Cina, gli spunti di ripresa aspettando i PMI. CSI 300 e Hang Seng, cosa dice il quadro grafico

La Cina prova a gettarsi alle spalle il fallimento di Evergrande o, perlomeno, sta cercando di limitarne gli impatti (negativi).
Avviata la liquidazione del colosso immobiliare sono arrivati segnali di ripresa dall’economia cinese, testimoniata dall’andamento del Pil nel primo trimestre 2024 che è cresciuto e ha battuto le attese degli analisti.
Tra gli spunti positivi anche le prospettive di crescita secondo le stime del FMI (Fondo Monetario Internazionale), gli aggiornamenti degli indicatori prospettici come l’Indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero (PMI) che nei primi mesi del 2024 ha sempre confermato (o superato) le attese e, soprattutto, superando quota 50 (benchmark per la valutazione della fase economica). Qualche recente dato, come i prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio, hanno convinto meno il mercato.
In generale il sentiment sembra però avere visto un’inversione di trend nel breve periodo, ma capiamo quali sono i driver che hanno contribuito a questo impulso positivo.
Spunti di ripresa: spinta dal nuovo fondo governativo per la produzione di chip e PIL in crescita nel primo trimestre
Il sentiment positivo è confermato dalle novità su diversi fronti. La Cina ha infatti deciso di investire $ 47,5 miliardi in un nuovo fondo dedicato al settore dei microchip, nel tentativo di recuperare il ritardo rispetto a Stati Uniti e Taiwan. Il mercato dei semiconduttori è ormai da tempo il principale terreno di scontro di queste super potenze e per questo Pechino ha creato il terzo fondo mondiale in termini dimensionali per rilanciare il settore. Il principale azionista del fondo è il Ministero delle Finanze cinese con una quota del 17% e un capitale versato di 60 miliardi di yuan, seguito da China Development Bank Capital con il 10,5%. Nonostante la quota di mercato della Cina nel settore è prevista in diminuzione, dall’8% al 6% nei prossimi cinque anni a detta degli esperti – favorendo la concorrenza di USA e Taiwan – ulteriori investimenti massicci potrebbero aiutare il gigante asiatico a recuperare terreno aprendo a nuovi potenziali scenari.
Tornando alla sfera macro, lo scorso aprile, è stato comunicato il dato sul Pil della Cina relativo al primo trimestre del 2024. Il dato ha mostrato una crescita al ritmo del 5,3% su base annua, al di sopra del +5,2% registrato nel quarto trimestre 2023 e oltre il +4,6% atteso dagli economisti intervistati da Reuters. Da segnalate che il governo di Pechino ha fissato per il 2024 un target di crescita del Pil del 5% circa.
Buone nuove arrivano anche dalle previsioni di crescita dell’economia cinese. Sotto questo aspetto il FMI stima un aumento del 5% nel 2024 e del 4,5% nel 2025 grazie anche ai dati aggiornati sul PIL trimestrale ed alla politica economica attuata. Gli sforzi di Pechino hanno avuto impatti positivi soprattutto nel settore immobiliare, risultato altamente in sofferenza dopo il caso Evergrande. La politica abitativa-fiscale è stata applicata attraverso un sostegno finanziario governativo una tantum, ma è improbabile che si manifestino ulteriori sforzi in questa direzione nel breve termine, come sottolineato anche gli analisti di Morgan Stanley.
Le attese del PMI: il dato di maggio in coerenza con il trend positivo del 2024
Dopo la pubblicazione di lunedì dei dati sui profitti industriali degli ultimi 12 mesi, è il turno dei risultati relativi all’Indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero (PMI) attesi per venerdì 31 maggio alle 3.30 ore italiane. Si tratta di uno dei principali indicatori economici in quanto ne riflette la salute complessiva. Nello specifico un valore del PMI superiore a 50 indica espansione del settore manifatturiero, mentre un valore inferiore a 50 segnala contrazione. Questo permette di comprendere rapidamente se l’economia sta crescendo o rallentando, offrendo un indicatore tempestivo dello stato dell’economia e delle relative politiche applicate.
Nel 2024 si è assistito ad un progressivo miglioramento dell’indice, coerentemente con il sentiment di maggiore ottimismo per l’economia cinese. I dati di marzo ed aprile si sono confermati su un valore superiore a quota 50, rispettivamente 50,8 e 50,4, ma soprattutto battendone le attese: nello specifico a marzo il dato previsionale era di 50,1, mentre ad aprile di 50,3, a dimostrazione di uno stato di salute in netto miglioramento dettato anche dal PIL in crescita e dal rallentamento dell’inflazione. A maggio le previsioni sono ancora positive con un PMI manifatturiero atteso di 50,5, in miglioramento sia rispetto al mese precedente, sia in confronto al dato di 12 mesi prima (48,8).
I dati analizzati sono sicuramente sintomo di un’economia in miglioramento rispetto al 2023, ma possono risultare insufficienti a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita al 5% fissati da Pechino.
L’outlook grafico di CSI 300 e Hang Seng Index
I due principali indici del mercato cinese, CSI 300 e Hang Seng Index, seppur trattandosi di panieri differenti in termini di quotazione geografica e valuta di riferimento, sono due indicatori fondamentali per comprendere lo stato di quest’economia. Il CSI 300 è formato dai principali titoli negoziati alla Borsa di Shanghai e alla Borsa di Shenzhen, mentre l’Hang Seng è l’indice azionario della borsa di Hong Kong.
Da un punto di vista grafico si evidenzia come entrambi gli indici abbiano ripercorso l’inversione del sentiment con un orizzonte temporale a breve termine, seppur presentando dei pattern differenti nella forma (ma non nella sostanza).
A sinistra dell’immagine comparativa si trova il CSI 300 in timefrime settimanale: è immediato notare la presenza di una potenziale bullish flag, tra i principali pattern di continuazione. La tendenza principale è infatti ancora rialzista nel lungo periodo, sulla cui trendline l’indice ha rimbalzato segnando i minimi di gennaio per invertire nel breve termine. Seppur successivamente si sia manifestata anche la rottura di alcune resistenze statiche, 3509,20 punti la più importante, e di quella dinamica che limitava superiormente il movimento ribassista dai massimi di fine 2020, sono necessari ulteriori segnali significativi per confermare la completezza del pattern. Nel caso in cui il trend perdesse la forza mostrata da inizio anno ad oggi, è possibile attendersi un retest tra il supporto dinamico (ex resistenza del limite superiore) e la trendline. In caso contrario allora il pattern di continuazione sarebbe confermato ed è possibile attendersi target ben più elevati.
A destra si trova invece l’indice Hang Seng con timeframe settimanale: si noti in questo caso la presenza di un potenziale doppio minimo, tra i principali pattern di inversione. L’analisi storica dell’indice è analoga rispetto a quanto visto per il CSI 300, dal momento che il sottostante di riferimento ha un indice di correlazione positivo, molto vicino ad 1. Una prima accelerazione del prezzo potrebbe già avvenire alla rottura della resistenza in area 21100 punti, che proietterebbe l’indice sui livelli del vertice massimo del doppio minimo. Tuttavia, è bene evidenziare il fatto che solamente l’eventuale rottura della resistenza in area 22500-22700 punti confermerebbe la presenza del pattern e quindi della potenziale inversione con target in area 30.800 punti.
Sicuramente la pubblicazione dei nuovi dati potrà definire la direzionalità del trend nel breve termine, ma per una panoramica più generale è bene osservare con attenzione la politica di ripresa per lasciarsi alle spalle la vicenda Evergrande.