Mercati: i 5 grafici chiave del mese di maggio

Il mese di maggio ha visto un ritorno della propensione al rischio dopo la sosta di aprile, consentendo una ripresa del rally del mercato azionario. In tale contesto, gli indici americani S&P 500 e Nasdaq hanno messo a segno rialzi rispettivamente del 4,8% e del 6,9%, conditi da nuovi massimi storici, mentre l’Eurostoxx ha guadagnato l’1,3% e il Ftse Mib il 2,2%. Ma oltre all’equity, l’attenzione degli investitori si è concentrata anche su altre asset class, come materie prime e criptovalute. Vediamo dunque alcuni dei grafici più significativi del mese appena concluso.
Nvidia spinge il Nasdaq sui massimi
La protagonista dei mercati è stata ancora una volta Nvidia, che a maggio ha trainato il Nasdaq con un balzo del +26,9%, registrando un picco intraday di 1.158 dollari il 30 maggio. Nelle quattro sedute tra il 23 e il 29 maggio il titolo ha guadagnato il 20,9%, sull’onda lunga dei risultati e delle prospettive superiori alle attese degli analisti. Il management ha inoltre annunciato un frazionamento azionario nel rapporto 10:1. Le quotazioni del produttore di chip, leader nel campo dell’intelligenza artificiale, hanno beneficiato anche del fermento del settore, come evidenziato dalla raccolta di 6 miliardi di dollari da parte della startup xAI di Elon Musk.
Vola l’indice SMI di Zurigo
Tra gli indici del Vecchio Continente spicca la performance del Swiss Market Index. A maggio, il benchmark della borsa di Zurigo ha guadagnato il 6,6%, tornando a rivedere i 12.000 punti per la prima volta dal 2022. Con un ulteriore rialzo dell’8% l’indice svizzero raggiungerebbe il massimo storico di 12.997 punti toccato a inizio 2022.
Nel mese di maggio, i titoli che hanno registrato le migliori performance sono stati Logitech (+24,1%), Ubs (+17,4%) e Swiss Re (+14,9%), ma nel complesso quasi tutte le aziende che compongono il paniere (18 su 20) hanno conseguito variazioni positive.
Le società più capitalizzate del listino sono i tre colossi Nestlé, Novartis e Roche Holding, con una market cap rispettivamente pari a 250, 204 e 189 miliardi di franchi svizzeri.
Argento oltre i 30$
Fra le materie prime spicca il balzo dell’argento. Il metallo prezioso è tornato stabilmente sopra i 30 dollari per la prima volta dal 2013, toccando ripetutamente i 32 dollari nelle ultime due settimane.
L’argento ha guadagnato circa il 30% da inizio anno e ha raddoppiato il proprio valore negli ultimi cinque, grazie anche alla sua crescente domanda in molteplici applicazioni industriali (tra cui i pannelli solari e l’elettronica). Dall’altro lato, rappresenta una riserva di valore che tende a muoversi in maniera piuttosto correlata con l’oro (reduce da nuovi massimi storici a maggio), seppur in maniera storicamente più volatile.
Balzo di Ether con l’approvazione degli ETF spot negli Usa
Sul fronte delle criptovalute, Ethereum è stato il protagonista del mese di maggio, grazie all’approvazione dei primi ETF spot su Ether da parte della SEC statunitense, in scia a quanto avvenuto a gennaio per il Bitcoin.
Fin dalle prime indiscrezioni su un possibile semaforo verde da parte dell’autorità Usa dei mercati, il token è passato da poco più di 3.000 dollari a oltre 3.800, dove si trova tuttora.
GBP/USD in rafforzamento
A maggio si è assistito a un generale indebolimento del dollaro nei confronti delle principali valute. In tale contesto, la sterlina è passata da 1,250 a circa 1,275 dollari. L’annuncio inatteso delle elezioni britanniche del 4 luglio da parte del primo ministro Rishi Sunak non ha smosso eccessivamente il cambio, che resta più sensibile alle politiche monetarie della Fed e della Boe. Da quest’ultima, gli analisti si aspettano un probabile primo taglio dei tassi in agosto.
Per quanto riguarda le urne, il partito laburista di Keir Starmer dovrebbe prevalere agevolmente sui conservatori al potere ed essere in grado di governare anche senza la maggioranza assoluta in parlamento.
Da citare anche i rialzi del dollaro australiano, in scia all’inflazione più forte delle attese che spegne le speranze di tagli dei tassi della RBA quest’anno, e del dollaro neozelandese. La banca centrale locale ha avvertito che il costo del denaro resterà elevato per contrastare l’inflazione, sorprendendo i mercati.