Notizie Notizie Mondo Trimestrali USA Banche Usa e trimestrali: dopo JPMorgan ecco gli utili di Goldman Sachs e BofA

Banche Usa e trimestrali: dopo JPMorgan ecco gli utili di Goldman Sachs e BofA

17 Ottobre 2023 14:34

Gli utili delle banche Usa sono tornati oggi protagonisti a Wall Street con i conti del colosso Goldman Sachs, successivi alla pubblicazione, venerdì scorso, delle trimestrali di JPMorgan, (JPM), Wells Fargo (WFC) e Citigroup (C).

Oltre a Goldman Sachs, a diffondere il bilancio relativo al terzo trimestre del 2023 è stata Bank of America.

Domani sarà il turno di Morgan Stanley (MS).

Goldman Sachs: utili -33%. Occhio a unità trading e investment banking

Goldman Sachs ha annunciato di aver concluso il terzo trimestre del 2023 con un utile per azione di $5,47, migliore dei $5,31 per azione che erano stati previsti dal consensus degli analisti intervistati da LSEG (ex Refinitiv).

Qualche analista ha avvertito tuttavia che è possibile che una comparazione tra i due valori non sia del tutto esatta.

Nel complesso, gli utili sono scesi su base annua del 33%, a $2,058 miliardi.

Il titolo Goldman Sachs, va ricordato, è stato l’unico a riportare un trend positivo a Wall Street, nel corso del terzo trimestre, tra i vari giganti finanziari Usa, salendo tuttavia di appena lo 0,3%.

Andando ad analizzare il fatturato delle varie divisioni, quello dell’unità di trading di bond è sceso del 6%, a $3.38 miliardi, battendo tuttavia le stime degli analisti di quasi $600 milioni.

Goldman Sachs ha beneficiato in particolare della solidità dei prodotti finanziari legati ai tassi di interesse e ai mutui, che hanno aiutato più che a compensare i cali del fatturato relativi alle operazioni di trading sul forex, sulle commotires e sul credito.

La divisione di trading sull’azionario della banca americana ha assistito a una crescita del fatturato, su base annua, dell’8%, a $2,96 miliardi, sulla scia di un’attività più alta sugli strumenti derivati. Il risultato ha battuto le attese di $200 milioni.

Bene anche la divisione di investment banking, che ha visto il fatturato salire dell’1% a $1,55 miliardi, lievemente oltre gli $1,48 miliardi attesi.

L’attenzione degli investitori si concentrerà oggi, oltre che sui numeri, anche sulla leadership del colosso, viste le critiche che hanno preso di mira, negli ultimi mesi, il ceo David Solomon.

Bank of America

Anche Bank of America ha annunciato i conti del terzo trimestre nella giornata di oggi.

I numeri si sono rivelati positivi. In particolare l’eps (utile per azione) si è attestato a 90 centesimi, rispetto agli 82 centesimi per azione attesi da LSEG.

In totale i profitti sono ammontati a $7,8 miliardi, in rialzo del 10% su base annua, rispetto ai precedenti $7,1 miliardi, o 81 centesimi per azione, dello stesso trimestre del 2022.

La banca americana ha riportato inoltre un fatturato di $25,32 miliardi, oltre i $25,14 miliardi previsti, e in rialzo del 2,9% su base annu.

Il margine netto di interesse di Bank of America è salito nel terzo trimestre dell’anno del 4% su base annua, a $14,4 miliardi, a un livello superiore rispetto alle attese degli analisti di $300 milioni circa, grazie all’aumento dei tassi e alla crescita dei prestiti.

Il ceo di BofA Brian Moynihan ha commentato i risultati della seconda banca più grande degli Stati Uniti (per valore degli asset, dopo JPMorgan), sottolineando che gli asset dell’istituto continuano a crescere, a dispetto dei segnali di rallentamento economico.

“Abbiamo visto crescere il numero dei conti e dei clienti in tutte le linee di business –  ha detto Moynihan – E lo abbiamo fatto in un contesto in cui l’economia è sana ma rallenta”, con “i consumatori americani che continuano a spendere ancora oltre i livelli dello scorso anno”, ma con le stesse spese che “continuano a imdebolirsi”.

Bank of America è stata la banca che, dopo Citigroup, ha fatto peggio in Borsa rispetto a tutte le banche Usa, scivolando a Wall Street, nel corso del terzo trimestre del 2023, del 4,6%.

JPMorgan: utili e fatturato battono le stime

JPMorgan, la banca numero uno degli Stati Uniti per capitalizzazione di mercato, ha superato la prova del nove delle trimestrali, annunciando venerdì scorso di aver incassato un eps e un fatturato migliori delle attese.

Il gruppo si è messo però in evidenza anche con una serie di alert lanciati dal ceo Jamie Dimon.

Dai conti è emerso che, nel terzo trimestre del 2023 , l’utile per azione è stato pari a $4,33, meglio delle attese degli analisti.

Il fatturato, anche, si è confermato migliore delle attese, a quota $40,69 miliardi.

