Notizie Notizie Italia Mps e il disastro Antonveneta: Cassazione assolve Mussari & Co. E il titolo scatta

Mps e il disastro Antonveneta: Cassazione assolve Mussari & Co. E il titolo scatta

12 Ottobre 2023 09:58

Mps riparte dopo il rally della vigilia, che ha portato il titolo a schizzare di oltre il 5%, nel giorno in cui era attesa la sentenza della Cassazione sulla eventuale conferma delle assoluzioni dell’ex presidente della banca senese Giuseppe Mussari e dell’ex Dg Antonio Vigni.

La sentenza è arrivata ieri, prima della chiusura della giornata di contrattazioni a Piazza Affari, permettendo al titolo Monte dei Paschi di Siena di chiudere attorno ai massimi di giornata.

Mps è in rialzo anche oggi, confermandosi tra i titoli migliori del Ftse Mib.

Mps: la Cassazione conferma assoluzioni Mussari, Vigni e altri imputati

La Cassazione ha confermato le assoluzioni di Mussari e Vigni, che erano state decise in appello il 6 maggio del 2022 dopo la condanna avvenuta in primo grado.

Il tribunale ha dichiarato inoltre  “inammissibile” il ricorso che era stato presentato dalla Pg di Milano Gemma Gualdi contro le assoluzioni di tutti i 15 imputati.

Nel novembre del 2019, il Tribunale di Milano aveva condannato a sette anni e sei mesi di carcere Giuseppe Mussari, a 7 anni e 3 mesi Antonio Vigni e a 4 anni e 8 mesi Gian Luca Baldassarri per le presunte irregolarità nelle operazioni effettuate da Mps tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite dovute all’acquisizione di Antonveneta.

La sentenza era stata poi ribaltata in appello.

Nella giornata di ieri, la Cassazione ha confermato quanto deciso in appello, ovvero che Mussari, Vigni e gli altri imputati sono stati assolti dalle accuse che li avevano visti condannati in primo grado.

La Cassazione ha dichiarato inammissibile anche il ricorso della Consob.

Così, stando a quanto ha reso noto l’Ansa, si sono espressi dopo la sentenza della Cassazione gli avvocati di Giuseppe Mussari, Padovani, Pisillo e Marenghi:

“Il processo per le presunte falsità del bilancio Mps e presunte turbative di mercato, che non avrebbe mai dovuto cominciare, si è finalmente concluso, dopo una lunga, tormentosa, angosciosa vicissitudine processuale, là dove meritava di finire: nel nulla. Giustizia è fatta ma Mussari non è più quel che era quando questa vicenda iniziata, e nessuno gli restituirà nulla”.

Arrivato anche il comunicato della banca tedesca Deutsche Bank, che ha così commentato la conferma delle assoluzioni:

“Siamo soddisfatti della decisione della Suprema Corte. Abbiamo sempre creduto fermamente nell’innocenza delle persone della banca coinvolte nel procedimento, nonché della stessa Deutsche Bank, rispetto alle accuse mosse. Siamo lieti che tutti siano stati pienamente assolti e che la sentenza della Corte di Cassazione abbia posto fine a questo lungo procedimento”.

Il titolo di Banca Monte dei Paschi di Siena ha chiuso la sessione di ieri, mercoledì 11 ottobre, a quota 2,599, con uno scatto del 5,69% che lo ha portato in cima al Ftse Mib di Piazza Affari.

Oggi, il titolo continua a salire, mettendo a segno alle 9.30 circa ora italiana un rialzo di oltre il 2%, a quota 2,654% euro.

Mps: ecco perchè il titolo continua a salire

Il rally del titolo Mps si spiega con il fatto che, con la sentenza della Cassazione, viene a cadere l’ostacolo a una eventuale operazione di M&A tra Siena e un altro istituto, rappresentato dai rischi legali della banca senese, che ammontano in tutto a 4,1 miliardi di euro.

I titoli dei giornali non sono tuttavia altrettanto clementi, come lo è stata la Cassazione, nei confronti degli ex vertici del Monte dei Paschi che, dal 2017, è noto a tutti anche come Monte di Stato.

