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Immobiliare, tassi Bce, banche: Fmi lancia l’alert

28 Aprile 2023 13:27

Fmi scatena ansia su Europa: alert su immobiliare, banche, tassi Bce

Alert Fmi sul mercato immobiliare in Europa: i prezzi delle case potrebbero soffrire una correzione “disordinata” e scendere ancora, dopo aver sofferto il primo calo dal 2015.

Si rischia nell’area anche un aumento delle rate sui mutui, in caso di ulteriore aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali europee.

Il peggio è che questo scenario sembra inevitabile, dal momento che è stato lo stesso Alfred Kammer, direttore del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale, a dire che “la Bce deve aumentare i tassi”. E, anche, “relativamente presto”.

In un intervento alla CNBC, e in vista della prossima riunione dell’Eurotower, in calendario il 4 maggio, Kammer ha detto che la banca centrale “deve mantenere i tassi elevati almeno fino alla metà del 2024“, in quanto le previsioni sono di un rallentamento dell’inflazione al 2% (target della Bce) nel corso del 2025”.

Dunque, l’Europa sembra essere in un vicolo cieco, visto che rischia una correzione del mercato immobiliare a causa del rialzo dei tassi, e visto che i tassi devono essere comunque alzati per far scendere il tasso di inflazione.

Tra l’altro, ha avvertito l’Fmi nell’ultimo outlook dedicato all’Europa, la correzione “disordinata” dei prezzi degli immobili potrebbe avvenire “anche nel caso in cui si riuscisse a evitare uno stress finanziario più ampio”, dopo la crisi delle banche che è esplosa sui mercati a marzo, scatenataprima dal crac di Silicon Valley Bank (SVB) , e poi con la fine dei giochi per Credit Suisse come banca autonoma.  Una crisi la cui fine, secondo molti, non può essere neanche decretata, visti i nuovi timori che continuano ad assillare la banca regionale americana First Republic.

Mercato immobiliare, Fmi: correzione già in corso

La correzione del mercato immobiliare, ha fatto notare il Fondo Monetario Internazionale nell’outlook sull’Europa diffuso oggi, è tra l’altro “già in corso in alcuni paesi europei, come nella Repubblica Ceca, la Danimarca, così come in Svezia, dove i prezzi (delle case) sono scesi di oltre il 6% nel 2022″.

Non sarebbe però finita qui, visto che “la flessione dei prezzi delle case potrebbe accelerare, nel caso in cui mercati tornassero a prezzare i rischi di inflazione e un irrigidimento delle condizioni finanziarie più forte di quanto atteso”.

Ovviamente “questo calo dei prezzi avrebbe effetti avversi sui bilanci delle famiglie e delle banche”, ha continuato l’Fmi.

Con il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali, a salire sarebbero d’altronde, come è avvenuto fino a ora,  anche le rate dei mutui:

a quel punto, la propensione a spendere dei mutuatari, inevitabilmente, sarebbe destinata a scendere.

In alcuni casi, i clienti delle banche potrebbero anche trovarsi nella condizione di non riuscire più a onorare il rimborso dei prestiti, a danno delle banche, che si ritroverebbero a far fronte all’aumento dei crediti deteriorati, dunque degli NPL.

“I modelli empirici che fanno riferimento al legame dei prezzi delle case e ai fondamentali indicano che i prezzi (degli immobili) sono sopravvalutati del 15-20% nella maggior parte dei paesi europei – si legge nell’outlook del Fondo Monetario Internazionale – Di conseguenza, con le rate dei mutui che continuano a salire e i redditi reali attaccati dall’inflazione, i prezzi degli immobili stanno scendendo in diversi mercati”.

Dagli ultimi numeri diffusi dall’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Europa, è emerso di fatto che i prezzi delle case, nell’Unione europea, sono scesi per la prima volta dal 2015, riportando una flessione su base trimestrale, nell’ultimo trimestre del 2022, pari a -1,5%.

Alfred Kammer direttore del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale, ha confermato alla CNBC l’ansia dell’Fmi per le condizioni in cui versa il mercato immobiliare made in Europe.

“In generale il problema dei prezzi delle case è presente ovunque, non soltanto dei paesi caratterizzati da un livello elevato dei debiti”. E “questo problema – ha continuato Kammer –  necessita di essere affrontato con una supervisione. C’è bisogno di stress test”. Praticamente, a suo dire, in Europa “(i prezzi delle case) devono essere monitorati in modo molto attento”.

Il problema non è di facile soluzione, perché il rischio che i prezzi degli immobili continuino a scendere è più concreto, in quanto la Bce non può permettersi di abbassare la guardia contro l’inflazione, che rimane ostinata.

Il Fondo Monetario Internazionale prevede in media che il tasso di inflazione headline, nell’area euro, sia pari al 5,3%, quest’anno, e in discesa al 2,9% nel 2024, livello tuttavia ancora superiore al target della Bce, fissato al 2%.

E dunque la Bce, secondo Kammer, deve continuare ad alzare ancora i tassi e farli rimanere a livelli elevati almeno fino alla metà del 2024.

“C’è bisogno di un ulteriore restrizione, e quando si arriverà al tasso terminale, quel livello dovrà essere mantenuto per un periodo di tempo più lungo, in quanto l’inflazione core è (…) elevata, e molto persistente. E non c’è niente di peggio che fare una pausa o interrompere la battaglia contro l’inflazione troppo presto perché in quel caso, se si dovesse tornare a intervenire per la seconda volta, i costi sull’economia sarebbero molto più alti”, ha detto Kammer.

Non c’è via di scampo non solo per la Bce, ma anche per altre banche centrali europee, visto che in Svezia, per esempio, l’Fmi prevede un tasso di inflazione headline del 6,8% per quest’anno e del 2,3% per il 2024.

Il quadro è simile anche nel Regno Unito (dunque anche per la Bank of England), dove l’inflazione, secondo l’outlook del Fondo Monetario, si attesterà al 6,8% nel 2023 e al 3% nel 2024.

Livelli dI inflazione troppo alti in tutta l’Europa, dunque. Nonostante i rischi elencati per gli istituti di credito, il mercato immobiliare e i consumatori, le banche centrali europee non hanno dunque scelta: devono continuare a lanciare, per l’istituzione di Washington, ulteriori strette monetarie.

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