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Banche: check up Bce su CET1, NPL e ROE

13 Luglio 2023 10:21

In attesa dell’esito degli stress test, la Bce pubblica i dati delle banche dell’area euro: focus sul CET1, sugli NPL, sul ROE, e sul parametro LCR

Qual è il CET1 ratio, Common Equity Tier 1, delle banche europee, nello specifico delle banche dell’area euro? A che livello si attestano i loro ROE e gli NPL, i famosi e sempre paventati, soprattutto in tempi di crisi economica, Non-Performing loans, o anche crediti deteriorati? E il costo del rischio?

Le risposte a queste domande le ha date la Bce, riportando in via aggregata la performance di questi ratio,  relativa al primo trimestre del 2023.

In attesa della pubblicazione degli esiti degli stress test lanciati su 99 banche del blocco, l’Eurotower ha diffuso i numeri in via aggregata del CET1 e di altri parametri, relativi agli istituti di credito significativi, intendendo per significativi, come si legge nel comunicato ,”quelle banche che sono soggette alla supervisione diretta della Bce”.

Innanzitutto, vale la pena rispolverare il significato del parametro CET1 noto, in generale, come indice di solidità delle banche.

CET1 Common Equity Tier 1: cos’è e come sta andando

Nello specifico, il Common Equity Tier 1 o CET1, indica il grado di patrimonializzazione delle banche.

Si tratta del rapporto (ratio) tra il capitale ordinario di una banca e le attività ponderate per il rischio.

Il CET1 è di primaria importanza sia per le autorità di regolamentazione come la Bce e l’autorità bancaria europea sia per i mercati, in quanto fotografa la solidità finanziaria di un istituto, dunque la capacità dello stesso a far fronte a shock improvvisi.

Non per niente, negli stress test lanciati dalla Vigilanza Bce, viene monitorato, tra gli altri, proprio questo indice.

Basandosi sempre sui livelli dei CET1, per fare un esempio illustre, è stato possibile stilare la classifica delle banche italiane considerate più sicure.

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Tornando ai dati statistici pubblicati dalla Bce, dall’analisi è emerso che il valore aggregato del Common Equity Tier 1 (CET1) delle banche dell’Eurozona si è attestato nei primi tre mesi del 2023 al 15,53%, a fronte del ratio Tier 1 aggregato pari al 16,94% e al ratio del capitale totale pari al 19,60%.

I ratio CET1 hanno oscillato dal 12,71% della Spagna al 22,56% dell’Estonia.

In generale, il valore aggregato del CET1 pari al 15,53% è migliorato rispetto al 15,38% del quarto trimestre del 2022 e rispetto al 14,99% del primo trimestre del 2022.

Nel prendere in esame le categorie stabilite dal Single Supervisory Mechanism, è risultato che le banche considerate sistemiche a livello globale hanno riportato il livello aggregato del CET1 ratio più basso, pari al 14,45%, mentre altri istituti di credito hanno visto il loro CET1 ratio attestarsi ai livelli più alti, fino al 31,19%.

NPL, prestiti stage 2, esposizioni forborne

Per quanto concerne gli NPL escludendo le somme depositate presso le banche centrali e altri depositi a vista, il ratio delle banche dell’area euro è sceso nei primi tre mesi del 2023 al 2,24%.

Il valore aggregato dei prestiti stage 2 sui prestiti totali è calato al 9,31%, dal 9,62% del trimestre precedente, mentre gli stock di prestiti stage 2 sono ammontati a €1,351 miliardi (rispetto agli €1,380 miliardi del trimestre precedente).

Le esposizioni forborne delle banche sono calate lievemente a €321 miliardi, rispetto ai 331 miliardi del trimestre precedente e ai 391 miliardi dello stesso periodo del 2022, mentre i livelli di copertura sono rimasti prevalentemente stabili, pari al 4,98% per le esposizioni performing forborne e al 38,82% per le esposizioni forborne non performing.

Vale la pena di ricordare che le cosiddette forborne exposures corrispondono a esposizioni verso crediti erogati per cui sono state fatte concessioni al debitore in difficoltà, attraverso modifiche alle condizioni originariamente concordate o ricorrendo a un rifinanziamento parziale o totale.