Mps: disastro senza colpevoli. Dieci anni dopo tutti assolti“, è il titolo dell’articolo de Il Fatto Quotidiano, che ricorda come quelle operazioni di finanza strutturata Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, che sono state messe in atto da Mps in quegli anni compresi tra il 2008 e il 2021, siano state realizzate al fine di coprire, secondo l’accusa, quelle “perdite causate dalla sciagurata acquisizione del 2007 di Antonveneta, costata oltre 40 miliardi di valore bruciato negli ultimi 15 anni”.

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Il Corriere della Sera scrive intanto che quella cifra dei rischi legali, che ammonta a 4,1 miliardi, potrebbe ridursi per effetto della sentenza della Cassazione “di un miliardo, permettendo a Mps di liberarsi di una parte importante dei suoi rischi”.

E con il fardello meno pesante dei rischi legali, la banca si presenta sicuramente più appetibile agli occhi di eventuali altre banche italiane (finora nessuna offerta è pervenuta) che possano considerare l’acquisizione di quella partecipazione del 64% circa detenuta dallo Stato.

Nelle ultime settimane, il mercato non ha mostrato tuttavia grande entusiasmo nei confronti del piano di privatizzazione di Mps che, in base agli accordi con l’Unione europea, dovrebbe prendere forma attraverso l’uscìta dello Stato dal capitale della banca senese entro il giugno del 2024.

C’è poca chiarezza sul piano del Tesoro maggiore azionista, come ha confermato la stessa nota diramata dal ministero dell’Economia e delle Finanze lo scorso venerdì 6 ottobre.

Nella nota il Mef ha comunicato di avere avviato il processo di selezione per l’individuazione dei consulenti finanziari e legali che lo assisteranno nella scelta delle migliori modalità di dismissione della partecipazione di controllo nella banca.

Con il comunicato, il Tesoro ha lasciato aperte tuttavia anche tutte le opzioni, precisando che “la cessione (del Monte) potrà essere effettuata, in una o più fasi, attraverso il ricorso singolo o congiunto a un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, ivi compresi i dipendenti del Gruppo Banca MPS, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali, ovvero a una trattativa diretta da realizzare attraverso procedure competitive trasparenti e non discriminatorie, oppure ancora a una o più operazioni straordinarie, ivi inclusa un’operazione di integrazione”.

L’annuncio del Tesoro non solo non aveva però sostenuto il trend del titolo sul Ftse Mib, ma si era tradotto in una nuova raffica di vendite, in una situazione in cui un potenziale cavaliere bianco disposto a salvare Mps ancora latita, e in cui tra le ipotesi c’è anche quella che vedrebbe lo Stato liberarsi del giogo del Monte a rate, piazzando parti della sua partecipazione direttamente sul mercato.

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Commento Equita post Cassazione: “risvolto molto favorevole”

Nel frattempo Andrea Lisi, analista di Equita SIM, commenta la sentenza della Cassazione e, in particolare, le sue conseguenze sul destino della banca senese e del titolo:

“La notizia ha, a nostro avviso, un risvolto molto favorevole per Monte dei Paschi di Siena“, scrive Lisi nella nota odierna che la SIM dedica ai mercati, elencando le ragioni alla base del suo ottimismo:

  • Riteniamo ragionevole possa portare a una riduzione significativa del petitum di 4,1 miliardi relativo a contenzioni straordinari ed extragiudiziali. A tal proposito, Lisi ricorda che il petitum legato alle informazioni finanziarie 2008-11, al cui interno è presente il filone Vigni-Mussari, ammonta a 1 miliardo di euro.
  • La sentenza favorevole della Corte di Cassazione nel caso Vigni Mussari è ragionevole possa essere propedeutica a un esito positivo della sentenza d’appello sul caso Viola-Profumo (informazioni finanziarie 2014-15), in quanto legato con il filone precedente.

Andrea Lisi di Equita SIM conclude la nota, sottolineando che il titolo del Monte dei Paschi di Siena tratta con un 2024E P/TE di 0.3x (8% ROTE adj.) vs 0.6x medio di settore (12% ROTE adj.)