Bce: altro taglio tassi vicino o no? Cosa emerge da rapporto su inflazione percepita e attesa da consumatori euro

E’ stato appena pubblicato un nuovo rapporto della Bce sull’inflazione, cruciale per la determinazione delle scelte di politica monetaria della banca centrale europea, e dunque per la direzione dei tassi di interesse. Tassi che, nell’ultima riunione di luglio, sono stati lasciati invariati dopo la prima sforbiciata annunciata il 6 giugno scorso.
Si tratta del rapporto sulle aspettative e sulle percezioni dei consumatori dell’area euro sull’inflazione, ma anche su altre variabili, come la crescita dell’economia, i redditi e il tasso di disoccupazione.
Come spiega la stessa Eurotower, “le aspettative delle persone su come evolveranno i prezzi in futuro influenzano oggi il loro modo di spendere, assumere prestiti e investire. Ciò influisce sull’economia e riveste quindi importanza per la nostra politica monetaria. Comprendendo meglio le aspettative di inflazione dei cittadini saremo in grado di prendere decisioni più informate”.
Inflazione: percezioni consumatori giù, aspettative inchiodate
Dal rapporto appena pubblicato dalla Bce, emergono alcune notizie contrastanti:
Il tasso mediano dell’ inflazione percepita dagli intervistati nel corso dei 12 mesi precedenti è sceso “in modo notevole”, mentre “il tasso mediano delle aspettative di inflazione per i prossimi 12 mesi e i prossimi tre anni è rimasto invariato”.
In particolare, per quanto riguarda il tasso mediano dell’inflazione percepita dai consumatori negli ultimi 12 mesi, la discesa è stata a giugno pari al 4,5%, rispetto al 4,9% di maggio.
Il tasso mediano delle aspettative di inflazione per i prossimi 12 mesi è rimasto invece fermo al 2,8%, dopo essere sceso a maggio al livello minimo dal settembre del 2021.
Invariate anche le aspettative sull’inflazione per i prossimi tre anni, che a giugno si sono fermate al 2,3%.
Detto questo, le aspettative dei consumatori dell’Eurozona sull’inflazione sia a 1 anno che a 3 anni sono rimaste al di sotto del tasso di inflazione percepito in passato.
Dal rapporto della Bce è emerso anche che a confermarsi invariato è stato il tasso di incertezza legato alle aspettative sull’inflazione nel corso dei prossimi 12 mesi, inchiodato al livello più basso dal febbraio del 2022, quando la Russia invase l’Ucraina.
Aspettative consumatori su redditi, spese, Pil, disoccupazione
Migliorate le aspettative dei consumatori sulla crescita dei redditi nominali, con il tasso mediano salito dall’1,2% di maggio all’1,4% di giugno.
Sono invece scese ulteriormente le percezioni sulla crescita delle spese nominali degli ultimi 12 mesi, rallentate dal 6,3% di aprile al 5,9% di maggio e al 5,8% nel mese di giugno.
Le aspettative sulla crescita delle spese nominali nei prossimi 12 mesi sono rimaste invece stabili al 3,3%.
Per quanto riguarda le aspettative sulla crescita economica, dunque sulla crescita del Pil dell’area euro, relativa ai prossimi 12 mesi, dal rapporto della Bce è emerso un peggioramento: il tasso mediano si è attestato infatti al -0,9%, rispetto al -0,8% di maggio.
Allo stesso tempo, le aspettative sul tasso di disoccupazione dei prossimi 12 mesi sono scese dal 10,7% di maggio al 10,6%, livello minimo dall’inizio delle rilevazioni.
In generale, i consumatori dell’area euro continuano a prevedere che il tasso di disoccupazione futuro sarà solo più lievemente alto rispetto al tasso di disoccupazione attualmente percepito, pari al 10,3%, fattore che implica la presenza di un outlook su un mercato del lavoro nel suo complesso stabile.
Bce: l’outlook sui prezzi delle case e sulle rate dei mutui
Rese note anche le aspettative sul trend dei prezzi delle abitazioni, che a giugno sono migliorate, indicando un aumento dei prezzi delle case atteso nei prossimi 12 mesi in crescita del 2,7%, rispetto al +2,6% di maggio.
Per quanto riguarda le rate dei mutui, il tasso mediano è sceso dal 4,9% al 4,8%.
Così come nei mesi precedenti, sono state in particolare le famiglie appartenenti alle fasce più basse dei redditi a prevedere rate sui mutui più alte nei prossimi 12 mesi.
Tornando al tema tassi, nell’ultimo meeting della Bce del 18 luglio i tassi sui depositi, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale dell’Eurozona sono stati lasciati invariati rispettivamente al 3,75%, al 4,25% e al 4,50%, a conferma del fatto che la presidente della Bce di Christine Lagarde & colleghi sono ancora ostaggio dell’inflazione e dei falchi del Consiglio direttivo.
Va segnalata a tal proposito la prudente apertura a tagliare nuovamente i tassi dall’esponente tedesco del Consiglio direttivo e presidente della Bundesbank Joachim Nagel.
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Ebury: quanti altri tagli tassi Bce nel 2024
Occhio intanto al commento sul trend dei tassi della Bce e sugli ultimi dati macro rilasciato da Matthew Ryan, Head of Market Strategy di Ebury:
“Le prospettive per l’economia dell’area dell’euro hanno preso una direzione inaspettata oggi (ieri per chi legge), quando i dati PMI preliminari sull’attività delle imprese per il mese di luglio sono scesi al livello più basso da febbraio. Sia l’indice del settore dei servizi che di quello manifatturiero hanno deluso le aspettative, con l’indice composito che ora oscilla a un soffio dalla contrazione”.
“Questo – ha spiegato il responsabile della divisione di strategia sui mercati di Ebury – è dovuto principalmente alla debole performance dell’economia tedesca e di quella francese, con l’attività in quest’ultima che potrebbe essere stata frenata dall’incertezza politica persistente a seguito della notizia di un parlamento senza una maggioranza”.
Ryan ha messo in evidenza la reazione dell’euro, che ha prezzato l’arrivo di tagli dei tassi da parte della Bce a un ritmo più sostenuto, sottolineando che Ebury continua a rimanere ferma nella sua “previsione di ulteriori tagli dei tassi della Bce a settembre e dicembre di quest’anno, quando saranno pubblicate le prossime due proiezioni economiche”.
“Tuttavia – è stato l’avvertimento dello strategist -. i mercati non hanno ancora scontato completamente questa eventualità, per cui potremmo assistere a una flessione a breve termine della valuta comune nel caso in cui il Consiglio direttivo dovesse confermare le nostre aspettative”.
L’euro oggi è invariato nei confronti del dollaro, oscillando attorno a quota 1,0843.