La banca ha reso noto di aver beneficiato di margini di interesse più alti delle previsioni, a fronte di costi sul credito inferiori alle stime.

Stando dai dati raccolti da FactSet, per il terzo trimestre il consensus aveva previsto nel caso di JPMorgan un utile per azione di $3,90 e un fatturato di $39,55 miliardi.

Gli analisti avevano migliorato l’outlook sull’eps di 37 centesimi per azione circa visto che, fino allo scorso 1° luglio, prevedevano un utile per azione di $3,53.

Gli analisti interpellati da Refinitiv, invece, avevano previsto un utile per azione di $3,96, su un fatturato di $39,65 miliardi.

Il colosso guidato dal ceo Jamie Dimon, spesso sotto i riflettori con le sue view sui tassi di interesse e sull’economia Usa, riscuote in generale la fiducia degli strategist ma il titolo ha riportato una lieve perdita a Wall Street, pari a -0,3%, nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 settembre.

Detto questo, tra gli strategist bullish si è messo in luce negli ultimi giorni Christopher McGratty, analista di KBW, che ha annunciato in una nota recente di avere un rating overweight sul titolo JPMorgan Chase, prevedendo un aumento della quota di mercato detenuta dalla banca e margini più alti delle attese per l’intero 2023.

Da segnalare, guardando al trend YTD (ovvero da inizio anno) del titolo,  che JPMorgan ha riportato nel 2023 un rialzo dell’8,7%, sovraperformando in modo deciso il calo del 19% dell’indice di settore KBW Bank Index.

Detto questo, il ceo Jamie Dimon, alla luce delle forti recenti escalation delle tensioni geopolitiche, scatenate dall’attacco di Hamas a Israele di sabato scorso 7 ottobre, non ha potuto nascondere i timori per il destino del mondo intero.

“Questo potrebbe confermarsi il momento più pericoloso che il mondo abbia vissuto negli ultimi decenni – ha detto l’AD di JPMorgan, nel comunicato con cui sono stati resi noti i risultati della banca.

Dimon non si è limitato a citare “i conflitti militari in Ucraina e in Israele”, ma ha fatto riferimento anche il balzo del debito degli Stati Uniti e “ai fiscal deficit più alti di sempre in periodi di pace”.

Nel complesso, gli utili del terzo trimestre di JPMorgan sono ammontati a $13,15 miliardi, o a $4,33  per azione, in crescita del 35% su base annua.

Dimon ha tuttavia avvertito che il trend positivo legato alla solidità dei margini di interesse e ai costi del credito contenuti potrebbe anche non durare.

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Wells Fargo

Ha reso noto i propri risultati di bilancio, nella giornata di venerdì scorso, anche l’altra grande banca Usa Wells Fargo, con il titolo che ha reagito positivamente alla diffusione dei conti.

Wells Fargo ha annunciato di aver incassato un utile netto, nel terzo trimestre dell’anno, di $5,767 miliardi, o di $1,48 per azione, in rialzo rispetto ai $3,592 miliardi, o 86 centesimi per azione, dello stesso periodo del 2022.

Il fatturato è salito a $20,857 miliardi dai $19,566 miliardi del terzo trimestre dello scorso anno.

Anche nel caso di Wells Fargo, gli analisti avevano rivisto al rialzo l’outlook sugli utili, dall’eps pari a $1,18 precedentemente previsto a $1,23, su un giro di affari di $21,11 miliardi.

La banca, il cui titolo ha perso nel terzo trimestre il 4,3%, ha battuto dunque le attese sull’eps ma non sul fatturato.

Un’ottima notizia è rappresentata dal fatto che Wells Fargo prevede ora per il 2023 un margine di interesse (NII) in rialzo di ben il 16% su base annua.

La banca ha praticamente annunciato venerdì scorso anche un upgrade sul suo outlook che, in precedenza, stimava un aumento della voce di bilancio del 14%.

Soltanto nel terzo trimestre del 2023, l’NII è scattato dell’8%, a $13,1 miliardi, continuano a beneficiare dell’effetto positivo rappresentato dai rialzi dei tassi varati dalla Fed di Jerome Powell.

Negli ultimi giorni, prima della pubblicazione dei conti, gli analisti hanno ricordato i progressi che Wells Fargo continua a fare nel lasciarsi alle spalle le varie beghe legali degli ultimi anni.

Nel mese di agosto, la Big Bank Usa ha per esempio versato 35 milioni di dollari per chiudere alcune cause legali, che la vedevano accusata di non aver concesso ad alcuni clienti gli sconti sulle commissioni di broker da pagare che aveva promesso in passato.

Citigroup

Trimestrale positiva anche per Citigroup, tra le banche Usa più di rilievo, che ha annunciato anch’essa venerdì scorso i propri conti, rendendo noto di aver concluso il terzo trimestre del 2023 con un utile per azione di $1,63, che non può essere paragonato tuttavia agli $1,24 attesi a causa degli smobilizzi avviati dalla banca.

Esclusi questi disinvestimenti, l’eps di Citigroup è stato pari a $1,52.

