Notizie Notizie Italia Unipol, Cimbri gela Mps: ‘è cara’. Affossate anche scommesse Piazza Affari su risiko banche Bper-Pop Sondrio. I titoli

Unipol, Cimbri gela Mps: ‘è cara’. Affossate anche scommesse Piazza Affari su risiko banche Bper-Pop Sondrio. I titoli

17 Settembre 2024 14:05

Unipol gela Mps ma anche le scommesse su un risiko tra Bper e Popolare di Sondrio, entrambe banche italiane di cui è azionista di maggioranza.

Dopo settimane in cui Piazza Affari ha aumentato le scommesse sulla possibilità di un matrimonio tra Mps Monte dei Paschi di Siena-ancora Monte di Stato e Unipol, è stato lo stesso presidente di Unipol, Carlo Cimbri, a spezzare i sogni di un M&A tra i due gruppi.

Unipol, Cimbri: ‘Mps è cara’. E ricorda casi Bper, Unipol, Carige

Stando a quanto riporta l’Ansa, a margine delle regate di Luna Rossa alla Louis Vuitton Cup, Carlo Cimbri ha detto che “Mps è cara” e che un’acquisizione non creerebbe valore, diversamente dai salvataggi e dalle operazioni bancarie effettuate finora dalla compagnia assicurativa.

Cimbri ha tenuto a ricordare, di fatto, che “tutta la nostra storia è fatta di acquisizione di asset distressed o semi distressed“.

Nello specifico, il riferimento è stato fatto alla scalata a Fonsai e alle operazioni su Bper e Carige e, anche, a come il titolo Unipol abbia beneficiato di questa strategia.

“Le quotazioni di Unipol, da quando ha acquistato Fondaria, nel 2012, sono superiori a qualsiasi altro titolo quotato su tutte le scadenze, anno per anno”.

Per quanto riguarda le operazioni finora lanciate sulle banche, è stata “la stessa cosa”, visto che Unipol ha “1 miliardo, un miliardo e mezzo di plusvalenza”, in quanto “Bper e gli sportelli Ubi li abbiamo pagati 0,3 – 0,4 volte il patrimonio netto”.

Su Carige, il manager non ha avuto remore a ricordare che Unipol è stata anche pagata “per prenderla”.

Mps, Cimbri: sì solo ad accordo commerciale

Porta sbattuta dunque in faccia a Mps?

Il presidente di Unipol Carlo Cimbri non è stato così categorico, mostrandosi possibilista di fronte all’opzione di concludere con il Monte dei Paschi un accordo di natura però soltanto commerciale:

Prendere una quota per suggellare un accordo commerciale ha senso, prendere una quota e basta non ha senso. Noi non siamo finanzieri, possiamo fare qualche ticket – 10, 20, 50 milioni – ma 500 milioni li investi se hai un obiettivo strategico”, ha detto.

Per chi avesse ancora qualche dubbi, Cimbri ha confermato, anche, di non avere “mai parlato” con l’azionista di maggioranza del Monte dei Paschi di Siena, che è tuttora lo Stato, più precisamente il Mef, un merito alla possibilità di rilevare una quota della banca senese, aggiungendo che, in realtà, nessun contatto c’è stato neanche su eventuali accordi commerciali.

Nessun discorso a tal proposito neanche con il ceo di Mps, ovvero Luigi Lovaglio.

“Leggo che sarei in attesa di ricevere una telefonata dal ministero”, ha fatto notare Cimbri, stando a quanto riportato dall’agenzia Radiocor: Ma “non la sto aspettando” e “nessuno mi ha manifestato l’idea di farla”.

Il titolo Mps non la prende bene, scendendo dello 0,90% sul Ftse Mib di Piazza Affari.

Unipol, Cimbri affossa anche scommesse Bper-Pop Sondrio

Cimbri ha affossato anche le speculazioni sulla possibilità di una operazione di risiko bancario tra Bper e la Popolare di Sondrio, affermando che una fusione tra i due istituti sarebbe “sbagliata”, dal momento che le due banche si trovano in “una fase di vita completamente diversa”.

Per la precisione, Pop di Sondrio è più redditizia di Bper, fattore che rischierebbe, nel caso di una operazione di fusione, di rendere “il valore che si perderebbe” superiore a “a quello che si potrebbe generare”.

Noi non facciamo i consolidatori del mercato italiano, a noi interessa che le banche vendano i nostri prodotti e che i nostri investimenti nel capitale rendano. Per la valorizzazione dell’equity che abbiamo investito oggi come oggi non sarebbe nei nostri interessi forzare le banche ad aggregarsi”.

