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Tagli tassi Fed a rischio. Nel Bce-Day i rendimenti dei Treasury infettano i BTP

11 Aprile 2024 12:35

Taglio tassi a giugno si o no nell’area euro? L’inflazione Usa sta mandando in crisi la Bce di Christine Lagarde?

Alta tensione a Wall Street e sul mercato dei Treasury, dopo che la notizia dell’inflazione Usa ancora troppo alta rispetto ai desiderata della Fed ha affossato le speranze e le speculazioni dei trader su un primo taglio dei tassi sui fed funds nel mese di giugno.

Ma alta tensione, nel giorno dell’annuncio sui tassi del Consiglio direttivo dell’Eurotower, anche sul mercato dei titoli di stato dell’area euro, con i tassi dei BTP e dei Bund che puntano verso l’alto, contagiati dalla fiammata dei rendimenti dei titoli di Stato Usa.

Gli annunci della Banca centrale europea riusciranno per caso a tamponare l’effetto del contagio?

Inflazione Usa gela subito Wall Street e Treasury

La pubblicazione del dato relativo all’inflazione degli Stati Uniti ha avuto ieri riflessi immediati su Wall Street  , con forti perdite che hanno azzannato il trend dei principali indici azionari Usa.

Ma la borsa Usa non è stata l’unica ad accusare il colpo arrivato con l’indice CPI (indice dei prezzi al consumo), relativo al mese di marzo.

Il market mover ha scatenato anche l’impennata dei rendimenti dei Treasury e, di conseguenza, la caduta degli stessi.

Per lo stesso motivo, sul mercato del forex, i trader hanno fatto incetta di dollari, a svantaggio dell’euro e dello yen.

Il dato sull’inflazione Usa ha scosso dunque i vari mercati, tra l’altro a poche ore dall’annuncio sui tassi dell’area euro da parte della Bce di Christine Lagarde, che ora dovrà inevitabilmente fare i conti con quel quadro macro made in Usa che sta dando continuamente prova di non avere affatto bisogno di un taglio dei tassi.

Non a giugno, almeno.

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Per la giornata di oggi, vale la pena di ricordare, il consensus degli analisti è per una Bce che lascerà invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, dopo l’ultima stretta monetaria che risale al meeting di settembre del 2023.

Detto questo, la paura è che l’inflazione Usa stia dando filo da torcere non solo alla Fed ma anche alla Bce di Lagarde.

Tassi Treasury volati fino a +20 punti base, tagli Fed 2024 a rischio?

Il campanello di allarme tassi è stato suonato infatti subito, oltre che da Wall Street, anche dai rendimenti dei Treasury, che hanno reagito alla pubblicazione dell’indice CPI schizzando verso l’alto, nella giornata di ieri, di ben 20 punti base, al 4,57%, valore record dal novembre del 2023.

La fiammata è stata ancora più forte per i rendimenti dei Treasury a 2 anni, ovvero dei titoli di stato Usa più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, che sono volati di 22 punti al 4,969%, a un soffio dalla soglia psicologica del 5%.

La dinamica dei tassi dei Treasury ha infettato anche i rendimenti dei titoli di stato dell’area euro, portando i trader a rifare i calcoli non solo su quelle che saranno le prossime mosse sui tassi da parte della Federal Reserve guidata da Jerome Powell, ma anche delle prossime decisioni di altre banche centrali, in primis della Bce e della Bank of England.

Il risultato è che i BTP e i Bund soffrono proprio nel Bce Day cruciale, atteso dalle colombe con la speranza di vedere confermata la grande scommessa di un primo taglio dei tassi dell’Eurozona nel meeting di giugno.

Per quanto sia stata la stessa presidente della Bce Christine Lagarde a rivendicare l’indipendenza dell’Eurotower, i mercati sembrano credere di più a quel cordone ombelicale tra la Banca centrale americana e quella europea, che è stato smentito solo in poche occasioni.

D’altronde, anche se la Bce decidesse di smarcarsi dalla politica monetaria della Fed, la divergenza tra la direzione dei tassi Usa e quella dei tassi euro avrebbe secondo diversi esperti vita breve:

le conseguenze sul trend dell‘euro-dollaro – rapporto che qualcuno stima già orientato verso la parità – costringerebbero infatti Lagarde a scattare sull’attenti, a causa del fenomeno dell’inflazione importata, che tornerebbe a riaccendere il trend delle pressioni inflazionistiche.

Movimenti bruschi del rapporto EUR-USD si sono già visti ieri, con l’euro che è capitolato sulla valuta Usa al ritmo più forte in un anno pagando, così come è accaduto allo yen – scivolato ai minimi dalla metà degli anni ’90 – lo scatto del Super dollaro.

Tassi Bce: trend dei tassi BTP e dello spread post scivolone Treasury

Il trend dei Treasury contagia dunque la carta dell’Eurozona e italiana, a poche ore dall’annuncio sui tassi che, alle 14.15 ora italiana, arriverà dalla Bce di Christine Lagarde: i rendimenti dei BTP a 10 anni scattano di 5 punti base al 3,85%.

