Notizie Notizie Mondo Big Tech USA Wall Street attende utili Apple, Amazon & Co: prova del nove per l’AI. Nasdaq: correzione o ripresa?

Wall Street attende utili Apple, Amazon & Co: prova del nove per l’AI. Nasdaq: correzione o ripresa?

30 Luglio 2024 16:53

Utili di Apple e Amazon, ma anche di Meta Platforms e Microsoft: tra i principali market mover di questa settimana, oltre all’annuncio sui tassi da parte della Fed di Jerome Powell, ci saranno anche i conti di queste quattro Big Tech Usa, note per essere quelle che, insieme alle colleghe Tesla, Nvidia e Alphabet, fanno parte del club esclusivo dei Magnifici 7.

Alphabet-Google e Tesla hanno già pubblicato i loro rispettivi risultati la scorsa settimana, e l’esito è stato a dir poco disastroso:

la sessione di mercoledì scorso 24 luglio 2024 è stata per gli indici Nasdaq e S&P 500 la peggiore dal 2022, a causa del panico che ha investito i titoli delle Big Tech e, in generale, i titoli tecnologici.

La carica di sell è stata tale che, come ha fatto notare Bloomberg nell’articolo “Big Tech earnings arrive with Nasdaq 100 on brink of correction, il Nasdaq 100 viaggia anche a un passo dalla fase di correzione, che si intende quella situazione in cui un indice o un titolo è in perdita del 10% rispetto al massimo precedentemente testato.

Gli utili delle Big Tech Usa in arrivo riusciranno a evitare il peggio? D’altronde, si può ormai dire che il mercato lo fanno ormai loro.

Campanello allarme AI suonato da rotazione-utili Google

A cadere sotto il fuoco dei forti sell off, la scorsa settimana, sono stati soprattutto i titoli Nvidia, Alphabet, Microsoft, Apple e Tesla, per effetto del campanello di allarme che è stato suonato in particolare da Alphabet, la holding a cui fa capo Google.

Quel panico è stato così dirompente da contagiare nelle ore successive la borsa di Tokyo, il Ftse Mib di Piazza Affari e l’azionario globale.

A incidere sui sell off è stato anche il fenomeno della rotazione dei trader dai titoli tecnologici alle small cap e alle blue chip, come hanno messo in evidenza i trend positivi riportati già nelle sessioni precedenti dagli indici azionari Usa Russell 2000 e Dow Jones.

Il fenomeno della rotazione si era già palesato subito dopo la pubblicazione del dato CPI relativo all’inflazione Usa, che aveva rafforzato le speculazioni degli investitori sui tagli ai tassi di interesse da parte della Banca centrale americana guidata da Jerome Powell. Tagli ai tassi che, se si confermassero, sosterrebbero soprattutto le blue chip e le società a piccola capitalizzazione.

Oggi è un giorno importante – aveva commentato con un intervento al programma ‘Closing Bell’ Ed Yardeni di Yardeni Research – questo è il giorno in cui gli investitori stanno iniziando a uscire dai Magnifici 7 verso il resto del mercato”.

I giorni successivi avrebbero confermato il fenomeno della rotazione in atto, a danno dei titoli hi-tech. Fino all’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso:

i risultati e le dichiarazioni arrivati da Google, che hanno fatto sorgere tra gli analisti il dubbio che le Big Tech stiano scommettendo e investendo troppo su un business, quello dell’AI o intelligenza artificiale, che non darà alla fine i risultati sperati, a fronte di investimenti che le società stanno effettuando che potrebbero rivelarsi eccessivi.

Investimenti eccessivi nell’AI? Il timore sull’incasso effettivo

Il capex di Google, per fare un esempio, è quasi raddoppiato su base annua, salendo nel secondo trimestre del 2024 a $13,2 miliardi, rispetto ai $6,9 miliardi del secondo trimestre del 2023.

Investimenti eccessivi per un business, quello dell’AI, che non si sa neanche di preciso quale impatto avrà sulla redditività dei colossi?

La domanda che si sono posti gli esperti ha avuto di fatto per oggetto il ritorno sul capitale investito in AI che le Big Tech stanno incassando o incasseranno in futuro. Sarà davvero alto?

Dopo i forti smobilizzi del 24 luglio scorso, il Nasdaq e lo S&P 500 hanno recuperato terreno in modo sostenuto nella sessione di venerdì scorso, 26 luglio, grazie alle buone notizie arrivate con la pubblicazione del PCE core, parametro preferito dalla Fed per monitorare il trend dell’inflazione Usa.