Tornando alle due banche identificate periodicamente da Piazza Affari come pedine potenziali di un risiko bancario, Cimbri ha ricordato anche che “Sondrio è una banca che si trova in una fase di vita completamente diversa da Bper, è una banca cresciuta per 150 anni autonomamente, per linee interne, è efficiente, guadagna, ha un suo mercato indipendente e va bene così”.

Si tratta di “una banca più piccola”, caratterizzata da “una redditività più alta”,  che rischierebbe di perdere però redditività con una eventuale fusione con Bper che fosse decisa solo con l’obiettivo di costituire un terzo polo bancario.

Sono bastati pochi minuti, il tempo di rilasciare qualche dichiarazione agli analisti, polverizzare a Piazza Affari le scommesse sull’arrivo di un risiko tra le banche italiane, magari sulla scia anche della mossa lanciata da UniCredit sulla tedesca Commerzbank.

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Tra l’altro, la mossa di UniCredit su Commerzbank ha confermato l’intenzione del ceo di Piazza Gae Aulenti di guardare più all’estero che all’Italia, tanto meno a Mps-Monte dei Paschi di Siena, perenne aspirante sposa in cerca di marito.

Le scommesse dei mercati si erano intensificate proprio con la mossa di quest’anno di Cimbri su Bper che, tra le varie ipotesi, aveva portato i trader a puntare anche su un matrimonio tra Mps e la banca modenese.

Di Cimbri regista potenziale del risiko delle banche italiane si era parlato ancora prima, quando Unipol aveva scalato la Popolare di Sondrio.

Ma il presidente di Unipol oggi è stato chiaro nell’affermare che, almeno da parte sua, in ballo non cè nulla.

I titoli delle banche italiane di cui la compagnia assicurativa è azionista di maggioranza rimangono tuttavia in rialzo a Piazza Affari: il titolo della Pop Sondrio sale a Piazza Affari dell’1% circa, mentre Bper avanza dello 0,45%.

Unipol, Cimbri smonta anche ipotesi nozze Mps-Bper

Tornando al dossier Mps, Piazza Affari aveva identificato proprio in Unipol l’unica che potesse smuovere un po’ le acque e dare speranza al Monte dei Paschi di Siena di unire le sue forze con un ipotetico cavaliere bianco.

Ma oggi Carlo Cimbri ha confermato di essere aperto al massimo a “un accordo commerciale”, qualora si creassero le condizioni, cosa che oggi non è, o, “nel caso, sarebbe disponibile a valutare l’acquisto di una quota se ci venisse richiesto”, comunque inferiore al 10%.

Tra l’altro, oggi neanche “ci sono le condizioni per Unipol” di siglare un accordo commerciale con la banca senese, in quanto “Mps ha in corso una jv con Axa” , destinata a durare fino al 2027, il che significa che una “partnership assicurativa non è nella disponibilità di Monte Paschi”.

Esclusa la possibilità di procedere a un accordo commerciale, non rimane altro da fare:

Non abbiamo alcun interesse a prendere una quota” per cui “tutto quello di cui si parla sono cose ipotetiche”, ha insistito il manager.

Sull’ipotesi delle nozze – una delle altre su cui Piazza Affari ha ragionato – tra Mps e Bper, il presidente di Unipol ha detto chiaro e tondo che la banca modenese “non è né alla ricerca né nella condizione di fare qualsivoglia operazione straordinaria”.

Di operazioni straordinarie, ha detto ancora Cimbri riferendosi a Bper, “ne ha già abbastanza delle” e ora l’attesa è semplicemente per il “piano” del nuovo amministratore delegato Gianni Franco Papa, “che immagino sarà centrato sulla banca stand alone”.

Mentre UniCredit si muove, le altre banche italiane sembrano così proiettate a perseguire una strategia standalone:

Mps rimane invece al palo, dopo le due mosse con cui il governo Meloni ha iniziato il processo di privatizzazione della banca senese: prima liberandosi di una partecipazione pari al 25% alla fine dello scorso anno, incassando 920 milioni di euro circa, con una procedura accelerata di raccolta ordini (‘Accelerated Book Building – ABB’), poi smobilizzando un’altra quota del Monte ancora di Stato all’inizio di quest’anno, pari al 12,5% del capitale sociale della banca, sempre attraverso un ‘Accelerated Book Building – ABB’, portando nelle casse dello Stato 650 milioni di euro.

Da lì, il governo Meloni non si è più mosso, facendo sorgere più di qualche perplessità sul futuro dell’istituto di credito, tra le pedine principali, tra l’altro, dell‘ambizioso piano di privatizzazioni anti-debito, con cui l’esecutivo vuole fare cassa.