Argento, perché sale e le prospettive secondo Mazziero
Nelle ultime due settimane l’argento ha guadagnato circa il 12%, tornando in area 28 dollari l’oncia per la prima volta dal 2021. Ecco i principali fattori che stanno sostenendo la corsa del metallo secondo l’analista Maurizio Mazziero e un confronto con l’oro, che ha più volte aggiornato i massimi storici in questa prima parte dell’anno.
Argento sui massimi da tre anni
Le quotazioni dell’argento spot hanno toccato ieri i 28,5 dollari, valore massimo da tre anni a questa parte, portando i guadagni da inizio anno oltre il 17% a fronte del +13% dell’oro.
Dalla fine di marzo, l’argento è passato da poco meno di 25 dollari agli attuali 28$/oz, con un movimento molto rapido, che ha segnato un deciso strappo al rialzo.
A trainare i prezzi hanno contribuito gli acquisti dall’India, il più grande consumatore di argento al mondo, le cui importazioni sono aumentate a 2.932 tonnellate nel primo bimestre del 2024, contro le 3.625 tonnellate del 2023.
La domanda industriale di argento
L’impennata si può ricollegare anche ad altri fattori, illustrati da Maurizio Mazziero, analista finanziario esperto di materie prime, a capo della società di ricerca indipendente Mazziero Research.
Innanzitutto, “spesso si pensa all’argento come un bene prezioso ma in realtà è prevalentemente un metallo industriale. Il 55% della domanda, infatti, proviene dall’industria”.
Questo, grazie alle sue caratteristiche fisiche, che lo rendono particolarmente adatto ad essere utilizzato in diverse applicazioni industriali. Tra gli utilizzi più importanti ci sono quelli in ambito energetico, per la produzione di pannelli fotovoltaici, nell’automotive, per una serie di componenti elettroniche (soprattutto nei veicoli elettrici) e nelle batterie.
La ripresa dell’economia alimenta la domanda di metalli
“Da tre anni l’argento è in deficit di produzione, ossia ne viene prodotto meno di quello che viene utilizzato” e quest’anno è previsto un ulteriore aumento della domanda industriale, quindi “si va verso un quarto anno di deficit”. Ciononostante, “le quotazioni hanno oscillato in un ampio range”, tra i 20 e i 25 dollari, prima del balzo delle ultime settimane.
Questo recente impulso deriva in parte dal cambio di prospettiva sull’economia globale, con “l’abbandono dello scenario recessivo, in favore di un no-landing”, in cui l’economia potrebbe sperimentare soltanto un lieve rallentamento ma continuare a crescere.
Anche la “grande incognita dell’economia cinese” sembra essersi parzialmente risolta, in scia ai segnali di miglioramento dell’attività manifatturiera, che hanno favorito anche un altro metallo industriale come il rame.
Il rally dell’oro si è esteso all’argento
Un altro fattore trainante del recente rialzo dell’argento è legato ai guadagni dell’oro. “Generalmente, quando gli investitori cercano un approdo sicuro si rivolgono in primis all’oro, il bene rifugio per eccellenza. Questo è particolarmente vero in condizioni di equilibri globali precari e incertezze geopolitiche”, come avviene in questo momento con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e le tensioni tra Usa e Cina.
Man mano che l’oro si apprezza, molti gestori passano ad acquistare argento, a sua volta un asset in grado di mantenere valore, anche se tendenzialmente è più volatile dell’oro.
Questo si verifica soprattutto quando il Gold-Silver Ratio, un rapporto monitorato dagli investitori per quantificare l’argento necessario per comprare d’oro, indica una certa convenienza dell’argento rispetto al metallo giallo. Il mese scorso il ratio è sceso da oltre 90 once d’argento per un’oncia d’oro a meno di 84, non lontano dalla media quinquennale di circa 83.
I livelli da monitorare
“È difficile fare previsioni, sicuramente i livelli attuali sono piuttosto elevati. Un ulteriore allungo a 30 dollari l’oncia non è da escludere, anche se ci troviamo su delle resistenze molto forti, ossia i massimi dal 2021”.
Più che sui livelli, secondo Mazziero è importante focalizzarsi “sulla velocità del movimento”. Bisogna tenere presente che “più è verticale la salita, più le prese di beneficio possono scatenarsi in modo violento, poiché chi è riuscito a cavalcare il rialzo ha fretta di monetizzare. I livelli attuali rappresentano ostacoli molto elevati, ma un eventuale sfondamento dei 30 dollari potrebbe rappresentare un buy molto forte.”
Cresce la domanda di ETF
Per quanto concerne la domanda di fondi quotati in borsa, “c’è una maggior propensione all’investimento in ETF sull’argento rispetto all’oro, che stanno registrando dei forti deflussi.” A marzo sono stati registrati afflussi netti per circa 1 miliardo di dollari per gli ETF sull’argento.
In Italia, questa distinzione è legata anche ad un aspetto fiscale. “Da noi l’investimento fisico in argento comporta il carico dell’IVA, mentre l’oro può essere detenuto in formato fisico tramite monete o lingotti senza pagare tasse. Quindi l’ETF sull’argento rappresenta un veicolo comodo per esporsi sul metallo rispetto alla detenzione fisica.”
È il momento di investire in argento?
Riassumendo, l’argento può beneficiare di una forte domanda industriale e ha registrato un rapido balzo grazie anche ad un riallineamento con l’oro e agli afflussi di ETF. Il rally delle ultime sedute “ha fatto risvegliare l’appetito per l’argento, ma è bene tenere presente che quest’ultimo è molto più volatile dell’oro. Pertanto, così come moltiplica i guadagni, è in grado di moltiplicare anche le perdite”, conclude Mazziero.
Il mercato delle opzioni punta ai 30 dollari
Nel frattempo, gli investitori stanno facendo scorta di opzioni call sull’argento con strike intorno ai 30 dollari l’oncia, scommettendo che il rally del metallo farà ancora strada.
L’open interest aggregato delle opzioni sull’argento Comex è aumentato del 47% dalla fine di marzo a martedì, raggiungendo il massimo da agosto 2020. Quattro delle prime 10 posizioni sono sullo strike a 30 dollari, in particolare le call di luglio con 5.807 contratti aperti, equivalenti a 29 milioni di once del metallo. Rispetto ai prezzi attuali, le quotazioni dovrebbero salire di circa il 7% affinché le opzioni siano in the money.
La volatilità implicita è in aumento sia per le opzioni basate su futures che per l’iShares Silver Trust, garantito dal metallo. La volatilità implicita a tre mesi dell’ETF questa settimana ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 11 mesi, con i trader che hanno pagato il premio più alto degli ultimi due anni per le call rispetto alle put.