Notizie Notizie Mondo Deutsche Bank-Commerzbank: tornano voci M&A. E UniCredit?

Deutsche Bank-Commerzbank: tornano voci M&A. E UniCredit?

15 Gennaio 2024 13:17

Deutsche Bank e Commerzbank: tornano le voci di un matrimonio tra le due banche tedesche, dopo il flop delle trattative avviate dai due pesi massimi del sistema bancario made in Germany di cinque anni fa, circa. E’ quanto riportano le agenzie di stampa Bloomberg e Reuters, facendo notare che l’ipotesi di M&A sarebbe stata rinfocolata dalla necessità di Berlino di rafforzare le casse dello Stato, non in difficoltà come quelle dell’Italia ma comunque alle prese, anche in questo caso, con l’ansia del debito. Tanto che si era parlato nelle ultime settimane anche della possibilità di sospendere la regola del freno al debito.

Il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, viene riportato, pur non lasciando intendere in via ufficiale la possibilità di procedere a un’imminente vendita della partecipazione che lo Stato detiene nel capitale di Commerzbank, rimarrebbe aperto all’opzione di smobilizzo della quota.

Deutsche Bank-Commerzbank: si torna a parlare di nozze

Secondo alcune fonti, una eventuale operazione di fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank permetterebbe al colosso Deutsche Bank di non dipendere in modo eccessivo dalla imprevedibilità della divisione di investment banking, blindando la propria stabilità di lungo termine.

In tutto questo in Italia le scommesse su un risiko tra le banche italiane sono in stand by, con un occhio rivolto a UniCredit, la banca guidata dal ceo Andrea Orcel che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stata interessata a convolare a nozze con Commerzbank, fino a poco prima l’esplosione della guerra in Ucraina del 24 febbraio 2022.

Dell’ipotesi di un M&A UniCredit-Commerzbank si era parlato più volte, nel corso degli ultimi anni.

Ma èstata soprattutto Mps-Monte dei Paschi di Siena, a riaccendere di recente le speculazioni su un risiko tra gli istituti italiani.

Lo smobilizzo di parte delle quote detenute nella banca senese da parte dello Stato ha infatti portato i trader a ritenere più probabile una operazione di M&A in Italia, tesa a unire Mps con un altro potenziale acquirente.

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Ma c’è anche l’opzione Abn Amro, con la mossa dell’Olanda

Deutsche Bank non starebbe considerando solo l’opzione Commerzbank. Una possibile preda potrebbe essere anche Abn Amro, titolo protagonista oggi alla borsa di Amsterdam, senza tuttavia scatti importanti.

Nessun commento è stato rilasciato da Deutsche Bank, Commerzbank e ABN Amro.

Detto questo, Reuters ha ricordato che, proprio nel mese di novembre, il governo olandese aveva comunicato l’intenzione di vendere parte delle azioni detenutein ABN Amro, riducendo la propria partecipazione al 40% circa.

Al momento, l’Olanda detiene una quota nel capitale di ABN Amro, una delle tre banche più importanti in Olanda, pari al 49,5%, dopo averla portata al di sotto del 50% all’inizio dello scorso anno.

Lo Stato è entrato nel capitale del gruppo attraverso il bailout lanciato durante la crisi finanziaria globale del 2008, che ha portato diversi governi a iniettare fondi statali negli istituti di credito, al fine di blindare i sistemi finanziari dei rispettivi paesi.

Europe’s bailed-out banks finally get sold a decade after crisis: ha scritto di fatto Bloomberg, commentando l’annuncio arrivato dall’Olanda, ovvero: “Le banche salvate con il bail out verranno finalmente vendute dopo dieci anni successivi alla crisi”.

Il riferimento non è stato solo ad ABN Amro, ma anche ai casi di altre banche che sono state tenute in vita in tutti questi anni grazie ai soldi dei contribuenti. Citata la stessa Mps-Monte dei Paschi di Siena, salvata dallo Stato italiano nel 2017, con una operazione di ricapitalizzazione precauzionale, che ha fatto del MEF (Tesoro) il principale azionista, con una quota di maggioranza del 64% circa.