Ieri, prima sessione della settimana di contrattazioni a Wall Street, il trend della borsa Usa ha rispecchiato la cautela dei trader:

il Dow Jones Industrial Average ha perso 40,21 punti o lo 0,12% a 40.540,12 punti e lo S&P 500 è salito di 4,46 punti o dello 0,08% a 5.463,55 punti. Il Nasdaq Composite ha chiuso con un progresso di appena 12,32 punti o dello 0,07% a 17.370,20 punti, mentre l’indice delle small-cap Russell 2000 ha perso 24,73 punti o l’1,09% a quota 2.235,33.

Stavolta, hanno perso dunque anche i titoli delle small cap. Anche oggi, gli investitori sembrano trattenere il respiro, in attesa degli utili di Microsoft, che verranno diffusi dopo la fine della giornata di contrattazioni.

E’ ovvio che il potente dietrofront della scorsa settimana, scatenato dagli smobilizzi sulle Big Tech, abbia fatto sorgere diversi interrogativi tra i trader sul futuro dell’AI, in termini di convenienza a puntare sui relativi titoli, soprattutto quelli dei Magnifici 7.

Nell’attesa dei conti di Microsoft, il Nasdaq cede mezzo punto percentuale circa.

Gabriel Debach, analista di mercato di eToro, ha fatto notare che, “nel secondo trimestre del 2024, si prevede che i profitti delle cosiddette ‘Magnifiche 7’ siano aumentati del 29% – un calo notevole rispetto alla media del 35% del 2023″.

“Tuttavia – ha aggiunto – si tratta comunque di una crescita di circa sei volte superiore rispetto alla media delle altre società, attese registrare un’espansione dei profitti di circa il 5%. Questi dati, se confermati, mostrerebbero quindi un divario ancora ampio, ma in riduzione rispetto al passato, cosa che dovrebbe sostenere il mercato in generale. Nel 2023, infatti, al netto delle Magnifiche 7, le restanti 493 società dell’S&P 500 avevano registrato perdite medie del 5%”.

“Nonostante il clamore generale che circonda l’AI, tuttavia, la sua applicazione nell’economia reale è ancora agli inizi e il suo sviluppo richiede investimenti sostanziali che solo poche grandi aziende possono permettersi – ha ammesso Debach, dimostrandosi in ogni caso fiducioso nei confronti del settore. D’altronde, ha detto, “più la monetizzazione progredisce, più le aspettative di profitto vengono riviste al rialzo: il potenziale di crescita è enorme“.

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A prescindere dalla fiducia riposta o meno nelle Big Tech, “questi utili sono davvero importanti – ha commentato a Bloomberg Michael O’Rourke, responsabile strategist di mercato di Jones trading, riferendosi ai conti di Microsoft, in calendario nella giornata di oggi; di Meta Platforms, attesi per domani; di Apple e Amazon.com, in calendario dopodomani – Se (queste Big Tech Usa) non riusciranno a battere le stime, credo che a quel punto l’interpretazione sarà che l’AI non sta dando i risultati nel modo sperato”.

Riguardo alle stime del consensu, l’eps di Amazon è atteso scendere nel secondo trimestre del 2024 a 1,032 dollari, rispetto agli 1,170 dollari per azione del primo trimestre del 2024, a fronte di ricavi previsti a 148,789 miliardi, in rialzo rispetto ai 143,313 miliardi del primo trimestre del 2024.

Per i conti (relativi al terzo trimestre fiscale) di Apple, gli analisti interpellati da Bloomberg stimano ricavi in crescita del 3% a $84 miliardi e un margine operativo che potrebbe avanzare di 200 punti base al 30,2%.

L’eps dovrebbe aver segnato un incremento del 6,5%, a $1,34, rispetto alla crescita del 5% nel terzo trimestre fiscale del 2023.

Nel caso di Microsoft, l’utile per azione del quarto trimestre fiscale del gruppo è previsto a 2,939 dollari, sostanzialmente stabile a quello del terzo trimestre fiscale del 2024, pari a 2,940.

I ricavi sono stimati a 64,522 miliardi, in crescita rispetto ai 61,858 miliardi del trimestre precedente.

