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BTP: sorpresa MES dal Mef. E occhio agli investitori esteri

21 Giugno 2023 13:19

Dossier MES, il Mef smentisce Meloni-Salvini. Effetto positivo su BTP e debito Italia

Buona notizia per i BTP, con la grande sorpresa sul MES arrivata nella giornata di oggi e gli ultimi numeri di Bankitalia sulla partecipazione degli investitori esteri al debito pubblico italiano.

La grande novità di oggi porta il nome soprattutto di MES, o meglio di ratifica della riforma del MES.

Si apprende, di fatto, che sono stati gli stessi tecnici del Mef, ovvero del Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti, a scrivere nero su bianco che non c’è alcun pericolo MES per l’Italia guidata dal governo Meloni.

Viene praticamente smentito l’assunto secondo cui la ratifica della riforma del MES rischierebbe di spingere l’Italia verso la ristrutturazione del debito. O magari aumenterebbe il rischio che i mercati percepiscono sui BTP.

MES, Mef: Nessun pericolo agenzie rating. Tutt’altro

Niente di tutto questo, ed è quanto emerge dalla lettera che il Mef questa mattina ha trasmesso alla Camera, in risposta alla valutazione chiesta dal presidente della Commissione Esteri, l’ex ministro Giulio Tremonti, sulla ratifica del Mes, in discussione con i disegni di legge presentati da Luigi Marattin (Italia Viva) e Piero De Luca (Pd).

Non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione“, si legge nella lettera, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa ANSA di stampa ANSA.

Così si legge nel parere tecnico:

“Non si ha notizia che un peggioramento del rischio del MES sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating, che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma”.

Dunque, nessun pericolo neanche che le agenzie di rating possano accanirsi contro il debito sovrano italiano, dunque contro i BTP, a causa della ratifica della riforma del MES.

E’ vero piuttosto il contrario:

“Rispetto alle prospettive degli altri Stati membri azionisti del MES l’attivazione del supporto  rappresenterebbe, direttamente, una fonte di remunerazione del capitale versato e, indirettamente, un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati”.

Effetto positivo più pronunciato per paesi a debito elevato come Italia

Praticamente, recita il testo, “sulla base dei riscontri ricevuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del MES, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia”.

Insomma: non solo la ratifica della riforma MES non avrebbe un impatto negativo sui BTP e, in generale sulla carta italiana. Le conseguenze sarebbero addirittura positive.

In poche parole, l’Italia trarrebbe vantaggio dal “via libera al MES, in termini di reputazione internazionale e rispetto alla valutazione delle agenzie di rating”.

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BTP: il ritorno degli investitori stranieri

Mentre esplode la ‘bomba MES’, per i BTP una buona notizia è arrivata nelle ultime ore da Bankitalia.

Da un rapporto diffuso dalla Banca d’Italia, è emerso infatti che, nel mese di aprile, gli investimenti esteri nei titoli di stato italiani sono tornati a salire, dopo la flessione, comunque lieve, che aveva caratterizzato il mese di marzo.

Quella flessione era avvenuta in concomitanza con la crisi bancaria esplosa prima negli Stati Uniti e poi in Europa, rispettivamente con i crac di SVB (Silicon Valley Bank) e con i problemi che hanno decretato la fine di Credit Suisse come colosso bancario indipendente.

BTP: torna lo shopping degli investitori stranieri

Nel report Bilancia dei pagamenti relativo al mese di aprile, Bankitalia (Banca d’Italia), ha reso noto, per la precisione, che gli investitori esteri hanno aumentato la loro esposizione verso i titoli di stato italiani di 15,4 miliardi di euro, dopo che, nel mese di marzo, avevano provveduto a smobilizzi per un ammontare complessivo di 3,8 miliardi di euro.

I numeri che certificano il fenomeno sono disponibili nella sezione “Investimenti di portafoglio” del rapporto di Palazzo Koch.

Questa è una buona notizia per il governo Meloni, che si era messo già all’opera da un bel po’, a caccia di potenziali acquirenti dei titoli di stato italiani, BTP & Co, nella nuova era che vede l’Italia orfana dell’aiuto della Bce, tutta concentrata a vincere la battaglia contro l’inflazione.

A tal fine, il governo Meloni ha lanciato BTP Valore, il titolo di stato italiano rivolto esclusivamente alla platea dei piccoli investitori e risparmiatori, la cui emissione era stata anticipata da diverse indiscrezioni, ma anche conferme, su un piano del Tesoro volto a corteggiare il risparmio italiano, nella speranza di convogliarlo sempre di più verso il buco presente nelle casse dello Stato.

Governo Meloni a caccia di acquirenti di BTP

“Mission Accomplished”, si può dire, visto che l’emissione del BTP Valore si è conclusa con il “risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati, in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori (retail)”, stando a quanto ha annunciato lo stesso Tesoro italiano (Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze).

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Fin da subito l’emissione aveva battuto i numeri, tra l’altro più che positivi, del BTP Italia emesso dal Mef nel mese di marzo:

l’esito finale dell’emissione del BTP Valore confermava che la “quasi totalità degli ordini” era arrivata dagli investitori retail domestici, ergo italiani, circa il 99%.

Tornando all’appetito degli investitori stranieri per i BTP, questo era stato messo in evidenza da un articolo di Reuters, che aveva parlato di momento più che positivo per la carta italiana prima che, sul mercato dei bond, come dimostra il trend delle ultime sessioni, tornasse a esplodere l’ansia legata alle prossime mosse delle banche centrali.

