JPMorgan: Jamie Dimon più vicino ad andare in pensione e ‘l’altro’ annuncio. Titolo colpito dai sell a Wall Street

Immaginare JPMorgan senza il suo ceo Jamie Dimon, al timone del colosso di Wall Street dal 2006, non è sicuramente cosa semplice: in questi anni, il banchiere è diventato infatti parte integrante del DNA della banca.
Le dichiarazioni dell’AD rilasciate ieri e relative al momento in cui andrà in pensione sono state di conseguenza una vera e propria doccia fredda per i mercati.
Nel corso dell’Investor Day di JPMorgan che si è tenuto a New York, il numero uno della prima banca degli Stati Uniti ha colto di sorpresa tutti, affermando che il momento di andare in pensione “non è più tra cinque anni”, ma prima.
Quella frase “tra cinque anni” era stata ripetuta da Dimon più volte, non solo agli inizi di quest’anno ma anche negli ultimi anni, al punto che era diventata quasi un mantra.
Come aveva messo in evidenza un articolo della CNBC, “For Jamie Dimon, retirement from JP Morgan is always five years away”.
Detto questo, non è stata questa l’unica frase di Dimon che ha fatto scattare i sell sulle azioni di JPMorgan.
JPMorgan, il ceo Dimon più vicino all’addio
“La mia dichiarazione su questo tema rimane la stessa – aveva ripetuto Dimon alla metà di gennaio di questo anno, quando era stato interpellato per l’ennesima volta su quando avrebbe deciso di ritirarsi – tra cinque anni. Quando e se mai fisseremo una data relativa al momento in cui andrò in pensione, ve lo farò sapere”.
Il momento in cui Dimon dirà addio a JPMorgan è invece ora più vicino e a dirlo è stato lo stesso ceo, che ha forgiato in tutti questi anni il colosso bancario, fino a trasformarlo in una sorta di “Golia” del settore made in Usa e del mondo.
JPMorgan è infatti la prima banca degli Stati Uniti non solo per valore di asset ma in base a tutti i parametri disponibili, vantando lo scettro di ‘Number One’ anche in termini di depositi, sportelli e utili.
A proposito di utili, il colosso si è messo in evidenza per avere macinato profitti, nei primi nove mesi del 2023, per un ammontare di 38,9 miliardi di dollari, valore che si aggira a 1/5 degli utili archiviati da tutto il sistema bancario Usa, come aveva indicato un articolo del Financial Times dedicato al futuro del gigante. Tanto che, interpellato dall’FT, l’analista di Wells Fargo Mike Mayo aveva battezzato JP Morgan “il Golia dei Golia”.
Si comprende dunque la reazione del titolo JPMorgan alle dichiarazioni del ceo Dimon: le azioni sono scivolate ieri a Wall Street del 4,5%, zavorrando l’indice Dow Jones.
C’è stata però un’altra notizia che ha provocato il forte calo dei titoli JPM, arrivata sempre per bocca di Jamie Dimon.
L’altra frase sul buyback che gela Wall Street
Il ceo ha affossato le speranze di chi aveva puntato su una nuova operazione di buyback del colosso:
“Voglio essere chiaro, ok? Non acquisteremo una grande quantità di azioni a questi prezzi”, ha risposto in modo lapidario l’AD, affermando praticamente che, a questi livelli, i titoli di JPMorgan sono troppo costosi.
E i fatti gli danno ragione, visto che proprio ieri le azioni, prima del brusco dietrofront, hanno testato il nuovo massimo delle ultime 52 settimane, balzando fino a quota $205,88, dopo il rally del 40% circa dell’ultimo anno.
Così come altre banche Usa, JPMorgan ha beneficiato dell’impatto positivo che la carrellata di rialzi dei tassi annunciata ripetutamente dalla Fed di Jerome Powell ha avuto sul margine netto di interesse (NII).
JPMorgan ha vantato nel corso del 2023 un ulteriore assist, ovvero l’acquisto di First Republic, una delle banche regionali Usa che, nel bel mezzo di un panico di Borsa che ha riportato alla memoria la crisi finanziaria del 2008 scatenata dopo il crac di Lehman Brothers, hanno rischiato di saltare in aria. A salvarla per il rotto della cuffia proprio JPMorgan, che ha saputo trasformare First Republic in un punto di forza: tanto che proprio l’acquisto di quella malandata banca è riuscito a dare un ulteriore sostegno alla redditività del gruppo.
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Dimon: ho la stessa energia che ho sempre avuto
Tornando a futuro di JPMorgan, è improbabile che la decisione di Jamie Dimon di dimettersi dalla carica di ceo di JPMorgan, giunta al suo 18esimo anno, coincida con una sua vera e propria uscita di scena.
Dimon potrebbe decidere infatti di rimanere presidente del gruppo.
Nel corso dell’Investor Day della banca, l’amministratore delegato ha ribadito di avere “la stessa energia che ho sempre avuto” nel gestire il gigante di Wall Street.
Sta di fatto che il banchiere ha sollecitato gli azionisti e gli analisti a concentrarsi su quelli che potrebbero essere i suoi successori.
Tra i nomi dei candidati a prendere il suo posto, compaiono quelli di due donne, per la precisione di Marianne Lake, ceo della divisione di consumer bank del colosso, e di Jennifer Piepszak, co-responsabile della divisione commerciale e di investment bank.
L’attenti su tassi Fed e sul rischio di stagflazione
Diverse le dichiarazioni che il ceo Dimon ha rilasciato nelle ultime settimane sulle condizioni dell’economia americana e, anche, sulle probabili future mosse di politica monetaria che la Fed di Jerome Powell annuncerà.
Tra gli avvertimenti lanciati ai mercati, quello con cui il ceo ha paventato un contesto di tassi di interesse più alti per un periodo di tempo più lungo, a causa di una inflazione ancora ostinata.
Il banchiere ha detto inoltre di rimanere “cauto” sull’economia americana, aggiungendo anche che “la stagflazione è nella lista delle cose possibili” che potrebbero accadere agli Stati Uniti.
“Bisognerebbe temere per la possibilità di una stagflazione”, ha detto, nel corso di un’intervista rilasciata qualche settimana fa, ammettendo di nutrire più dubbi sul fatto che lo scenario di soft landing sia ormai considerato scontato.
Dimon ha anche fatto una previsione da incubo riguardo al trend dei tassi di interesse Usa, affermando che i tassi potrebbero schizzare fino all’8%.
“Tutti i fattori seguenti appaiono inflazionistici: la continua spesa fiscale, la rimilitarizzazione del mondo, la ristrutturazione del commercio globale, il bisogno di capitali della nuova economia green, e i costi energetici possibilmente più alti”, ha scritto il ceo nella lettera agli azionisti di questo anno .
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