Notizie Indici e quotazioni Wall Street chiude trimestre d’oro, S&P 500 segna 21 record. Ma ‘spread’ Apple nota stonata

Wall Street chiude trimestre d’oro, S&P 500 segna 21 record. Ma ‘spread’ Apple nota stonata

28 Marzo 2024 12:07

Wall Street si avvia a concludere un trimestre d’oro, sulla scia dei buy che hanno continuato a riversarsi sui principali indici azionari Usa.

Con il primo trimestre del 2024 vicino a giungere al capolinea –  domani la borsa Usa rimarrà chiusa in occasione del Good Friday – il bilancio conferma la febbre per l’azionario Usa.

Wall Street: S&P 500 da record, volato ai massimi 21 volte da inizi 2024

In questi primi tre mesi del 2024, lo S&P 500 è balzato del 10%, incassando il primo trimestre migliore dal 2019, quando fece uno scatto del 13,1%.

Il Dow Jones è avanzato del 5,5%, riportando il primo trimestre migliore dal 2021, quando salì del 7,4%, mentre il Nasdaq è volato del 9,3% nello stesso arco temporale.

Nel solo mese di marzo, lo S&P 500 è salito del 3%, mentre il Nasdaq e il Dow Jones hanno segnato un progresso superiore a +1,9%.

Ancora più nello specifico, nella giornata di ieri l’indice S&P 500 ha terminato la sessione a un nuovo valore record di chiusura, pari a 5.248,48 punti, in crescita di 44,91 punti o dello 0,86%.

Il listino azionario benchmark di Wall Street ha così segnato un nuovo massimo storico per la 21esima volta nel 2024, anche se nella sessione di ieri non è riuscito a raggiungere il record intraday di 5.261,10 punti testato il 21 marzo scorso, quando era salito fino a 5.249,26 punti.

Il Dow industrial average ha riportato ieri un balzo di 477,75 punti o +1,22% a 39.760,09 punti, mentre il Nasdaq è salito di 83,81 punti, o +0,51% a quota 16.399,51 punti.

Prosegue in generale la marcia al rialzo di Wall Street, che ha superato anche lo scoglio rappresentato dal timore che la Fed di Jerome Powell tagli i tassi di interesse Usa in misura inferiore rispetto a quanto prezzato dai mercati.

Vero è che il superamento di questo scoglio è avvenuto grazie all’assist della Fed stessa che, nell’annunciare la decisione di lasciare i tassi sui fed funds Usa invariati al range compreso tra il 5,25% e il 5,5%, ha riconfermato – come è emerso dal suo ultimo dot-plot – di essere pronta a tagliare il costo del denaro Usa tre volte, nel corso di questo anno 2024, a dispetto della sberla dell’inflazione e di quel brutto sospetto che aveva assillato i mercati.

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Wall Street: S&P 500 in rialzo per il quinto mese consecutivo

Lo S&P 500 si appresta a concludere marzo incassando il quinto mese consecutivo di guadagni:

arco temporale in cui ha segnato un rally del 25%, fattore che ovviamente solleva il dubbio su cosa accadrà nei mesi successivi.

A tal proposito, l’articolo “The S&P 500 is up 5 months straight — and history favors momentum” ricorda che, dal 1950, lo S&P 500 è salito per cinque mesi consecutivi per ben 30 volte, inclusa quest’ultima fase rialzista e la precedente terminata nel luglio del 2023.

La storia dice che, in tutti i 28 casi precedenti, a parte due, il listino azionario ha continuato a salire nei 12 mesi successivi, segnando un rialzo in media del 12,5%, con un win rate pari al 93%.

Dall’analisi che ha ricapitolato il trend di Wall Street di questi ultimi mesi, è risultato che il sottoindice migliore dello S&P 500 non è stato quello hi-tech, ma quello dei titoli finanziari, balzato in questi ultimi cinque mesi (marzo incluso) del 28%.

Subito dopo si sono messi in evidenza i guadagni dei titoli tecnologici, che sono saliti del 27%, facendo poco meglio degli industriali, in crescita del 26%.