E’ proprio quest’ansia che getta un’ombra sul trend dei titoli di stato italiani e globali.

Detto questo, diversi analisti e strategist in questi ultimi mesi hanno posto l’accento sulla resilienza dei titoli di stato italiani, che ha già portato lo spread BTP-Bund a capitolare fino  ai minimi in più di un anno :

“La bassa volatilità, i rendimenti appetibili, la crescita dell’economia italiana positiva rispetto a quella dell’area euro, sono tutti i fattori che stanno sostenendo l’Italia”, commentava, interpellato da Reuters,Mauro Valle, responsabile della divisione di reddito fisso presso Generali Investments Partners, ricordando come i BTP vantassero i rendimenti tra i più alti nel mercato dei debiti sovrani dell’Eurozona.

Ancora prima, alla metà di maggio, era stato lo stesso Domenico Siniscalco, vice presidente di Morgan Stanley ex ex ministro dell’Economia e delle Finanze, a dire che l’Italia non era ormai più nel mirino della speculazione degli squali della finanza, visto che gli investitori internazionali guardavano ormai al paese con “una calma e fiducia totali”.

“Questo è un momento magico per i bond italiani”, commentava Siniscalco.

“È un momento magico per i Btp e il governo ha fatto benissimo a coglierlo. Le dirò di più: è un momento magico per l’Italia. Una doppia circostanza coincidente che non si manifesta spesso”, aveva detto l’ex ministro di uno dei governi Berlusconi, in un’intervista al quotidiano La Repubblica.

E magari ora, se il governo Meloni deciderà di optare per la ratifica del MES, le cose andranno anche meglio per i BTP italiani?

MES, Meloni aveva parlato di stigma

Niente da fare, l’Italia non ha ancora ratificato la riforma del Mes, Meccanismo europeo di stabilità (MES) o anche European Stability Mechanism, ESM, la cui genesi si fa risalire, come riassume Bankitalia, nel trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico della UE, siglato nel 2012.

Nelle ultime settimane varie polemiche sulla questione della mancata ratifica del Mes sono tornate a rinfocolarsi, con le dichiarazioni rilasciate dal leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini e, anche, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

In particolare la premier Giorgia Meloni, parlando con Bruno Vespa in occasione dell’apertura della quarta edizione del “Forum in masseria” di Manduria, Taranto, aveva detto di non aver “cambiato idea” sulla sua opposizione a firmare una ratifica a occhi chiusi, prima di conoscere le norme del Patto di stabilità e di crescita, oggetto di una revisione in corso.

Ratificare la riforma così secondo me è stupido – aveva detto Meloni, rimarcando la necessità di “capire il quadro”, come sarabbero state le norme del Patto di stabilità. “Il Mes è uno stigma, è uno strumento che rischia di tenere bloccate delle riforme”, rimarcava Meloni.

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, pubblicata nella giornata di oggi, Lars Feld, consigliere principe del ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner e direttore dell’Istituto Eucken, si è espresso sulla questione, consigliando vivamente all’Italia di approvare la riforma.

Raffica di commenti da parte delle opposizioni alla notizia della lettera con cui il ministero stesso dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti ha smontato la tesi pericolo MES del governo Meloni.

La reazione dell’opposizione, Misiani: ‘Sul MES il re è nudo’

Sul Mes il re è nudo. Anche Giorgetti esce finalmente allo scoperto e ne promuove la ratifica. Ora basta con l’ideologia e le chiacchiere sovraniste della Meloni e di Salvini, basta con la melina: è tempo che il Parlamento ratifichi il trattato di riforma”: così su Twitter il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.

In prima linea anche la segretaria del Pd Elly Schlein che, nel corso di una conferenza stampa, ha detto che non ratificare il Mes “intacca la credibilità del nostro Paese”.

Il nostro paese è l’ultimo che manca alla ratifica – ha ricordato Schlein- Sono impegni internazionali assunti, non ratificare intacca la credibilità del nostro paese. L’Italia non può permetterselo”.

“La destra rimanda ancora la discussione sul Mes perché non sa cosa fare. Solo che ora c’è una lettera del capo di gabinetto del ministro Giorgetti che dice che il Mes non comporta rischi, anzi. Per quanto ancora la maggioranza continuerà a fare male alla credibilità dell’Italia? Domattina nuovo voto”. E’ il post su Twitter della vicepresidente della commissione Esteri della Camera, Lia Quartapelle.

Benedetto della Vedova, deputato di +Europa, ha così commentato:

“Dalla maggioranza e da Giorgia Meloni continua ad andare in scena una commedia grottesca sul MES.
Persino il Ministero dell’Economia di Giorgetti certifica che l’interesse dell’Italia è di ratificarne la riforma, ma sono ostaggi della demagogia populista che li ha portati a demonizzare uno strumento utile alla stabilità macrofinanziaria dell’area euro. La commedia finisca e si passi alla ratifica”.

Dal canto loro, gli esponenti del M5S delle Commissioni bilancio e finanze di Camera e Senato hanno sottolineato in una nota che, “quanto al MES, il Ministero dell’economia ha fatto pervenire alla Camera una lettera in cui si dice che la ratifica del meccanismo agevolerebbe l’accesso ai mercati del Paese, mentre pochi giorni fa la premier Meloni ha detto che il Mes produrrebbe un effetto ‘stigma’ per la sua pericolosità. Si tratta di posizioni diametralmente opposte e incompatibili. Siamo di fronte a un Governo e a una maggioranza indegni“.