Notizie Notizie Italia Italia, l’inflazione rallenta. E c’è un record positivo dal 2021

Italia, l’inflazione rallenta. E c’è un record positivo dal 2021

28 Giugno 2023 12:24

In Italia l’inflazione rallenta. Ma nessuna speranza su dietrofront tassi Bce

In Italia l’inflazione rallenta.

Nel bel mezzo degli attacchi del governo Meloni contro la Bce di Christine Lagarde, dal fronte macroeconomico dell’Italia arriva la pubblicazione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic).

L’indice, che misura il trend dell’inflazione italiana al lordo dei tabacchi, ha riportato una variazione pari a zero su base mensile e un rialzo del 6,4% su base annua, rallentando in modo significativo rispetto al +7,6% del mese di maggio.

L’Istat, nel diffondere le sue stime preliminari sul trend dell’inflazione relativa al mese di giugno, parla di una “netta decelerazione, in un quadro di stabilità dei prezzi al consumo sul piano congiunturale”, precisando che “il rallentamento dell’inflazione continua a essere fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, in apprezzabile calo rispetto al mese precedente”.

Inflazione: variazione mensile nulla per la prima volta dal maggio 2021

Una buona notizia comunicata dall’Istat, nel diffondere il dato, è rappresentata sicuramente dalla variazione congiunturale dell’inflazione, che è stata nulla, per la prima volta dal maggio 2021.

“Nel settore alimentare – ha spiegato inoltre l’Istituto Nazionale di Statistica – la crescita su base annua dei prezzi dei prodotti lavorati” ha messo in evidenza “un’ulteriore frenata”, che ha contribuito alla “decelerazione dell’inflazione di fondo (scesa a +5,6%)”.

L’Istat ha fatto riferimento anche alla “fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del ‘carrello della spesa’, che a giugno è pari a +10,7%”.

Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, ovvero l’inflazione core, l’Istat ha reso noto che, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, la dinamica dei prezzi è rallentata “ulteriormente (da +6,0% a +5,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,2%, registrato a maggio, a +5,8%)”.

Numeri positivi, quelli dell’Istat, che fanno sperare nel rallentamento delle pressioni inflazionistiche e in una Bce, magari più indulgente sui tassi.

Le speranze, tuttavia, come ha fatto notare la stessa numero uno della Bce Christine Lagarde, nel suo discorso proferito da Sintra, Portogallo,, dove è in corso il Forum sulle banche centrali organizzato dall’Eurotower, sono destinate a rimanere ancora disattese.

Lagarde & Co sono determinati ad andare avanti, a dispetto delle critiche che sono arrivate di nuovo, nelle ultime ore,  soprattutto dal governo italiano: dal leader della Lega, ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini in primis, che ha attaccato anche il MES e l’Europa, e stamattina dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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Meloni parla di ‘tassa occulta’

Sta di fatto che quella tassa occulta dell’inflazione, così come l’ha definita la premier Giorgia Meloni, continua a preoccupare tutti, sebbene in rallentamento.

Nel commentare i numeri snocciolati dall’Istat il presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli, si è così espresso:

“Assistiamo a un raffreddamento della spinta inflattiva rispetto ai mesi scorsi. Nonostante ciò, il livello dei prezzi acquisito e l’incertezza che ha caratterizzato gli scorsi mesi incidono ancora negativamente, impattando sui consumi che restano deboli. Per quanto riguarda il settore dell’alimentare, si conferma il trend negativo dei volumi di vendita”.

Buttarelli ha continuato, spiegando che, “se da un lato c’è stata una frenata dei costi dei beni energetici e delle materie prime, dall’altro la pressione sui prezzi è ancora importante, con le aziende della distribuzione impegnate a discutere ulteriori richieste di aumenti proposte da alcuni comparti industriali. E proprio per garantire la massima trasparenza sul mercato e intercettare eventuali nuove tensioni inflattive, a tutela dei consumatori, come Distribuzione Moderna stiamo collaborando in maniera attiva con il Garante per la sorveglianza dei prezzi”.

Dal canto suo Confesercenti, nel riconoscere l’indebolimento delle pressioni inflazionistiche, ha fatto riferimento all’erosione del risparmio disponibile delle famiglie, scatenato dai prezzi più alti.

“L’inflazione abbassa la testa a giugno: il dato anticipatore sui prezzi registrato da Istat è una buona notizia perché indica non solo uno stop rispetto a maggio – quando invece ancora si registrava un aumento dello 0,3% – ma soprattutto un’ulteriore discesa rispetto allo scorso anno. Ma preoccupa il fatto che la decelerazione possa essere generata da una contrazione dei consumi”.

Confesercenti ha messo a tal proposito in evidenza “l’erosione del risparmio disponibile delle famiglie che stanno ancora attingendo, dove possibile, alle riserve per mantenere i propri livelli di consumi ma che potrebbero aver deciso di effettuare ulteriori selezioni, visto che già le spese obbligate guidate dai prezzi degli energetici e, ad esempio, il pagamento di interessi crescenti sui mutui hanno spostato e continuano a drenare risorse verso voci incomprimibili”.