Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Inflazione euro rallenta, ma c’è ‘ansia core’. Contro la Bce non solo l’Italia

Inflazione euro rallenta, ma c’è ‘ansia core’. Contro la Bce non solo l’Italia

30 Giugno 2023 11:20

Inflazione euro, nessuna illusione con componente core. La Bce di Christine Lagarde alzerà tassi anche a settembre?

Inflazione Eurozona: arriva finalmente il dato relativo all’intera area euro, in un momento in cui montano, e non solo in Italia, le polemiche contro la strategia della Bce di Christine Lagarde, incentrata sui rialzi continui dei tassi per smorzare la crescita dei prezzi.

Anche questo dato conferma come la crescita dell’inflazione dell’Eurozona stia, di fatto, rallentando il passo: l’Eurostat ha reso noto che l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo (CPI) dell’area euro è salita nel mese di giugno del 5,5%, rispetto al ritmo di crescita del 6,1% precedente. Quelli appena resi noti sono i numeri preliminari.

Occhio, però: la crescita dell’inflazione core – inflazione ex prezzi energia, alimentari, alcol e tabacco – ha invece accelerato il passo, crescendo del 5,4%, meno del +5,5% stimato dagli analisti, ma oltre il +5,3% di maggio.

Negli ultimi giorni e ultime ore, i dati relativi all’inflazione in Italia, Spagna e Francia, hanno messo in evidenza in realtà un dietrofront della crescita delle pressioni inflazionistiche dei rispettivi paesi.

Diverso, invece, il caso della Germania, dove la dinamica dei prezzi è tornata a puntare verso l’alto, fermando il processo disinflazionistico.

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A stupire, tra i dati delle economie resi noti, è stato soprattutto il dato relativo all’inflazione della Spagna, che ha messo in evidenza un tasso di crescita dell’indice dei prezzi al consumo pari al +1,9%, addirittura inferiore al target di inflazione della Bce, pari al 2%.

Detto questo, la Bce di Christine Lagarde si sta concentrando in particolare sul trend dell’inflazione core, ovvero quella depurata dai prezzi più volatili, quelli energetici e dei beni alimentari.

E ,anche nel caso singolo della Spagna, il dato si è confermato preoccupante, in crescita del 5,6% su base annua, a dispetto delle colombe che sperano ancora che Lagarde & Co. smettano di alzare i tassi.

Speranze vane, come ha dimostrato la stessa Lagarde, nel suo discorso proferito in occasione del Forum di Sintra 2023 organizzato dalla banca centrale europea, irritando diversi esponenti del governo Meloni, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini .

Sia Meloni che Salvini hanno colto l’occasione per scagliarsi anche contro il MES.

Lagarde ha messo in evidenza, con il suo discorso a Sintra,  la persistenza dell’inflazione: qualcosa che è stato rimarcato anche dagli altri banchieri centrali intervenuti al Forum, come da Jerome Powell, numero uno della Fed, e da Andrew Bailey, governatore della Bank of England, che ha fatto parlare di sé pochi giorni fa con il rialzo shock dei tassi UK, a dispetto dell’ansia esplosa nel Regno Unito per l’impennata delle rate dei mutui.

Bce: contro Lagarde non solo governo Meloni

A criticare la Bce, indica un articolo di Bloomberg, non è più soltanto l’Italia.

“ECB Hiking Critics Keep Up Political Heat From Portugal to Italy: è il titolo dell’articolo, ovvero: “I critici dei rialzi della Bce accendono il dibattito politico, dal Portogallo all’Italia”.

Bloomberg fa notare, di fatto, non solo le critiche del governo Meloni contro la Bce di Christine Lagarde.

Nelle ultime ore, si è lamentato delle continue strette monetarie che l’Eurotower ha intenzione di lanciare ancora, anche il primo ministro del Portogallo, Antonio Costa.

