Notizie Notizie Mondo Downgrade Fitch su debito Usa, Dimon (JPMorgan): ‘ridicolo’

Downgrade Fitch su debito Usa, Dimon (JPMorgan): ‘ridicolo’

3 Agosto 2023 09:38

Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan, bolla come “ridicolo” il downgrade del rating sul debito Usa, da parte di Fitch. In ogni caso, aggiunge, “non importa così tanto”. Dello stesso avviso Goldman Sachs.

Il downgrade di Fitch sul debito Usa? “Ridicolo”: parola di Jamie Dimon, ceo di JPMorgan, banca numero uno degli Stati Uniti per valore degli asset. La bocciatura “in realtà non importa neanche così tanto”, aggiunge il banchiere, che unisce la propria voce al coro di quegli economisti e nomi illustri del mondo dell’alta finanza che minimizzano gli effetti del taglio del rating, annunciato l’altro ieri dall’agenzia di valutazione.

Il motivo? A determinare i costi di rifinanziamento del debito non sono le agenzie di rating, spiega Dimon, ma i mercati, che ritiene ridicolo il fatto che altri paesi godano di valutazioni sui loro debiti più alti di quello Usa, quando dipendono dalla stabilità creata dagli Stati Uniti e dal loro esercito.

Il fatto che ci siano paesi che hanno rating sui loro debiti a tripla A, e che ora gli Stati Uniti ne siano privi (almeno in base alle valutazioni di Fitch e di Standard & Poor’s), per il numero uno di JPMorgan non ha senso, ed è ridicolo perchè l’America “rimane il paese più ricco del pianeta, ed è anche la nazione più sicura del pianeta“.

Detto questo, il ceo del colosso di Wall Street una proposta l’ha fatta, per porre fine almeno a quel teatrino sul tetto del debito Usa che, negli ultimi anni, ha occupato le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo, lasciando i mercati finanziari con il fiato sospeso per settimane, se non mesi.

LEGGI

Debito Usa perde anche rating tripla A di Fitch. L’ira di Biden e di Yellen

Downgrade rating Usa, Dimon: basta con tetto debito

Il numero uno di JPMorgan Jamie Dimon ha proposto di eliminare il tetto sul debito, diventato ormai strumento di campagna elettorale utilizzato sia dai democratici che dai repubblicani.

Dovremmo sbarazzarci del tetto sul debito – ha detto il manager – E’ usato da entrambi i partiti” in modo da seminare incertezza nei mercati”.

Il giudizio dell’AD di JPMorgan sulle condizioni di salute dell’economia degli Stati Uniti rimane cautamente positivo.

Dimon fa riferimento al sostegno che arriva dalla solidità delle spese per consumi e degli investimenti, dal basso tasso di disoccupazione e dai bilanci forti della corporate America.

La situazione sarebbe inoltre “positiva – ha detto – anche se ci fosse una recessione”. Certo, “parte di quelle nubi che si stagliano all’orizzonte” è ancora presente.

A frenare l’entusiasmo quasi proverbiale del ceo verso l’economia degli States sono in particolare i rischi geopolitici che derivano dalla guerra in Ucraina e gli sforzi della Federal Reserve di sfoltire il suo bilancio attraverso lo strumento del Quantitative Tightening.

Jamie Dimon se l’è presa anche con le autorità degli Stati Uniti, in particolare con la stessa Fed, ma anche con la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) e l’Office of the Comptroller of the Currency che, alla fine di giugno, hanno proposto nuove regole sui capitali che le principali banche Usa dovrebbero accantonare: regole che rischiano, secondo i calcoli di Bloomberg, di spazzare via più di 100 miliardi di dollari di capitale in eccesso che i colossi hanno messo da parte nell’arco dell’ultimo decennio.

Le proposte avanzate, ha commentato Dimon, sono state incredibilmente deludenti”.

Usa alle prese con mole massiccia di debito: per Fitch al 118% del Pil entro il 2025

Tra gli elementi che hanno portato Fitch a tagliare la valutazione sul debito Usa, c’è la mole massiccia di debito che gli Stati Uniti stanno accumulando. Una mole che si è gonfiata negli ultimi anni con gli stimoli fiscali lanciati dal governo federale sia per contrastare gli effetti sull’economia della pandemia Covid che, con lo scoppio della guerra in Ucraina scatenato dall’invasione della Russia, per frenare l’impatto del caro energia sulle tasche dei consumatori.

Più di recente, l’amministrazione Biden ha lanciato anche programmi di investimenti nell’energia pulita, nelle infrastrutture e nella tecnologia.

In più, le spese per interessi sono balzate, sulla scia della decisione della Fed di Jerome Powell di alzare continuamente i tassi sui fed funds, fino a portarli al record in 22 anni riprendendo, dopo la breve pausa di giugno, la lotta contro l’inflazione.

Fitch prevede che il rapporto debito-Pil degli Stati Uniti salirà così al 118% entro il 2025, attestandosi a un valore tre volte superiore rispetto al valore mediano del 39% dei paesi che godono ancora del suo rating a Tripla A (AAA).

Tra l’altro, l’agenzia stima che il debito federale degli Stati Uniti continuerà a salire nel lungo termine, e che le decisioni delle prossime amministrazioni che si insedieranno alla Casa Bianca saranno difficili.

Che dire poi riguardo al deficit federale che, nei primi nove mesi dell’anno fiscale corrente è balzato a $1,4 trilioni, quasi il triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno?

Ancora, il Tesoro Usa questa settimana ha rivisto al rialzo le stime sull’emissione di nuovo debito per il terzo trimestre a $1 trilioni dai $733 miliardi previsti a maggio.

Goldman Sachs prevede impatto contenuto da downgrade Fitch

A non dare tutta questa importanza al downgrade sul debito Usa da parte di Fitch sono stati anche gli strategist di Goldman Sachs guidati da Jan Hatzius, che hanno fatto notare che la nota dell’agenzia non ha dato grandi informazioni aggiuntive.

“Il punto è che il downgrade riflette principlamente le sfide fiscali di medio termine e di governance, senza dare nuove informazioni sui conti (pubblici) – hanno scritto gli analisti di Goldman Sachs – Il downgrade dovrebbe avere un impatto contenuto sui mercati finanziari, dal momento che è improbabile che i principali detentori di Treasuries (titoli di stato Usa) si sentano costretti a vendere, sulla base del cambiamento dei rating”.

Il problema, per Goldman sachs, ci sarebbe stato se la bocciatura avesse preso di mira lo stesso tetto sul debito Usa.

Gli stessi analisti interpellati da Bloomberg hanno sdrammatizzato il downgrade di Fitch, facendo notare che non ci sono nel mondo titoli di stato che possano vantare la reputazione di asset rifugio dei Treasuries Usa.

Joachim Klement, responsabile della divisione di strategia, accounting e sostenibilità di Liberum Capital, ha detto che, a suo avviso, il downgrade del rating sul credito “non avrà un impatto significativo sui mercati azionari, sui Treasuries Usa e sul dollaro Usa”.

“Sebbene il downgrade arrivi a sorpresa, non si tratta di una mossa non giustificata – ha fatto notare, tuttavia, lo strategist – se si considera l’elevato deficit del governo degli Stati Uniti e l’assenza di un piano per ridurlo nel corso dei prossimi 3-5 anni”.

Detto questo, secondo Klement, “non c’è motivo di vendere i Treasuries Usa o di chiedere un premio sul rischio, a nostro avviso, visto che non ci sono alternative ai Treasuries sui mercati dei bond globali, nè c’è alcun rischio significativo di default nel prossimo decennio”.