Notizie Notizie Italia UniCredit: Orcel parla di M&A in Europa. Come Macron su banche e Unione mercati capitali

UniCredit: Orcel parla di M&A in Europa. Come Macron su banche e Unione mercati capitali

22 Maggio 2024 14:43

Sulla necessità che le banche europee convolino a nozze con operazioni di M&A transfrontaliere Andrea Orcel, ceo di UniCredit, la pensa come il presidente francese Emmanuel Macron.  Lo ha detto lui stesso, tornando ad affrontare il dossier M&A nel corso di un’intervista rilasciata al Financial Times.

Il numero uno di Piazza Gae Aulenti ha ribadito quanto detto in precedenza, in diverse occasioni, ogni volta che è stato tartassato dagli interrogativi su un eventuale possibile ritorno di fiamma per Mps-Monte dei Paschi di Siena, eterna promessa sposa di fantomatici acquirenti. Ovvero che l’M&A, che di principio non è un must, in Europa è ostacolato dall’assenza di una vera Unione bancaria e dei mercati dei capitali.

UniCredit, il ceo Orcel all’FT: d’accordo con Macron

Orcel ha commentato all’FT le dichiarazioni rilasciate di recente dal presidente francese Macron che, una settimana fa circa, parlando a margine del summit “Choose France” che si è tenuto a Versailles, ha detto di essere favorevole a operazioni di fusione e di acquisizione (per l’appunto all’M&A) tra le banche europee, rimarcando al contempo la necessità che l’Unione europea si doti di una vera Unione dei mercati dei capitali.

Macron è andato anche oltre, rispondendo in modo affermativo a chi gli ha chiesto se fosse d’accordo sulla possibilità che la banca francese Société Générale venisse acquistata dalla spagnola Santander.

“Certo”, ha detto il presidente, ripresentando però anche il fattore chiave e imprescindibile per consentire operazioni di questo genere tra banche che appartengono a diversi paesi dell’Unione europea, ovvero il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali:

un neo, proprio dell’Europa, che impedisce che l’UE diventi un mercato unico dei capitali capace di competere con i mercati dei capitali mondiali, in primis con quello degli Stati Uniti.

Appello di Macron e Orcel a una vera Unione dei mercati dei capitali in Ue

Sono passati quasi 10 anni da quando l’ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker propose per primo la creazione dell’unione (CMU), nel 2015.

Nel sito dell’Ue il CMN o Capital Markets Union viene definito alla stregua di “un piano per sbloccare finanziamenti per la crescita dell’Europa”.

Peccato che questo piano rimanga tuttora incompiuto, fattore che impedisce, come ha ricordato Macron, che si possa assistere in Europa a operazioni di consolidamento tra banche facenti parte di nazioni diverse. 

Il problema è che, a fronte di una Francia di Macron disposta, almeno a parole, ad abdicare al suo spirito nazionalista, accettando che una sua banca venga acquistata anche da un predatore straniero, diversi sono i politici in Europa che si oppongono al completamento dell’Unione bancaria e del mercato dei capitali.

Alcuni stati membri del blocco temono per esempio che una Unione del genere finirebbe per allargare il divario tra i mercati più piccoli e quelli più avanzati dell’Europa, come sottolinea un articolo di Euronews, mentre altre forze che cedono a logiche sovraniste avvertono che una unione completa del mercato dei capitali implicherebbe il trasferimento di poteri da organi nazionali a commissioni centralizzate, super partes rispetto ai singoli interessi nazionali.

Il risultato è che in Europa una vera unione dei mercati dei capitali così come una vera Unione bancaria rimangono tuttora un miraggio, rendendo difficili operazioni di fusione e di acquisizione tra le banche Ue:

ogni paese ha d’altronde una propria rete di regole che disciplinano il modo in cui eventuali matrimoni tra gli istituti di credito devono essere completati: conciliarle non è cosa semplice, e rischia di far passare troppo tempo dall’annuncio di una operazione di takeover alla sua effettiva realizzazione.

Macron apre a vendita SocGen a stranieri. Ma Orcel dice no

E’ su questa grave lacuna dell’Ue che il ceo di UniCredit ha fatto riferimento, affermando di condividere i desiderata del presidente francese Emmanuel Macron e sottolineando contestualmente che le operazioni di M&A cross border per ora rimangono nel novero delle ambizioni, nonostante diversi siano i funzionari e i banchieri a ripetere che solo una vera unione permetterebbe alle banche europee di competere in modo più efficiente con le rivali americane e asiatiche.

“E’ positivo che un grande leader europeo mostri l’impegno” a realizzare questa unione, ha detto l’AD di UniCredit, aggiungendo tuttavia che, “se le regole non cambiano, nessuno sarà interessato ad andare oltre gli accordi nazionali, dal momento che non così non è possibile realizzare sinergie”.

Orcel ha poi negato di avere un potenziale interesse a inglobare la banca francese Société Générale, ricordando, in generale, che operazioni di consolidamento, incluse quelle che avvengono entro i confini nazionali, hanno bisogno di essere approvate sia dalle autorità competenti di regolamentazione che dai governi.

A dargli ragione la recente notizia dell’Opa ostile che la spagnola BBVA ha lanciato sulla rivale domestica Sabadell, che si è beccata le critiche del governo.

UniCredit su M&A post flop trattative con Mps

L’FT ha ricordato come il nome di UniCredit sia stato fatto più volte in relazione a possibili operazioni di fusioni e di acquisizione in Italia ma anche in Europa.