Il fatturato si è attestato a $20,14 miliardi, meglio dei $19,31 miliardi previsti dal consensus.

Gli analisti avevano ridotto le previsioni sull’eps di Citigroup dagli $1,32 per azione di tre mesi fa, a $1,24.

Un articolo di Marketwatch   ha messo in evidenza nei giorni scorsi come il titolo Citigroup, tra i Big delle banche Usa, sia quello che ha perso di più nel terzo trimestre, tra le Big Banks, soffrendo un calo del 10,7%.

Banche Usa alle prese con ansia bond e immobiliare e paura margini

Il comparto delle banche Usa è reduce da un periodo difficile, in cui ha scontato in Borsa le regole di capitale più severe lanciate dalle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti e i timori che i tassi di interesse dei bond più alti finiscano per avere un effetto negativo sulle obbligazioni presenti nei bilanci dei colossi.

Qualcosa, in questo ultimo caso, che ha segnato la fine dei giochi per la banca californiana delle start up Silicon Valley Bank (SVB) che, con il crac dello scorso marzo, ha riportato sui mercati l’incubo di un evento Lehman Brothers, scatenando il panico bank run, l’alert corsa agli sportelli, e riproponendo negli States la questione dei bailout degli istituti in difficoltà.

Per le banche Usa, gli analisti hanno temuto nelle ultime settimane anche un calo dei margini di interesse (NII), ovvero della differenza tra quanto le banche guadagnano erogando prestiti e quanto le stesse pagano ai depositi dei clienti.

I margini finora sono stati solidi, grazie al forte assist dei rialzi dei tassi di interesse lanciati dalla Fed guidata da Jerome Powell .

Ma le banche Usa fanno fronte anche al problema rappresentato dalla loro esposizione al settore immobiliare commerciale degli Stati Uniti, che continua a scontare il calo della domanda di nuovi uffici da parte delle aziende, vista la diffusione dello smart working.

Ancora, c’è la questione degli accantonamenti che le banche stanno accumulando, in vista del rallentamento dell’economia degli Stati Uniti.

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Trimestrali: più grandi le banche, meglio è

Guardando alle banche Usa più importanti, per JPMorgan, Goldman Sachs & Co, l’elemento positivo è rappresentato dal fatto che, trattandosi di colossi, i loro fatturati attingono a diverse fonti, come quella del business delle carte di credito.

Di conseguenza, secondo Brian Mulberry, gestore di portafoglio di Zacks Investment Management, che detiene una posizione in JPMorgan Chase, “più grande è meglio, in questa stagione delle trimestrali”.

E infatti “l’impressione è che le banche che sono grandi in misura tale da gestire business diversificati stiano facendo bene“.

Certo, un tasto dolente rimane la debolezza del business di investiment banking che, negli ultimi mesi, si è rivelato di nuovo una scarsa fonte di guadagno, vista la carenza di operazioni di M&A (mergers and acquisitions, fusioni e acquisizioni), che vedono di norma le grandi banche Usa agire in qualità di advisor.

“Il terzo trimestre è stato un altro trimestre debole per le attività di dealmaking negli Stati Uniti, vista la persistenza di ulteriori rialzi dei tassi e il rallentamento estivo che di solito si verifica nei mesi di luglio e agosto”, ha spiegato Phil Isom, responsabile globale della divisione di M&A di KPMG.

Il trend dei titoli delle banche Usa condizionato dai Treasuries

Va ricordato, considerando l’intero settore bancario degli Stati Uniti che, nel mese di settembre, i titoli sono stati attaccati da forti sell off, sulla scia del balzo dei tassi dei Treasuries Usa, che ha portato gli investitori a temere un imminente rialzo degli NPL, ovvero dei crediti deteriorati, nei bilanci delle banche americane.

La prospettiva di tassi sui fed funds più alti per un periodo di tempo più lungo (higher for longer), confermata da diversi esponenti della Fed,  presidente Jerome Powell incluso, ha scatenato un crollo dell’indice S&P 500 Banks pari a -9,3% nel mese di settembre.

Vale la pena sottolineare come la fiammata dei tassi dei Treasuries Usa con scadenza a dieci anni, nel corso del terzo trimestre, sia stata pari a ben +74 punti base.

Guardando al trend YTD (ovvero da inizio anno) dei titoli, spicca il trend delle azioni di JPMorgan, che hanno incassato quest’anno un rialzo dell’8,7%, sovraperformando in modo deciso il calo del 19% dell’indice di settore KBW Bank Index.

Banche Usa: preview Morgan Stanley

Mancano all’appello gli utili di Morgan Stanley, che saranno resi noti nella giornata di domani, mercoledì 18 ottobre.

Morgan Stanley, reduce da una perdita del titolo pari a -4,4% nel terzo trimestre, dovrebbe aver concluso il terzo trimestre del 2023, con un utile per azione di $1,36, in flessione rispetto agli $1,56 preventivati dal consensus degli analisti all’inizio del trimestre.

Il fatturato è atteso a $13,33 miliardi.