tassi sui fed funds Usa più alti anche per i prossimi due anni, per la precisione al 4,6% nel 2024 e al 3,4% nel 2025, rispetto all’outlook precedente di tassi rispettivamente al 4,3% e al 3,1%.

E ancora, la banca centrale Usa scommette su una performance migliore dell’economia Usa rispetto a quanto atteso in precedenza.

Dal sommario delle proiezioni economiche emerge infatti un rialzo del Pil Usa pari a +1%, rispetto alla crescita dello 0,4% prevista a marzo.

Maggiore ottimismo anche nei confronti del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti di quest’anno atteso al 4,1%, rispetto al 4,5% di marzo.

Le prospettive più rosee sull’economia si sono tradotte tuttavia in una revisione al rialzo anche dell’outlook dell’inflazione core:

la Fed ha alzato le attese sull’inflazione core (inflazione esclusa la componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici) al 3,9% dal 3,6% precedente.

Allo stesso tempo, l’outlook sul trend dell’inflazione headline (misurato dall’indice PCE) è stato abbassato dal 3,3% al 3,2%.