Parlando con i giornalisti a Bruxelles, Costa si è così espresso:

“Speriamo che, da partire da settembre, si possa tornare a ripristinare, per la politica monetaria, una traiettoria che sia più adeguata ai fondamentali“.

Costa ha continuato, parlando della necessità di “tutelare il tenore di vita delle famiglie, la capacità delle aziende di investire e una crescita continua dell’economia che possa creare posti di lavoro, che a loro volta si traducano in salari più alti”.

Il giorno prima, a scagliarsi contro la Bce era stato il ministro delle finanze del Portogallo, Fernando Medina, che aveva detto di aver parlato direttamente con Lagarde, esprimendo perplessità sull’impatto delle strette monetarie sull’economia.

Toni più moderati da parte della ministra dell’economia spagnola Nadia Calvino che, la scorsa settimana, aveva manifestato dubbi sulla necessità di ulteriori rialzi dei tassi da parte dell’Eurotower, sottolineando comunque di sapere che “la Bce guarda all’Europa intera”.

Inflazione core non fermerà Lagarde, rialzo tassi anche a settembre?

Tornando al dato relativo all‘inflazione dell’Eurozona – dunque dei 20 stati membri dell’area euro – il rallentamento del CPI headline, il terzo consecutivo su base mensile, è evidente.

La crescita dell’inflazione è rallentata al ritmo del 5,5% su base annua, dal 6,1% di maggio.

La flessione è stata tra l’altro, seppur in modo lieve, superiore a quanto era stato stimato dagli economisti.

Dai numeri preliminari diffusi dall’Eurostat, è emerso che la Germania è stata l’unica economia ad assistere a un rialzo dell’inflazione.

L’indebolimento della dinamica dell’indice CPI è stato provocato soprattutto dal dietrofront dei prezzi energetici, gli stessi che, scattando al rialzo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il 24 febbraio del 2022, e la successiva imposizione di sanzioni contro Mosca decisa dall’Occidente, erano volati in modo incontrollato lo scorso anno.

Tuttavia, escludendo le componenti più volatili dei prezzi energetici e dei beni alimentari, così come anche i prezzi di alcol e tabacco, l’inflazione core è salita al ritmo del 5,4%, dal 5,3% di maggio, anche se in misura inferiore rispetto al +5,5% atteso dal consensus.

Escludendo invece soltanto le componenti dei prezzi energetici e alimentari, l’inflazione core ha rallentato il passo segnando una crescita pari a +6,8%, appena inferiore al +6,9% precedente, confermando però ancora un ritmo di crescita più del triplo di quello a cui punta la Bce, con il suo target pari a +2%.

Inoltre la componente dei prezzi del settore servizi ha accelerato il passo, balzando al ritmo del 5,4%, rispetto al +5% di maggio.

Il rallentamento dell’inflazione headline, dunque, non è sufficiente a convincere la Bce a fermarsi.

Aumentano così i timori che l’Eurotower alzi i tassi non solo a giugno, ma anche a settembre.

D’altronde, in occasione del Forum di Sintra, a parlare già di settembre era stato il banchiere centrale Boris Vujčić, governatore della banca centrale della Croazia ed esponente del Consiglio direttivo della Bce.

Vujčić aveva detto di ritenere che esistesse “una buona probabilità di un rialzo dei tassi” anche a settembre, mentre il numero uno della Banca del Belgio Pierre Wunsch aveva anticipato che sarebbe toccato ai successivi tre dati relativi all’inflazione dell’area euro dimostrare che l’inflazione core sta “puntando davvero verso il basso”, e magari convincere così la Bce a fare una pausa nel suo ciclo di rialzi dei tassi.

Nel corso dell’ultima riunione del Consiglio direttivo del 15 giugno scorso, la Bce ha, di fatto, annunciato che il ritmo di crescita dell’inflazione core atteso per l’area euro è pari al 5,1% nel 2023, in calo al 3% nel 2024 e al 2,3% nel 2025.

La prossima riunione della Bce è in calendario il 27 luglio 2023.