A dispetto della febbre per l’AI (artificial intelligence, intelligenza), dall’articolo è emerso un dettaglio sorprendente per la comunità dei trader, ovvero che i titoli industriali delle large cap hanno inanellato ben 27 record consecutivi nel corso degli ultimi cinque mesi, battendo i 25 record testati dal comparto hi-tech nello stesso periodo di tempo.

Detto questo, la corsa dei titoli AI è stata tra gli elementi che hanno permesso a Wall Street di toccare nuovi massimi.

In evidenza il trend dei Magnifici 7 – Apple, Amazon, Alphabet, Microsoft, Meta Platforms, Microsoft, Tesla, Nvidia – che ha visto salire sul podio il titolo Nvidia, volato di ben il 90% nel primo trimestre del 2024, facendo la gioia di chi ha puntato sul VanEck Semiconductor Index.

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Apple: titolo -12% nel 2024. Bespoke presenta lo spread con lo S&P 500

C’è tuttavia un titolo che si sta mettendo in evidenza da un po’ con la sua continua debolezza: si tratta di Apple, che dall’inizio dell’anno ha accusato una perdita a Wall Street pari a -12%, rispetto al rialzo pari a +48% del 2023.

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Il titolo ha riportato la performance peggiore nei confronti dell’indice S&P 500 dal 2013, come ha fatto notare un tweet di Bespoke Investment Group, relativo allo spread tra Apple e lo S&P 500 in 200 giorni.

Mai dall’ottobre del 2013 il differenziale è stato così ampio.

Bespoke ha commentato il trend del titolo, sottolineando che il mercato potrebbe continuare a segnare un rally anche senza Apple, sebbene tale scenario sia di norma raro.

Il commento del gestore: ‘La corsa dei Magnifici 7’

Riguardo in generale all’outlook dei Magnifici 7, Simone Obrizzo, Portfolio Manager azionario di AcomeA SGR,ha fatto notare che i titoli “hanno raggiunto un multiplo di circa 30 volte, mentre il resto del mercato è arrivato a circa 21 volte”.

“Questa divergenza – ha continuato Obrizzo, nel commento “La corsa dei Magnifici 7”, – si è mantenuta ad alti livelli nel corso degli ultimi quattro anni e si spiega con il comportamento degli investitori, i quali continuano a comprare un titolo, anche quando i multipli sono elevati, se la sua crescita è giustificata”.

A tal proposito, il gestore di portafoglio di AcomeA ha avvertito che “secondo noi, siamo arrivati a un punto di svolta nel tech, in cui il potenziale di crescita per i Magnifici 7 potrebbe essere più limitato rispetto al passato”.

“Del resto, considerando un orizzonte temporale di medio lungo termine e confrontando le capitalizzazioni dei Magnifici 7 con quella di intere Borse, la situazione è impressionante: sette mega cap americane capitalizzano più della Borsa cinese, di quella giapponese e di quella francese. Il gigantismo dei colossi tech americani dimostra anche quanto poco spazio possa esserci per un ulteriore upside di questi titoli”.

Tuttavia, anche in questa situazione e “nonostante l’euforia sui mercati, vediamo oggi un elevato potenziale dell’IA analizzando i commenti e i report delle società di semiconduttori, di hardware e di software in America. Questi report dimostrano come l’IA si stia diffondendo in modo significativo su interi settori, con un impatto positivo anche sulla marginalità”.

Vero è che “degli sviluppi dell’IA ne hanno beneficiato solo alcune società, in questa prima fase, ma siamo tra coloro che pensano che possa diventare una tendenza più generale. Per questo stiamo valutando quali società avranno potenzialmente un maggiore successo sotto questo aspetto”.

In particolare AcomeA si focalizza “sulla parte hardware, con una preferenza alle società leader di mercato che potrebbero avvantaggiarsi della rivoluzione dell’IA”.

Ci piace anche il settore dei servizi di comunicazione, un’area dove si possono scovare sacche di crescita potenziale ancora non compresa dal mercato”, ha concluso Simone Obrizzo.