Si sta parlando più in generale del concetto di NPL-crediti deteriorati delle banche, che Bankitalia presenta riflettendo i criteri pubblicati nel 2013 dall’Autorità bancaria europea (EBA).

  • Le sofferenze sono esposizioni verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
  • Le inadempienze probabili sono esposizioni (diverse da quelle classificate tra le sofferenze) per le quali la banca valuta improbabile, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, che il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni contrattuali.
  • Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate sono esposizioni (diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili) che sono scadute o eccedono i limiti di affidamento da oltre 90 giorni e oltre una predefinita soglia di rilevanza.

Per quanto riguarda il costo del rischio (CoR) delle banche dell’area euro, dai dati della Bce è emerso che il livello aggregato è rimasto stabile allo 0,46% nel corso del primo trimestre del 2023, rispetto allo 0,47% del trimestre precedente.

ROE banche, Bce: effetto positivo dai rialzi dei tassi sul NII

Il ROE (Return on Equity) delle banche europee esaminate dalla Bce è salito nel primo trimestre del 2023 in modo significativo, attestandosi al 9,56%, rispetto al 7,68% dell’intero anno 2022, grazie all’aumento degli utili operativi degli istituti, che sono stati sostenuti, come hanno ben messo in evidenza le trimestrali, il forte sostegno arrivato dai rialzi dei tassi di interesse lanciati dalla Banca centrale europea.

Le strette monetarie hanno avuto un impatto significativo, in particolare, sui margini di interesse (NII) che, ha reso noto Francoforte, nel corso del primo trimestre sono balzati del 24% su base annua.

A sostenere il ROE è stato anche il calo delle svalutazioni e degli accantonamenti: insieme al balzo dell’NII, di fatto, è stata questa componente a contribuire in modo principale alla crescita degli utili netti a livello aggregato, che corrispondono al numeratore del ratio return on equity.

Infine, la Bce ha comunicato che il liquidity coverage ratio (LCR), ovvero indice di liquidità delle banche dell’Eurozona, è rimasto stabile al 161,27% , rispetto al 161,32% del trimestre precedente e al 167,39% del primo trimestre del 2022.

L’indice LCR – anche qui è il caso di aprire una parentesi – è stato elaborato dal Comitato di Basilea per la Vigilanza bancaria al fine di promuovere la resilienza a breve termine del profilo di rischio di liquidità di una banca.

L’indice (LCR), si legge in un paper della Banca dei Regolamenti internazionali (BRI o BIS in inglese), “mira ad assicurare che una banca disponga di uno stock adeguato di attività liquide di elevata qualità (high quality liquid assets, HQLA) non vincolate, composto da contanti o attività che possano essere convertite in contanti nei mercati privati con una perdita di valore modesta o nulla, per soddisfare il suo fabbisogno di liquidità nell’arco di 30 giorni di calendario in uno scenario di stress di liquidità”.

Nei primi tre mesi del 2023, il Net Stable Funding Ratio (NSFR) delle banche, anch’esso parametro emerso dalle riforme fondamentali del Comitato di Basilea, è rimasto infine stabile al 125,87%, rispetto al 125,79% dell’ultimo trimestre del 2022 e al 128,88% del primo trimestre 2022.

L’NSFR prevede che le banche mantengano un profilo di provvista stabile in relazione alla composizione
del loro attivo e delle loro operazioni fuori bilancio.

A questo punto, a seguito della diffusione dei parametri più importanti utilizzati dalla Bce per fare il check up sulle banche, cresce l’attesa per i risultati degli stress test che Francoforte ha lanciato sul settore bancario.

Nelle ultime settimane sono emerse alcune indiscrezioni, secondo cui la Vigilanza della Bce potrebbe sfornare un esito degli stress test peggiore di quelli precedenti, per esercitare una maggiore pressione sull’intero settore e magari porre paletti nella distribuzione dei dividendi da parte delle banche.

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A gennaio di quest’anno, la Bce ha annunciato che avrebbe messo alla “prova di stress 99 banche in totale soggette a vigilanza diretta”.

In base a quanto emerge dal comunicato si apprende che la Bce avrebbe esaminato “57 delle maggiori banche del’area dell’euro, selezionate in modo da coprire circa il 75% degli attivi bancari dell’area, nell’ambito della prova di stress 2023 a livello di UE coordinata dall’Autorità bancaria europea (ABE)”.