Vanno su anche i tassi dei Bund tedeschi, riavvicinandosi ai massimi dell’anno.

Il risultato è che lo spread BTP-Bund è poco mosso, oscillando attorno a 138 punti base.

Il valore è in ogni caso in deciso rialzo rispetto a poche settimane fa, quando il differenziale tra i tassi dei BTP e i tassi dei Bund a 10 anni era scivolato anche sotto la soglia di 120 punti base, confermandosi motivo di orgoglio per il governo Meloni.

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Scenario tassi higher for longer. Repricing anche su scommesse Bce

Il dato relativo all’inflazione Usa ha avuto dunque, per l’ennesima volta, un forte impatto sia sugli Stati Uniti che sul resto del mondo, che ora sconta un contesto di tassi  “higher for longer” , ovvero di tassi più alti per un periodo di tempo più lungo.

Bloomberg riporta inoltre che, per effetto del dubbio che la Fed lanci il suo primo taglio dei tassi non più a giugno, e neanche a luglio, ma addirittura soltanto a settembre, ad affievolirsi nelle ultime ore sono state anche le speculazioni sui tagli della Bce di Christine Lagarde:

ora si scommette su meno di tre sforbiciate dei tassi dell’area euro -ciascuna dello 0,25% – nel corso del 2024, rispetto alla probabilità precedente di un quarto taglio dei tassi, nell’anno, pari al 50%.

Un primo taglio dei tassi da parte della Bce nel mese di giugno viene considerato dai mercati ancora lo scenario di base, sebbene non sia più pienamente prezzato.

I trader ricalcolano anche le scommesse sui tagli ai tassi della Bank of England, smettendo di considerare praticamente certe due riduzioni dei tassi, nel Regno Unito, nel corso del 2024.

Il repricing in atto parte ovviamente dalla prospettiva di quelli che saranno, secondo i mercati,  i tagli ai tassi – sempre se ci saranno, dice qualcuno – nel corso del 2024 da parte della Fed.

Basta il grafico di Bloomberg per far capire come la probabilità di un taglio dei tassi da parte della banca centrale Usa si sia decisamente frantumata a seguito della pubblicazione del dato relativo all’inflazione.

Ora i mercati scommettono su tagli complessivi ai tassi da parte della Fed di Jerome Powell, nel corso di quest’anno, pari ad appena -38 punti base, mentre gli economisti stanno già rifacendo i loro calcoli.

Diana Asatryan di Goldman Sachs ha per esempio scritto che la divisione di ricerca del colosso di Wall Street prevede ora una prima sforbiciata ai tassi Usa non più a giugno, ma a luglio, e che i tagli complessivi quest’anno saranno appena due.

Di fatto, dallo strumento CME FedWatch emerge che la probabilità che la Fed lasci i tassi sui fed funds Usa a giugno è di ben l’80%.

Più della metà dei trader prevede inoltre che Powell & Co. lasceranno i tassi fermi anche a luglio, il che significa che il primo taglio potrebbe avvenire soltanto nella riunione del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed- di settembre.

 

A questo punto ci si chiede se davvero la Bce di Christine Lagarde possa riuscire a consegnare quel regalo ai bond dell’area euro, BTP ovviamente inclusi, con una eventuale carrellata di tagli ai tassi: anche perchè, e ancora prima del dato relativo all’inflazione Usa, diversi economisti avevano già avvertito i trader di non avere aspettative troppo alte su una Banca centrale europea pronta a tagliare i tassi più volte, dopo una prima mossa attesa per il mese di giugno.

Se è vero che nei giorni scorsi era anche circolata la possibilità di due tagli consecutivi dei tassi da parte della Bce nei mesi di giugno e di luglio, è altrettanto vero che l’indice CPI Usa ha sparigliato le carte, mandando molto probabilmente in crisi Christine Lagarde, inseguita da quell’errore storico che ha marchiato il suo mandato: quello commesso quando la presidente ha continuato a dire che l’inflazione dell’Eurozona era temporanea, quando non lo era affatto.

Bce e taglio tassi: Lagarde verso sorpresa bis? L’incubo più inflazione con Fed

E così a balzare oggi sono anche i tassi dei Bund tedeschi, che salgono di 4 punti base al 2,47%, scattando al massimo dall’inizio di marzo.

Stretti nella morsa dei sell off anche i Gilts, ovvero i titoli di stato UK, a fronte di rendimenti che sono volati fino a +10 punti base lungo la curva.

Per quanto riguarda i titoli di stato dell’area euro, lo stesso articolo di Bloomberg segnala che non è esclusa per oggi la possibilità di una ripresa improvvisa dei BTP e di altri bond del blocco, con l’assist della Bce di Lagarde.

La presidente della Banca centrale europea potrebbe infatti magari ribadire, a dispetto della Fed, di essere aperta a tagliare i tassi, in ogni caso, a giugno.

Ma non tutti ci scommettono, ricordando che, alla fine, la Bce si allinea alla Fed, a parte poche eccezioni.