Quota di maggioranza che è finalmente scesa alla fine del 2023, con la grande mossa lanciata dal governo Meloni sulla scia del doppio regalo di Moody’s, con cui la partecipazione dello Stato in Mps è scesa dal 64,23% al 39,23%.

Tornando al caso della Germania, Deutsche Bank starebbe dunque tornando sui propri passi, meditando nozze con Commerzbank oppure con ABN Amro.

Va ricordato che, per ora, il colosso bancario numero uno in Germania non ha dato alcun mandato ufficiale ad alcun potenziale advisor per esplorare l’opzione di M&A con un’altra banca.

Va anche detto che, all’inizio di gennaio, è arrivata però la notizia relativa alla nomina in Deutsche Bank di un ex dealmaker di Citigroup, Alison Harding-Jones, a nuovo responsabile globale della divisione di fusioni e acquisizioni. Harding-Jones aveva precedentemente guidato il team M&A di Citigroup in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA).

Deutsche Bank-Commerzbank: un matrimonio che si può fare?

Stando a quanto ha riportato stamattina un articolo di Bloomberg, al momento le capitalizzazioni di Deutsche Bank e di Commerzbank oscillano rispettivamente attorno a €25 miliardi e a €14 miliardi:

“Tuttavia, una fusione non sarebbe priva di ostacoli – si legge nell’articolo – Tra questi, la bassa valutazione di Deutsche Bank, la potenziale svalutazione dei suoi asset e la possibilità di tagli alla forza lavoro”.

Vero è che il presidente di Deutsche Bank Alexander Wynaendts si è mostrato favorevole in precedenza alla prospettiva di una operazione di M&A.

Tuttavia, “gli analisti ritengono che una transazione significativa sia improbabile nel breve termine, a causa della presenza di diversi ostacoli”.

Per quanto riguarda il dossier UniCredit-Commerzbank, non sarebbe esagerato parlare di una vera e propria saga.

Sono anni che girano voci su un M&A tra la banca italiana e il gruppo tedesco, così come sono anni che si parla di un matrimonio di Commerzbank con la rivale di casa Deutsche Bank.

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Voci di fusione tra UniCredit e Commerzbank. Governo Berlino già contattato

Di un M&A tra UniCredit e Commerzbank si parlava già nel 2017, quando il ceo di Piazza Gae Aulenti era Jean-Pierre Mustier.

Nello stesso anno, la mossa del fondo Cerberus aveva attivato anche le voci di una fusione fatta in casa, ovvero di una intesa tra le due banche tedesche.

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Il balletto delle indiscrezioni si è ripetuto anche negli anni successivi:

nel 2019 è stato lo stesso leader della Lega Matteo Salvini, nelle vesti di vicepremier e di ministro dell’Interno del governo Conte a guardare con interesse alla possibilità di nozze tra UniCredit e Commerzbank. Fino ad arrivare alla rilevazione del Financial Times che, nel maggio del 2022, riportava rumor secondo cui all’inizio dell’anno l’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, aveva pianificato discussioni informali con il suo omologo di Commerzbank, Manfred Knof, su una potenziale combinazione della controllata tedesca HypoVereinsbank con la seconda banca tedesca.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia aveva fatto poi saltare i piani di Orcel, che si ritrovava a gestire la patata bollente dell’esposizione di Piazza Gae Aulenti verso Mosca.

Ma ora il risiko potrebbe ripartire grazie alla regia dei diversi governi europei, a caccia di risorse. Lo sintetizza bene, interpellato da Bloomberg, Graham Simpson, responsabile di Quest Research presso Canaccord Genuity : “E’ più probabile che siano i governi a corto di soldi ad accelerare i sell down”.