Per Microsoft le stime sono dunque di un rialzo del 15% a cambi costanti, a $64 miliardi circa, grazie alla solidità della crescita del business di Azure, e di un eps che, su base adjusted, potrebbe salire tuttavia del 9%, rallentando il passo rispetto al +21% dello scorso anno, a causa di “un margine operativo che dovrebbe iniziare a contrarsi”.

In settimana saranno resi noti per l’appunto anche gli utili di Meta Platforms:

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Lo spettro della rotazione record da titoli come Apple

Bloomberg fa notare con il suo articolo che, se gli utili delle Big Tech dovessero deludere le aspettative dei mercati, potrebbe verificarsi una “delle rotazioni più veloci e più brusche degli ultimi anni”, dopo che i recenti sell off che hanno attaccato il Nasdaq 100 hanno ridotto la capitalizzazione del listino di ben 2,6 trilioni di dollari.

Certo, poi l’indice è salito dell’1% nella sessione di venerdì scorso, ma non abbastanza da riuscire ad azzerare le perdite sofferte su base settimanale.

Le Big Tech Usa che investono sull’AI stanno già capitolando da un po’ a Wall Street.

Da quando ha testato il record di sempre il 18 giugno scorso, superando la capitalizzazione di Microsoft ed Apple, e permettendo alla relativa società di diventare quella a  valere di più in Borsa, il titolo Nvidia ha perso il 17%.

Guardando ai titoli minori, le azioni di Dell Technologies – che produce server utili per i dati center – sono precipitate del 37% dal picco di maggio, mentre la rivale Super Micro Computer è capitolata del 40% dal mese di marzo.

Bloomberg ha riportato tra l’altro che Apple ritarderà il lancio iniziale di Apple Intelligence, inizialmente previsto in concomitanza con l’annuncio dei nuovi OS per la fine di settembre.

Questo significa che la nuova piattaforma AI di Apple arriverà qualche settimana dopo il lancio degli iOS 18 e degli iPadOS 18 atteso per il mese di settembre, probabilmente entro il mese di ottobre.

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In attesa di utili clou attenti all’aumento del Vix

Guardando al trend generale di Wall Street nel bel pieno della stagione degli utili David Pascucci, analista di XTB, ricorda che “il Nasdaq aggiorna due record negativi con due giornate oltre il -3%, situazione che non si presentava dal dicembre 2022. Stesso dicasi per lo S&P 500 che registra una performance giornaliera di oltre il -2%, evento che non si vedeva dal 2022″.

“Conseguenza di ció, abbiamo un aumento del Vix, l’indice della volatilitá che torna verso 20, un evento che potremmo definire come allarmante considerando il fatto che proprio il Vix non torna sul livello 48 da ben 53 mesi, un record assoluto”.

“In sostanza  – ha avvertito Pascucci – i mercati stanno cambiando, le dinamiche giornaliere sono assolutamente piú vivaci rispetto ai mesi precedenti e rispetto anche a tutto il 2023. Stanno aumentando quindi i timori circa la correlazione tra disoccupazione, tassi e mercati. Quando abbiamo assistito ad un aumento del tasso di disoccupazione e ad un contemporaneo taglio dei tassi, i mercati finanziari hanno presentato dinamiche ribassiste che sono durate mesi”.

“Attenzione quindi – ha messo in guardia l’analista – ad interpretare questi movimenti ribassisti come dei semplici ritracciamenti in quanto potrebbero essere solamente l’inizio di un movimento di mercato tendenzialmente ribassista nel lungo periodo”.

In un’altra nota, Pascucci ha ricordato i grandi market mover in arrivo, nel corso di questa settimana, parlando di “mercati in compressione”, ovvero di mercati che “rimangono a ridosso dei range di negoziazione della giornata di ieri”, in un contesto in cui “solamente un dato come quello dei Jolts, oppure l’esito di una trimestrale come quella di Microsoft potranno effettivamente dare una scossa”.

“Ricordiamo inoltre che domani ci sará la Fed in chiusura mese – ha messo in evidenza l’analista di XTB – una giornata importante considerando anche che a fine serata uscirá anche la trimestrale di Meta. In sostanza, una settimana infernale per chi cerca spunti di movimento direzionali “puliti”, soprattutto per quanto riguarda i traders intraday”.

“Al momento quindi i market mover della giornata sono due e al momento i mercati non offrono spunti. Il tutto é da vedere nella serata di oggi, poco dopo la chiusura del cash europeo”, ha concluso Pascucci.

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