Il caso più noto, con UniCredit nelle vesti di pretendente, è stato quello che ha visto protagoniste le trattative tra il ceo Orcel e il Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) per l’acquisizione da parte di Piazza Gae Aulenti di un perimetro di asset della banca senese Mps-Monte dei Paschi di Siena:  trattative che poi, come si sa, sono collassate.

Da allora, Orcel è stato di volta in volta interpellato sulla possibilità di tornare a guardare con interesse al Monte di Stato, o anche a quella nuova Mps che sembra essere risorta dalle ceneri e che ora è in fase di privatizzazione.

Nel presentare il suo piano UniCredit Unlocked, Orcel ha chiarito fin da subito di non considerare l’M&A un diktat o un target da centrare a tutti i costi, sia guardando alle altre banche italiane che alle banche europee.

Parallelamente, in questi ultimi anni, il ceo ha menzionato più volte il vero scoglio contro cui si imbattono le operazioni di fusione e di acquisizione  tra le banche europee: un mercato ancora frammentato, di ostacolo a quello stesso DNA di banca paneuropea che l’AD ha più volte rimarcato, riferendosi alla banca da lui guidata.

Già nell’ottobre del 2022 Orcel affermava che UniCredit sarebbe diventata una banca “made in Europe”.

“Vogliamo diventare davvero una banca paneuropea”, aveva detto.

Tuttavia, aveva ricordato in un’altra occasione, in Europa “non abbiamo una unione, non abbiamo mercato dei capitali comune e abbiamo un mercato dell’energia disunito”.

E ancora: “l’Europa in teoria ha tutte le carte per giocare un ruolo internazionale, ma non le scarica”, aveva detto ancora il Ronaldo dei banchieri, così come è conosciuto, ricordando il ruolo dell’Italia in Europa in quanto socio fondatore dell’Ue.

Senza un’evoluzione delle regole comuni, l’Europa continuerà a essere caratterizzata da una “grande frammentazione e da una grande complessità”, aveva profetizzato il numero uno di UniCredit, noto per essere riuscito a trasformare la banca, in questi ultimi anni, in un campione di utili e dividendi, come confermato dai continue solide trimestrali annunciate dal gruppo.

Rimanendo in ambito di M&A in Italia, va ricordato anche l’interesse che, secondo indiscrezioni stampa, Piazza Gae Aulenti aveva manifestato nei confronti di Banco BPM, poi dissoltosi anche a causa dello scoppio della guerra in Ucraina:

il nulla di fatto aveva di nuovo riproposto la questione del risiko fantasma non pervenuto a Piazza Affari.

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Quei rumor su M&A con Commerzbank. Il ceo commenta le speculazioni

Tornando alla possibilità di lanciare operazioni di M&A cross border in Europa, il Financial Times ha ricordato che il nome di UniCredit è stato associato anche alla tedesca Commerzbank.

I rumor di turno – che hanno visto UniCredit convolare a nozze con diversi potenziali partner – sono stati commentati dallo stesso ceo Orcel, che al Financial Times ha sottolineato che probabilmente le speculazioni su un ruolo centrale di Piazza Gae Aulenti nelle operazioni di M&A sono state scatenate dal fatto che la banca è attiva in 13 mercati, disponendo tra l’altro anche di capitale in eccesso.

In ogni caso, ha riconosciuto il banchiere, “la maggior parte dei rumor è vera se per rumor intendiamo il fatto che in ogni mercato guardiamo a ogni possibile target”.

Rimarcata tuttavia la cautela nel guardare a potenziali prede.

Un vero interesse scatterebbe infatti nel caso in cui si presentassero le “giuste condizioni” e noi, ha detto di nuovo Orcel “queste giuste condizioni non le abbiamo ancora trovate”, ed è questo che “ci ha portati a essere disciplinati nel dire no”.

Il ceo ha inoltre affermato che, anche se UniCredit vanta un prezzo dei titoli azionari tale da trovarsi in una posizione più forte rispetto a tre anni fa per lanciare una transazione di M&A, indiscussa rimarrebbe la priorità di soddisfare le esigenze degli azionisti, il che significa che la banca dovrebbe garantire ai suoi soci che un eventuale takeover sarebbe la scelta migliore di utilizzo di capitale in eccesso rispetto all’altra, per ora effettiva, di premiare gli stakeholders con una pioggia di dividendi e di buyback.

Nel commentare le dichiarazioni rilasciate da Orcel all’FT, Equita SIM ha riassunto quanto detto dal ceo di UniCredit mettendo in evidenza i seguenti punti:

  • Orcel ha ribadito nuovamente come – in assenza di una effettiva Unione Bancaria e di un comune mercato dei capitali – sia molto complicato effettuare operazioni cross-border, vista l’impossibilità di estrarre sinergie.
  • Ogni operazione di consolidamento ha bisogno dell’approvazione non solo dei regolatori ma anche dei governi.
  • Unicredit guarda a possibili operazioni in ogni mercato in cui opera, ma mantiene un approccio molto disciplinato. Ad oggi non sono state individuate le giuste condizioni per portare avanti un deal.
  • E’ stato negato ogni interesse per SocGen, finita al centro di speculazioni di M&A dopo che il presidente Macron aveva indicato la necessità di fusioni tra banche europee, incluse quelle francesi.

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