Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Minute Bce: rialzo tassi luglio già scritto. Il dubbio QT e l’appello +50pb

Minute Bce: rialzo tassi luglio già scritto. Il dubbio QT e l’appello +50pb

13 Luglio 2023 14:57

Le minute della Bce confermano la natura hawkish sui tassi contro l’inflazione di Christine Lagarde. Il ‘verdetto’ imminente di luglio era stato già inciso nella pietra.

Le minute della Bce relative all’ultimo meeting del 15 giugno, quando Lagarde & Co. hanno annunciato un nuovo rialzo dei tassi di 25 punti base, confermano la natura hawkish di Francoforte e, dunque, l’impegno a continuare a combattere contro la crescita dell’inflazione.

Dai verbali resi noti dall’Eurotower emerge come gli esponenti del Consiglio direttivo della Bce, che si è riunito lo scorso 15 giugno, abbiano ritenuto giustificato procedere a una ulteriore stretta monetaria.

Motivo: sebbene fosse chiaro che i precedenti rialzi dei tassi avessero reso più rigide in modo significativo le condizioni di accesso ai finanziamenti, producendo al contempo un impatto graduale sull’economia del blocco, l’outlook era ancora di un’inflazione destinata a “rimanere troppo alta, per un periodo di tempo troppo lungo”.

Con gli stessi economisti che prendevano la decisione di rivedere al rialzo le proiezioni sull’inflazione sia headline che core, “il ritorno al target (del 2%) veniva spostato ulteriormente in avanti. In più, i rischi al rialzo sull’outlook dell’inflazione venivano considerati prevalenti rispetto a quelli al ribasso, alla luce soprattutto delle dinamiche più persistenti del rapporto tra salari e prezzi rispetto a quelle illustrate nelle stesse proiezioni” degli economisti.

Minute Bce: almeno due rialzi dei tassi consecutivi

“In più, veniva ricordato che, per fare in modo che l’outlook sull’inflazione si concretizzasse, il Consiglio direttivo della Bce avrebbe dovuto, come minimo, lanciare altri due rialzi consecutivi dei tassi a giugno  e a luglio, sulla base degli stessi presupposti su cui le proiezioni erano state formulate”.

Un consensus molto ampio, si legge nelle minute, “si era detto favorevole alla proposta di Lane (Philip Lane, capo economista della Bce), di alzare i tassi di 25 punti base”.

Detto questo, all’inizio era stata espressa da alcuni anche “la preferenza ad alzare i tassi di interesse della Bce di 50 punti base, a causa del rischio di un’inflazione più persistente”.

“Enfasi – si legge ancora – veniva ribadita sulla necessità di decidere in modo dipendente dai dati macro, e di riunione in riunione, in un contesto incerto, in vista in particolare di un avvicinamento dei tassi a un possibile picco”.

Consenso molto ampio su fine QT, ma con dubbi TLTRO

Un consenso molto ampio veniva manifestato – si apprende dalle minute – anche a favore della “fine della politica dei reinvestimenti stabiliti con il piano APP nel mese di luglio, così come era stato proposto da Lane, sebbene non fosse mancato il favore allo stop del programma a una data successiva, una volta valutati gli effetti dei rimborsi dei prestiti TLTRO da parte delle banche, nel mese di giugno”.

La Bce decideva alla fine, come si sa, a favore dello stop ai reinvestimenti del capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del Programma di acquisto di titoli pubblici e privati (APP) a partire da luglio, facendo notare come i mercati dei bond dell’area euro avessero continuato a funzionare in modo fluido da quando il piano APP (QE-Quantitative easing)  era stato mandato in soffitta.

Venica spiegato tra l’altro che la fine dei reinvestimenti, che era stata segnalata dal Consiglio direttivo nel meeting precedente, era stata messa in conto dai partecipanti al mercato.

Allo stesso tempo, veniva fatto notare che la fine dei reinvestimenti avrebbe coinciso con il rimborso, da parte delle banche dell’area euro, dei prestiti a tassi agevolati di cui gli istituti avevano beneficiato attraverso il programma TLTRO III.

Il rimborso di quei prestiti, spiegavano alcuni, avrebbe rimosso quantità significative di liquidità in eccesso dal sistema finanziario.

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Verbali confermano impostazione hawkish sui tassi

Gli analisti di ING Economics hanno commentato le minute appena rese note dalla Bce, sottolineando che il documento non ha fatto altro che sottolineare la natura hawkish della banca centrale.

Il rialzo dei tassi atteso per il prossimo meeting del 27 luglio è stato inoltre perfino preannunciato, considerato inevitabile già nel mese di giugno.

“Il meeting di giugno della Bce si è concluso non solo con un altro rialzo dei tassi, ma anche, de facto, con l’annuncio anticipato di un rialzo dei tassi a luglio da parte della presidente della Bce, Christine Lagarde. La revisione al rialzo delle stime della Bce sull’inflazione del 2024 e un outlook sulla crescita ancora ottimista, sono state le principali ragioni di questo continuo atteggiamento da falco”, spiegano da ING.

L’annuncio anticipato era arrivato in realtà già con la conferenza stampa con cui, lo scorso 15 giugno, la numero uno della Bce Lagarde aveva commentato la decisione sui tassi dell’Eurotower ha continuato ING.

E ora sono le stesse minute a confermare che la Bce era arrivata già alla metà di giugno alla conclusione che, al fine di centrare il target sul tasso di inflazione, fosse necessario come minimo varare altri due rialzi dei tassi consecutivi, nei mesi di giugno e di luglio”.

Va detto che di persistenza dell’inflazione nell’area euro e dunque della necessità di varare un altro rialzo dei tassi aveva parlato poi in modo molto chiaro, alla fine di giugno, la stessa numero uno della Bce, Christine Lagarde, in occasione del recente Forum di Sintra organizzato dalla stessa Eurotower.

La prospettiva di un rialzo dei tassi anche a luglio aveva irritato subito in Italia sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Ma, nell’ultima riunione di giugno, la Bce era stata costretta a comunicare, anche, che i suoi economisti erano stati costretti rivedere al rialzo l’outlook sull’inflazione. Il dado era stato dunque già tratto: e le minute della Bce di oggi non fanno altro che confermare che la prossima stretta monetaria, a questo punto, è alle porte.

Nell’ultima riunione del 15 giugno, la Bce ha annunciato di aver alzato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,00%, al 4,25% e al 3,50%.

Con i falchi che planano sull’Eurotower, la domanda è quando la Bce deporrà le armi che continua a sfoderare nella sua serrata lotta all’inflazione dell’area euro.

Oggi il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha detto di ritenere che la pausa nel ciclo di strette monetarie, ormai, non sia lontana.

Ed è quanto si spera sempre più ardentemente non più, ormai, soltanto in Italia.