Notizie Notizie Italia Banche Usa mai così male in Borsa da crac SVB. Tonfo ETF -8% ad agosto

Banche Usa mai così male in Borsa da crac SVB. Tonfo ETF -8% ad agosto

1 Settembre 2023 10:19

Banche Usa mai così male a Wall Street dal crac di SVB-Silicon Valley Bank del mese di marzo, che ha riportato in tutto il mondo la paura di un nuovo evento in stile Lehman Brothers.

Nel mese di agosto, che si è confermato tra l’altro il peggiore, per il Nasdaq Composite, di tutto il 2023, l’indice settoriale di riferimento KBW Bank Index è capitolato dell’8,8%, riportando la perdita peggiore da quei giorni di marzo, quando le fondamenta del sistema finanziario Usa hanno tremato accusando il colpo della fuga dei depositi.

Quella corsa agli sportelli, unita all’emorragia dei titoli in Borsa, ha costretto le autorità federali Usa, Federal Reserve e Tesoro in primis, a intervenire per evitare il peggio.

Per alcuni mesi, chiuso il caso – e anche la banca –  First Republic Bank, inglobata da JPMorgan Chase, la paura di quell’evento Lehman è rientrata.

Invesco KBW Bank ETF crolla di oltre l’8% ad agosto

Nel mese che si è appena chiuso, una nuova ondata di sell off  è tornata a colpire il comparto bancario.

Lo dimostra l’Invesco KBW Bank ETF, l’ETF basato sul  KBW Bank Index (per la precisione KBW Nasdaq Bank Index), che investe di norma almeno il 90% dei suoi asset totali nei titoli che compongono l’indice.

L’ETF  è crollato anch’esso di oltre l’8%, soffrendo il sell off più forte dalla crisi bancaria di marzo, quando era scivolato di oltre il 25%.

Sono stati in particolare i titoli Citigroup, Citizens, Capital One e PNC Financial ad affossare l’ETF, con perdite che sono state superiori a -12%.

Paura regole più rigide, Moody’s e immobiliare affossano banche Usa

Cosa sta succedendo?

Sta succedendo che gli investitori, già decisamente scottati con lo shock SVB di marzo, hanno deciso di prendere di nuovo le distanze da un settore alle prese con diversi problemi.

Tra questi, l’introduzione di regole più pesanti, l’aumento dei costi di depositi, e l’effetto della politica monetaria anti-inflazione della Fed di Jerome Powell incentrata sul rialzo dei tassi: fattore, quest’ultimo, che sta dando filo da torcere soprattutto al mercato immobiliare commerciale.

Nel mese di agosto, è arrivata inoltre la decisione di Moody’s di tagliare il rating di 10 banche Usa, minacciando tra l’altro nuovi downgrade.

Considerando anche le modifiche apportate ad alcuni outlook la mossa di Moody’s ha interessato ben 27 istituti di credito degli States.

Nella nota con cui ha fatto l’annuncio, Moody’s ha spiegato il downgrade sulle 10 banche Usa con alcuni fattori, rappresentati dai costi della raccolta più alti, dal rischio che i livelli di capitale richiesti dalle autorità non siano sufficienti e dall’esposizione di alcuni istituti di credito al mercato immobiliare commerciale (CRE-commercial real estate).

L’agenzia di rating ha puntualizzato che l’esposizione elevata a questo settore rappresenta un chiaro rischio, a causa degli elevati tassi di interesse e del calo generale della domanda di uffici a causa della persistenza dello smart working.

All’orizzonte, “per l’inizio del 2024” c’è inoltre la possibilità di una recessione Usa, sebbene “moderata“, ha detto ancora Moody’s..

Il risultato è che le vendite che si sono abbattute sul settore hanno riportato il KBW Bank Index a scendere ai livelli di marzo, dunque ai quei giorni terribili in cui a Wall Street, contro le banche Usa, è partito un attacco feroce di sell, sulla scia del collasso della banca californiana SVB-Silicon Valley Bank che, da sola, ha riportato lo spettro Lehman Brothers negli Stati Uniti e nel mondo.

A fallire nel giro di qualche ora, aprendo quello che è stato poi definito un vero e proprio vaso di Pandora è stata poi Signature Bank, la crypto bank Usa più grande insieme a Silvergate, che aveva fatto crac prima che esplodesse la ‘bomba’ SVB.

Alla fine di aprile veniva annunciata la fine delle trasmissioni anche per la banca regionale Usa First Republic .

Un bel trauma per chi investe nei titoli delle banche Usa, che è stato poi gelato anche dalla paura di nuove regole concepite per imbrigliare il settore. Regole che, in realtà, le autorità stanno mettendo a punto proprio per evitare il ripetersi della crisi di marzo ma che hanno l’effetto di far sorgere più di un dubbio sulla qualità degli asset degli istituti che, allo stesso tempo, stanno  procedendo a diversi accantonamenti di riserve per fronteggiare l’altra tegola sempre presente dei crediti deteriorati.

LEGGI ANCHE

Banche Usa: per le Big shock $100 miliardi con nuove regole Fed sul capitale