Notizie USA Bond euro: BTP & Co. nelle mani di Fed e Bce. Powell smentito su tassi. E occhio al dato clou

Bond euro: BTP & Co. nelle mani di Fed e Bce. Powell smentito su tassi. E occhio al dato clou

20 Maggio 2024 16:16

Posizionarsi sui Treasuries, sui BTP e in generale sugli altri bond sovrani dell’area euro continuando a scommettere sull’arrivo di tagli ai tassi da parte, rispettivamente, della Fed e della Bce, oppure propendere per una maggiore cautela?

Investitori e trader cercano di capire le prossime mosse da fare, dopo il rally dall’inizio del mese che ha visto protagonisti, in particolare, i titoli di stato UK e Usa.

Un rally tale che questi debiti sovrani stanno vivendo il mese di buy migliore dell’anno, come riporta un articolo di Bloomberg, che precisa che gli acquisti si sono riversati soprattutto dopo la pubblicazione, la scorsa settimana, dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti.

Quel dato, tra i parametri più importanti per monitorare il trend dell’inflazione, ha riacceso infatti le scommesse su un taglio dei tassi da parte della Fed, nel corso del 2024; e proprio il ripresentarsi delle speculazioni su un taglio dei tassi Usa più o meno imminente ha fatto scattare il rally dei bond.

Di questo balzo ha parlato l’articolo di Bloomberg “Bond Rally Built on Inflation Euphoria Faces UK Reality Check“, chiedendosi se la fase positiva sia destinata a durare, e facendo notare l’impatto che sui titoli di stato potrà avere la pubblicazione, attesa per questa settimana, del dato relativo all’inflazione del Regno Unito, in calendario dopodomani, mercoledì 22 maggio.

In questo contesto, di certo non aiuta, tuttavia, il fatto che un’esponente della Fed abbia praticamente spazzato via con le sue dichiarazioni le rassicurazioni che erano state date ai mercati dallo stesso presidente Jerome Powell.

BTP, Bund & Co: le parole di Bowman (Fed) spiazzano i trader

E’ anche per questo motivo se la settimana per i titoli di stato non è iniziata sotto i migliori auspici.

Riferendosi in particolare al mercato dei bond sovrani dell’area euro, con l’articolo “Euro zone yields edge up, markets scale back bets on 2024 ECB rate cuts to 65 bps”, Reuters ha individuato anche più di un motivo che sarebbe alla base delle vendite sui BTP & Co. e, dunque, del rialzo dei rendimenti.

I tassi dei Bund tedeschi a due anni, quelli noti per essere più sensibili alle aspettative di politica monetaria della Bce, sono saliti stamattina al record delle ultime due settimane e mezzo, superando anche il 3%, fino al 3,008%, per poi scendere al di sotto della importante soglia psicologica nei minuti successivi.

A puntare verso l’alto sono stati anche i tassi dei Bund tedeschi a 10 anni, avanzati fino a +2,5 punti base al 2,54%, mentre i tassi dei BTP a 10 anni hanno riportato un progresso di 3 punti base, al 3,84%.

A fronte di rialzi che hanno interessato sia i rendimenti dei BTP che dei Bund lo spread BTP-Bund a 10 anni rimane pressocché stabile, in lieve ribasso attorno a quota 129 punti base.

Il rialzo dei rendimenti dei bond sovrani dell’area euro e made in Usa si spiega con le novità arrivate dal fronte Fed e Bce.

Fed, Powell smentito dalla governatrice: “Ancora pronta ad alzare i tassi”

Negli Stati Uniti l’euforia esplosa a seguito della pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo Usa è sfumata piuttosto presto. Non solo.

Venerdì scorso, quando erano passati tre giorni dalla pubblicazione di quel dato, la governatrice della Fed Michelle Bowman ha detto di non intravedere progressi nel trend dell’inflazione, aggiungendo di rimanere favorevole all’eventualità di tornare ad alzare i tassi nel corso di quest’anno, in caso di fase di stallo o di nuovi rialzi del tasso di inflazione.

Bowman si è detta aperta all’opzione di tornare ad alzare i tassi anche a fronte di un presidente della Fed Jerome Powell che, proprio pochi giorni prima, aveva escluso una tale eventualità, facendo tirare ai mercati un sospiro di sollievo.

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Nel proferire quella frase, Bowman ha praticamente smentito le rassicurazioni che erano arrivate proprio per voce del presidente della Fed Jerome Powell, fattore che ha innervosito e sta innervosendo il mercato dei bond.

In lieve rialzo i tassi dei Treasury a 10 anni, che viaggiano attorno al 4,447%.

Così Michelle Bowman, in un discorso preparato in vista del suo intervento alla Pennsylvania Bankers Association, a Nashville, in Tennessee:

“Dopo aver assistito a progressi considerevoli dell’inflazione, che si è indebolita l’anno scorso, non abbiamo visto ancora progressi ulteriori nel corso di quest’anno. Sebbene l’attuale approccio della politica monetaria rimanga a un livello restrittivo, sarei dunque tuttora pronta ad alzare il range del target dei tassi sui fed funds in una riunione futura (del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed), nel caso in cui i dati in arrivo indicassero che i progressi compiuti dall’inflazione si trovassero in una fase di stallo o fossero stati ribaltati”.

Ma a pesare sui bond oggi è anche il fattore Bce

Se oggi i rendimenti dei bond dell’area euro sono tornati a salire, tuttavia, non è solo per l’incertezza sulle prossime mosse della Fed, ma anche per quelle che verranno annunciate dalla Bce di Christine Lagarde.

L’articolo di Reuters segnala infatti che, a pesare sul trend dei titoli di stato dell’area euro, sono anche le aspettative dei mercati su quelle che saranno le prossime mosse della Bce: fermo restando che il primo taglio dei tassi dell’era di Christine Lagarde nella prossima riunione del 6 giugno viene dato per scontato, il dubbio è su cosa accadrà successivamente.

Reuters riporta che oggi i mercati scommettono su tagli complessivi dei tassi dell’area euro da parte della Bce di circa 65 punti base, nel corso del 2024.

Si tratta di una quantità di tagli che non dista molto dai 67 punti base di tagli che erano stati prezzati venerdì scorso, e che tuttavia pesa sul sentiment di chi guarda ai titoli di stato del blocco.

Il trend delle scommesse continua a essere infatti al ribasso, se si considera che il 15 maggio scorso i mercati avevano prezzato 73 punti base di tagli e che all’inizio di maggio le attese erano di 75 punti base di sforbiciate complessive.

Bloomberg fa notare tra l’altro l’attesa per un importante market mover di questa settimana che potrebbe avallare o smentire le informazioni che hanno fatto salire in queste ultime sessioni i titoli di stato Usa e dell’area euro, praticamente l’assunto secondo cui il processo disinflazionistico starebbe in ogni caso continuando: la pubblicazione del dato relativo all’inflazione del Regno Unito.

La pubblicazione dell’indice CPI degli UK della prossima settimana sarà importante, e noi intravediamo il rischio che il dato rallenti in misura inferiore rispetto a quanto sperato da molti”, ha commentato in una nota diffusa venerdì scorso Mark Dowding, responsabile della divisione degli investimenti presso RBC BlueBay Asset Management.

Se invece l’inflazione UK dimostrasse di continuare a raffreddarsi, allora gli investitori potrebbero essere ulteriormente tentati dal fare shopping non solo di Gitls, ma anche di altri bond sovrani, più convinti del trend discendente, in generale, dei prezzi.