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Tassi più alti, Bce: domanda prestiti imprese a minimo storico

Pubblicato 25 Luglio 2023 Aggiornato 1 Agosto 2023 11:39

La Bce di Christine Lagarde fa la conta dei danni che essa stessa ha provocato alzando i tassi di interesse dell’area euro.

Prestiti troppo costosi, erogati a condizioni sempre più severe: con i costi di finanziamento che schizzano per effetto dei continui rialzi dei tassi da parte della Bce di Christine Lagarde, sono sempre di più le imprese e le famiglie dell’area euro a decidere di tenersi alla larga delle banche.

E’ il quadro desolante che emerge dal Bank Lending Survey (BLS) della Bce, ovvero dal sondaggio che l’Eurotower lancia a cadenza trimestrale per fare il punto della situazione sul credito che fluisce dalle banche e va in direzione dell’economia reale.

Questo punto della situazione appena reso noto, in realtà, sa più di conta dei danni: danni che sono stati tra l’altro provocati dalla stessa Bce che si trova a fotografarli, visto che sono diretta conseguenza dei rialzi dei tassi che la banca centrale ha varato per cercare di uscire vincitrice dalla battaglia lanciata contro la crescita dell’inflazione.

Di fatto, le strette monetarie a cui la Bce non ha posto neanche la parola fine – un altro rialzo dei tassi, pari a 25 punti base, è atteso per la riunione in calendario dopodomani, giovedì 27 luglio – hanno avuto l’effetto, come era emerso anche dai risultati dei sondaggi BLS precedenti – di inceppare il credito in due modi:

da un lato, le banche, per certi versi grate alla Bce per il sostegno che i rialzi dei tassi hanno dato alla loro redditività dunque ai loro NII (margini di interesse), per altri spaventate dal rischio di assistere a una nuova impennata degli NPL nei loro bilanci, hanno deciso di adottare standard più severi nell’erogazione dei prestiti alle famiglie e alle imprese.

Dall’altro lato, sono state le stesse famiglie e imprese, assediate dai costi di finanziamento più alti – esempio illustre le rate sui mutui, balzate ripetutamente  – a prendere le distanze dalle banche e, dunque, a chiedere meno credito.

Bce: richiesta prestiti banche da imprese scivola a minimo storico

E così il risultato, così come emerge dall’ultimo sondaggio BLS, è che nel secondo trimestre del 2023 la richiesta di prestiti da parte del mondo corporate dell’area euro, ovvero dalle aziende dell’Eurozona, scivolata al minimo storico, ovvero da quando l’Eurotower ha iniziato, venti anni fa, a interpellare gli istituti di credito.

Lo mette in evidenza con un post su Twitter lo stesso Vitor Constancio, ex vice presidente della Bce.

A fare dietrofront è stata anche la domanda di prestiti da parte delle famiglie, in un contesto in cui, tra l’altro, le banche hanno irrigidito ulteriormente i criteri da adottare per valutare il merito creditizio dei loro clienti.

La Bce ha di fatto confermato che “l’effetto restrittivo cumulativo netto, dall’inizio del 2022, è stato significativo”, e ha aggiunto anche che il trend potrebbe accentuarsi nel terzo trimestre.

Credit crunch ergo contrazione del credito: il fenomeno è in atto, e certo anche da un bel po’ di tempo.

Così si legge nel rapporto BLS della Bce:

“Dal sondaggio sui prestiti delle banche dell’area euro del luglio del 2023, relativo al secondo trimestre del 2023, è emerso che gli stardard creditizi – ovvero le linee guida delle stesse banche o criteri per l’approvazione dei prestiti alle imprese– si sono ulteriormente irrigiditi”.

Una nota lievemente positiva messa in evidenza dalla Banca centrale europea è che la percentuale netta di banche che hanno reso più severi questi criteri “è stata più bassa rispetto a quella del trimestre precedente, attestandosi al 14%, rispetto al 27% nel primo trimestre, in linea rispetto a quanto atteso dalle banche” stesse.

Detto questo, la restrizione cumulativa avvenuta dall’inizio del 2022 è stata per l’appunto notevole e i “risultati del sondaggio BLS hanno indicato segnali sull’indebolimento significativo delle dinamiche dei prestiti osservate a partire dallo scorso autunno”.

Irrigiditi anche criteri per erogazione credito alle famiglie

Le banche dell’area euro hanno reso noto di aver irrigidito anche gli standard applicati ai prestiti erogati alle famiglie, in particolare sia quelli inerenti all’accensione dei mutui e al credito al consumo, che degli altri tipi di prestiti.

In questo caso, tuttavia, le condizioni applicate alle famiglie che hanno acceso un mutuo sono state, in totale e su base netta, meno pronunciate rispetto a quelle del credito al consumo.

Dal sondaggio della Bce sono emerse  le seguenti caratteristiche:

  • Una percezione più alta da parte delle banche dei rischi che incombono sull’outlook dell’economia così come dei rischi legati alle situazioni specifiche dei clienti.
  • Una tolleranza verso il rischio più bassa
  • Costi di raccolta più alti, che hanno contribuito a irrigidire ulteriormente i criteri per l’erogazione dei prestiti.

Le banche interpellate dalla Bce hanno poi detto di prevedere, per il terzo trimestre del 2023, un ulteriore irrigidimento netto dei criteri creditizi, sebbene in modo più moderato, nell’erogazione dei prestiti alle aziende.

Per quanto riguarda i prestiti alle famiglie erogati per l’acquisto delle case, nello specifico, gli istituti hanno riferito di stimare standard invariati, mentre per il credito al consumo le aspettative sono di un inasprimento degli standard, anche se a un ritmo inferiore rispetto ai trimestri precedenti.