Pil Italia +0,2% in II trimestre 2024, Francia e Spagna fanno meglio. In Germania torna paura recessione dopo l’abbaglio

Pil Italia ma anche Pil euro e dei singoli paesi del blocco sotto i riflettori nella giornata di oggi, martedì 30 luglio.
Tra le big dell’Eurozona, la pecora nera è tornata a confermarsi la Germania, che ha assistito nel secondo trimestre del 2024, sorprendendo le attese degli analisti, a una contrazione pari a -0,1%, stando a quanto annunciato dall’agenzia di statistica nazionale Destatis.
Gli economisti avevano previsto invece una crescita, nel trimestre, pari a +0,1%.
Il Pil dell’Italia ha mostrato invece la sua resilienza, registrando il quarto trimestre consecutivo di crescita.
Detto questo, a fare meglio sono stati i Pil di Francia, di Spagna, così come di molte altre economie.
Istat: Pil Italia +0,2% in II trimestre 2024
Stando a quanto comunicato dall’Istat con la pubblicazione della stima preliminare, l’espansione del Pil dell’Italia – espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato – è stata pari, nel periodo compreso tra gli inizi di aprile e la fine di giugno, a + 0,2% su base trimestrale e a +0,9% su base annua.
L’Istat ha segnalato che “il secondo trimestre del 2024 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2023″.
I risultati resi noti hanno fatto sì che la variazione acquisita del Pil per il 2024 si sia attestata allo 0,7%.
Ma oggi non è stato soltanto il giorno del Pil dell’Italia. In evidenza i Pil delle altre principali singole economie d’Europa e relativi all’intera area euro e all’Unione europea.
Pil area euro e UE battono le attese: +0,3% nel II trimestre
In generale, il Pil dell’area euro e il Pil dell’Ue sono saliti entrambi dello 0,3% nel secondo trimestre del 2024, a un ritmo più veloce delle attese, che erano per una crescita pari a +0,2%.
Il tasso di crescita è rimasto lo stesso di quello riportato nel primo trimestre di quest’anno.
La crescita su base annua del Il Pil dell’area euro è stata pari a +0,6%, anche in questo caso meglio delle attese di una espansione, rispetto al secondo trimestre del 2023, pari a +0,5%.
L’economia ha accelerato inoltre il passo, su base annua, rispetto al +0,5% del primo trimestre del 2024.
I tassi di crescita più sostenuti del Pil dell’Eurozona sono stati riportati in primis dall’Irlanda (+1,2% rispetto al trimestre precedente), dalla Lituania (+0,9%) e dalla Spagna (+0,8%), mentre la Francia è cresciuta dello 0,3% e le economie di Italia e Belgio hanno assistito a una espansione pari, in entrambi i casi, a +0,2%.
I trend peggiori dei Pil sono stati sofferti invece dalla Lettonia (-1,1%), dalla Svezia (-0,8%) e dall’Ungheria (-0,2%) e per l’appunto dalla Germania, che ha visto il prodotto interno lordo del secondo trimestre tornare in territorio negativo (-0,1%), tanto che torna in mente il commento rilasciato di recente dal presidente della Bundesbank Joachim Nagel, noto falco tedesco ed esponente del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che ha aperto alla possibilità di tagli interesse da parte della Bce. Tagli di cui, a guardare questi numeri, avrebbe bisogno più la Germania che l’Italia. Ma, come si sa, nella sua ultima riunione pre-ferie, l’Eurotower ha optato per lo status quo sui tassi dopo quel taglio dei tassi del 6 giugno scorso considerato da molti un contentino, e per questo bollato come “taglio hawkish”. A tal proposito, domani ci sarà il grande test dell’inflazione dell’Eurozona.
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Pil Germania, ING: tra speranza e disperazione
Tra i pesi massimi dell’Europa, il neo rimane dunque la Germania, per la cui economia il consensus aveva previsto una crescita, di certo una ritirata: quel segno meno fa temere di conseguenza una recessione, che per ora è tenuta ancora a bada, visto che per recessione tecnica si intende quella situazione caratterizzata da due trimestri consecutivi di crescita negativa. Nel primo trimestre del 2024, il Pil della Germania è salito invece dello 0,2%. Di Europa a due velocità si parla da tanto tempo, ma stavolta a far parte del club dei più deboli è la Germania, come mette in evidenza l’ex ceo di Pimco Mohamed El-Erian, con il suo post su X.
Si segnala una “maggiore divergenza nella crescita delle principali economie dell’area euro, con il Pil della Germania che inaspettatamente torna a contrarsi mentre i ritmi di crescita di Francia e Spagna sorprendono al rialzo. Nello specifico, nel secondo trimestre il Pil è sceso dello 0,1% in Germania, salendo dello 0,3% e dello 0,8%, rispettivamente in Francia e in Spagna. La crescita dell’Italia è stata pari allo 0,2%. Riguardo agli altri paesi dell’area euro, a guidare il blocco è stata l’Irlanda, con una crescita dell’1,2%“.
La contrazione dell’economia tedesca nel corso del secondo trimestre di quest’anno è stata commentata tra i diversi analisti anche da quelli di ING nell’articolo German economy falls back into contraction.
Gli esperti hanno ricordato che Berlino aveva iniziato il 2024 con una ventata di ottimismo: “d’altronde, il Pil del primo trimestre del 2024 aveva sorpreso al rialzo, gli indicatori della fiducia erano migliorati, alimentando così la speranza che il pessimismo degli ultimi anni fosse ormai alle spalle e che il dibattito sulla Germania in quanto anello debole (sick man dell’Europa) potesse essere di nuovo accantonato“.
