Bce, Lagarde VS Italia: BTP in balìa guerra di nervi
Il Bce Day è ormai alle porte e, sulla questione tassi, l’impressione è che tra la presidente della banca centrale Christine Lagarde e l’Italia del governo Meloni sia in corso una guerra di nervi, che vede già da parecchio tempo come vittima illustre i BTP. Più in generale, l’Italia intera.
Sul mercato secondario, lo spread BTP-Bund a 10 anni, noto anche come spread Italia-Germania, o come termometro del rischio dell’area euro, rimane sotto controllo, al di sotto della soglia di 200 punti base.
I tassi dei BTP a 10 anni si sono riposizionati tuttavia al di sopra della soglia del 4%, con la carta italiana che fa i conti, oltre che con il timore di una Lagarde ostinatamente intenzionata ad alzare i tassi per riportare l’inflazione dell’area euro al target della Bce pari al 2%, anche con il boom delle emissioni di titoli di stato previsto per il 2023.
In attesa del verdetto della Bce di Lagarde, che farà il suo annuncio sui tassi giovedì prossimo 2 febbraio 2023, dando anche indicazioni più precise su come inizierà a smobilizzare la quantità immane di BTP e di altri titoli di stato dell’area euro di cui ha fatto incetta con il Quantitative Easing, le previsioni che arrivano dal mondo degli economisti e degli strategist si sprecano.
Bce, Nouriel Roubini e Amundi lanciano alert tassi oltre 4%
Vale la pena menzionare quanto riportato da Lisa Abramowicz @lisaabramowicz1 su Twitter:
qualche giorno fa la giornalista e anchorwoman di Bloomberg TV ha comunicato l’opinione dell’economista Nouriel Roubini, secondo cui la Bce alzerà i tassi fino a superare il 4%, dunque ben oltre quel tasso terminale che è stato identificato da diversi strategist attorno al 3,25%.
Una profezia hawkish in cui credono anche gli esperti di Amundi, che hanno avvertito che i mercati, in particolare le borse europee, starebbero scommettendo su un dietrofront dell’inflazione in modo prematuro.
Mercati disconnessi dalla realtà?
Sicuramente mercati che sperano in un dietrofront di Lagarde & Co, ancora frastornati, forse, da quelle indiscrezioni che sono state riportate settimane fa dall’agenzia di stampa Bloomberg nell’articolo “ECB Is Pondering Slower Hikes After Half Point in February”.
L’Italia ci ha subito sperato: quel giorno, i tassi dei BTP a 10 anni sono capitolati di oltre 15 punti base al 3,86%, al minimo da quando Christine Lagarde ha spaventato i mercati con le sue dichiarazioni hawkish, lo scorso 15 dicembre, giorno in cui i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati alzati rispettivamente al 2,50%, al 2,75% e al 2,00%.
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La prospettiva di una Bce più indulgente nei confronti dell’inflazione ha fatto scattare subito forti buy sui bond italiani, ma non solo.
“Sebbene rimanga probabile il rialzo dei tassi di 50 punti base di febbraio che (Lagarde) ha indicato (nel suo video messaggio di auguri di Natale), aumenta il sostegno alla prospettiva di un rialzo dei tassi più contenuto, pari a 25 punti base“, si leggeva nell’articolo di Bloomberg pubblicato alla metà di gennaio
Ci hanno pensato le dichiarazioni proferite da Christine Lagarde in primis e da altri esponenti del Consiglio direttivo della Bce, rilasciate direttamente da Davos, nel corso del World Economic Forum a cambiare ancora le carte in tavola, facendo tornare la tensione sul mercato dei BTP.
Lo spread ha puntato così di nuovo verso l’alto, dopo essere capitolato addirittura a quota 171 punti base, minimo dall’aprile del 2022, a metà mese.
Spread BTP-Bund: il target di Goldman Sachs
Bloomberg ha così, nei giorni successivi, pubblicato un altro articolo dedicato all’Italia e alle mosse della Bce di Lagarde, dai toni decisamente meno bullish sui BTP.
Nell’articolo “Euro Area’s Best Bond Trade of the Year Is at Risk of Unwinding”, l’agenzia ha riportato le opinioni di diversi esperti, che hanno lanciato un attenti sul rischio che la scommessa migliore dell’anno avente per oggetto i BTP faccia una brutta fine.
In particolare Gareth Hill, gestore di fondi di Royal London, ha detto di ritenere che “questo livello di spread BTP-Bund sembra sottovalutare il rischio”.
Ovvero?
“Siamo in un contesto in cui la Bce si prepara a una politica restrittiva e in cui il problema dell’inflazione in Europa (nell’area euro) è ancora presente”.
