Roubini, Fed dovrà alzare i tassi al 6% e BCE al 4%. Ecco perché
Secondo l’economista Nouriel Roubini, intervenuto all’evento “Il mercato italiano dei capitali: quale futuro? presso l’Università di Bocconi “La natura dei rischi economici e finanziari di oggi è molto diversa da pochi anni fa, e poi ci sono rischi non economici ma che hanno effetti a cascata anche sull’economia. Viviamo in una depressione geopolitica, con la guerra in Ucraina che sta portando a shock economici in tutto il mondo”.
Guerra Fredda USA-Cina
Tra le più grandi preoccupazioni a livello geopolitico anche il rapporto, sempre più teso, tra le due potenze del mondo: gli Stato Uniti e la Cina. Ma non solo, il professore alla New York University Stern School of Business ha sottolineato l’agitazione che sta causando il fatto che l’Iran sta diventando una potenza nucleare e i vari shock relativi al mercato petrolifero.
“In Cina c’è una crescente guerra fredda con gli Stati Uniti, con entrambe le parti che stanno andando verso un’escalation”, ha dichiarato Roubini. I pericoli sono però anche in altre parti del mondo, “con l’Iran che sta diventando uno stato nucleare e l’instabilità che potrebbe portare ad uno shock sul mercato del petrolio”.
Secondo Roubini, “questa instabilità sta portando a decoupling, divisione, deglobalizzazione, con maggiori costi economici a livello globale”.
Cambiamento climatico e pandemia
Per Roubini “c’è il fatto che stiamo facendo poco sul cambiamento climatico, con costi severi sul fronte economico e fiscale, mentre la pandemia da Covid non sarà l’ultima, in quanto dagli anni ’80 ne abbiamo avute molte, con grande correlazione con il cambiamento climatico, perché stiamo sempre più cambiando gli ecosistemi”.
Roubini: Fed e BCE dovranno alzare ancora i tassi al 6% e 4% rispettivamente
Per quanto riguarda invece le prospettive future, l’economista ha affermato che “l’inflazione sarà più persistente di quello che mercati, banche centrali e persone credono, sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona.
Quindi per come la vede Rubini o la Fed porta i tassi al 6% e la BCE oltre il 4%, altrimenti l’inflazione farà fatica a tornare all’obiettivo del 2% nel medio termine. Questo potrebbe portare a una recessione economica e un crash dei mercati“.
Inoltre, “sebbene i prezzi delle materie prime sono calati per i timori della recessione, si trovano ancora in un super-ciclo (supercycle) a causa dei sotto investimenti e sotto capacità. Sul lato dell’offerta quindi ci sono pressioni sull’inflazione, mentre la Cina ha riaperto e la guerra continua”.