Non è andata invece così visto che, spiega ING, la verità è che la crescita del Pil del primo trimestre era stata “sostenuta dalle condizioni meteo miti durante l’inverno e dalla revisione al ribasso del dato relativo al Pil del quarto trimestre”.
Di conseguenza, “tanto per iniziare, non definiremmo sostenibile e solida quella crescita” . E la prova è arrivata proprio con i “dati di oggi” che, secondo gli analisti, confermano infatti che “quella narrativa non è migliorata”. Un’altra conferma dell’illusione di una ripresa tedesca è “la dimensione dell’economia tedesca”, che rimane “inferiore rispetto a quella di due anni fa”.
ING non sembra riporre grandi speranze neanche sul futuro, dal momento che, nella sua nota, si legge che “guardando in avanti, l’economia tedesca continuerà a oscillare tra speranza e disperazione”.
Italia battuta da Spagna e Francia
Per quanto riguarda il Pil dell’Italia, il trend è stato senz’altro positivo, nel senso che il segno più c’è stato. Meglio hanno fatto tuttavia diverse altre economie dell’area euro su base trimestrale e anche annua.
Prendiamo per esempio la Spagna: la lettura preliminare del Pil relativa al secondo trimestre ha messo in evidenza una crescita su base trimestrale dello 0,8%, in linea con i primi tre mesi del 2024, meglio dell’espansione attesa dello 0,5%.
Su base annua, il prodotto interno lordo spagnolo è balzato addirittura del 2,9%, contro il 2,5% del consensus e il 2,6% del 1Q (rivisto da +2,5%).
Meglio delle attese, in Spagna, anche l’inflazione. Nel mese di luglio, l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,5% rispetto a giugno (attese -0,3%, precedente +0,4%), rallentando al 2,8% su base annua (da 3,4%, stima 3,0%). L’indice armonizzato, confrontabile con gli altri Paesi dell’Eurozona, ha frenato inoltre su base mensile (-0,7%, consensus -0,4%), riducendo il passo su base annua (da 3,6% a 2,9%,stima 3,2%). Infine, l’inflazione core è scesa dal 3,0% al 2,8%, in linea con le stime.
Ha stupito e ha fatto meglio delle attese anche il Pil della Francia, paese su cui si è concentrata l’attenzione di tutto il mondo dopo il caos politico scoppiato con la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di indire le elezioni anticipate.
Nel secondo trimestre del 2024 l’economia francese è cresciuta dello 0,3%, meglio del +0,1% stimato dall’Istituto Nazionale di Statistica INSEE.
Parigi ha battuto Roma anche sul trend del Pil anche su base annua, che è stato nello stesso arco temporale pari a una crescita pari a +1,1% (contro il +0,9% del Pil dell’Italia), rallentando il passo rispetto al +1,5% del primo trimestre, ma decisamente meglio del +0,7% previsto.
In Italia alcuni segnali di allarme da questo settore
Tornando proprio al Pil dell’Italia, Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, ha riassunto quanto annunciato oggi dall’Istat, ovvero che la “stima preliminare del PIL italiano destagionalizzato per il secondo trimestre indica un’espansione trimestrale dello 0,2% (0,3% nel primo trimestre) e un aumento dello 0,9% sull’anno, in linea con il consenso e le nostre previsioni”.
“Come di consueto in fase di stima preliminare – ha sottolineato Pizzoli – non sono stati resi noti i dettagli sulla ripartizione della domanda, ma l’indicazione è che la domanda nazionale (al lordo delle scorte) ha fornito una spinta positiva alla crescita trimestrale, mentre le esportazioni nette hanno agito da freno”.
Inoltre, “sospettiamo che sul lato positivo abbia agito una combinazione di spinta dei consumi e minor diminuzione delle scorte, mentre gli investimenti potrebbero essere stati penalizzati dall’impatto negativo sulla componente edilizia della scadenza dell’incentivo fiscale del super-bonus”.
“Dal punto di vista dell’offerta – ha continuato l’esperto – l’Istat indica che il valore aggiunto è aumentato nei servizi e si è contratto nell’agricoltura e nell’industria”.
Di fatto, “la debolezza dell’industria era stata anticipata dai dati sulla produzione e dal calo della fiducia nel settore per tutto il trimestre. Un quadro che, vista la persistente debolezza della componente ordini dell’indagine sulla fiducia delle imprese industriali, sembra destinato a essere confermato nel breve periodo”.
“In prospettiva, non ci sono ancora dati concreti per il terzo trimestre. La divergenza tra la crescita della fiducia dei consumatori e l’indebolimento della fiducia delle imprese osservata a luglio suggerisce che i consumi privati dovrebbero fornire una spinta positiva, riflettendo la combinazione favorevole di un’occupazione resistente, una crescita salariale annua del 3,4% e un’inflazione inferiore all’1%”.
“Tuttavia – ha avvertito Pizzoli – alcuni segnali di allarme provengono dal settore dei servizi, in quanto la debolezza della componente turistica potrebbe riflettere una persistente debolezza della componente della domanda interna, e non solo un fenomeno temporaneo legato al tempo atmosferico avverso come si pensava a giugno. Nel complesso, il dato preliminare di oggi è in linea con la nostra visione di una ripresa molto graduale dell’economia italiana”.
Il dato di oggi segnala “un’inerzia statistica dello 0,7% per la crescita media del PIL nel 2024, dato che dovrebbe essere migliorato da una crescita trimestrale positiva (0,2-0,3%) negli ultimi due trimestri dell’anno. Confermiamo la nostra previsione di crescita media del PIL allo 0,9% per tutto il 2024”, ha concluso l’economista senior di ING.