Per Hill, è insomma inconcepibile che il differenziale tra i tassi dei BTP a 10 anni e quelli tedeschi oscilli attorno ai minimi in nove mesi.
Il problema è sempre quello: l’Italia rimane uno dei paesi più indebitati in Eurozona, con un debito pari a 1,5 volte il valore del Pil, fattore chre rende il paese tra i più sensibili al rialzo del costo del denaro. E ancora: l’inflazione dell’area euro è al record, e i funzionari della Bce continuano a prevedere tuttora aumenti dei tassi significativi all’orizzonte.
In più, c’è il problema delle nuove emissioni di BTP, a fronte di una Bce che non è più disposta a blindare l’Italia con l’acquisto dei BTP: e questo è un particolare che, secondo Goldman Sachs, rischia di rendere le emissioni dei bond “particolarmente sfidanti”, se si considera le necessità di rifinanziare debiti per un valore di 227 miliardi di euro.
“Gli spread sono troppo bassi e dovrebbero allargarsi rispetto ai livelli attuali”, ha commentato a Bloomberg Mohit Kumar di Jefferies.
Bloomberg indica tuttavia che non tutti credono che questo sia il momento di shortare i BTP.
Per BlueBay, per esempio, il rallentamento dell’inflazione dell’area euro previsto nei mesi di febbraio e di marzo dovrebbe sostenere ancora il rally dei titoli di stato italiani. Secondo il gestore Kaspar Hense, lo spread BTP-Bund potrebbe scivolare addirittura fino a quota 150 punti base, in corrispondenza del quale, “avrebbe senso optare poi per uno short”.
Positiva al momento sui BTP anche Société Générale, che intravede uno spazio per un ulteriore ribasso del differenziale, mentre gli analisti di Bank of America hanno deciso di astenersi per ora dallo scommettere su allargamento dello spread, facendo notare che sono ancora molti i trader che continuano ad acquistare BTP per coprire le precedenti posizioni short accumulate.
Gli strategist di Goldman Sachs credono invece che lo spread possa salire fino a 235 punti base.
Nic Hoogewis, gestore di Lombard Odier, ha inoltre sottolineato di credere che il cosiddetto scudo anti-spread salva BTP – la cui efficienza è stata già bocciata da molti – sarà attivato da Lagarde & Co solo se lo spread BTP-Bund arriverà a quota 300 punti base.
Infine BlueBay ha identificato nel 5% la soglia pericolo per i tassi dei BTP che farebbe scattare gli investitori, rinfocolando i dubbi sulla sostenibilità del debito italiano.
Bce: attacco governo Meloni VS Lagarde farà il bis?
L’ultimo Bce-Day del 15 dicembre scorso ha visto protagonista l’attacco di diversi esponenti del governo Meloni contro la Bce di Christine Lagarde.
Quel giorno, i tassi dei BTP a 10 anni hanno superato anche i rendimenti decennali dei bond della Grecia e lo spread BTP-Bund è schizzato oltre quota 200, pagando non solo il rialzo dei tassi ma anche l’annuncio della fine della pacchia per i BTP, si potrebbe dire, con il lancio imminente del QT-Quantitative Tightening.
Così il leader della Lega Matteo Salvini:
“È incredibile, sconcertante e preoccupante che mentre c’è un governo che sta facendo di tutto per aumentare stipendi e pensioni e tagliare le tasse, la Bce, in un pomeriggio di metà dicembre, approvi una norma che brucia miliardi di euro di risparmi in Italia e in tutta Europa facendo schizzare lo spread”.
“Non ho capito il regalo di Natale che la presidente Lagarde ha voluto fare all’Italia”, ha twittato il ministro della Difesa Guido Crosetto, parlando poi in un altro post su Twitter di “decisioni prese e comunicate con leggerezza e distacco” e rincarando la dose, in riferimento agli effetti delle dichiarazioni di Lagarde sul debito futuro dell’Italia.
Dal canto suo, da quell’ultimo atto del 2022, la numero uno dell’Eurotower è rimasta ferma sulle proprie posizioni, ribadendo la propria ferrea determinazione a sconfiggere la piaga dell’inflazione. Fino a qualche giorno fa, quando ha parlato di tassi da Davos:
“Manterremo la rotta fino a quando arriveremo in un territorio restrittivo per un tempo sufficiente a far tornare l’inflazione al 2%”, ha detto la presidente della Bce, in un messaggio che non ha lasciato dubbi.
“Il mio mantra è mantenere la rotta”: : una frase che dice tutto e che affossa le speranze dell’Italia. D’altronde Lagarde si gioca la sua credibilità (mentre l’Italia rischia il suo futuro).