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Bce e tassi: l’outlook degli economisti

17 Aprile 2023 10:19

Bce: economisti presentano outlook tasso terminale anti-inflazione

La Bce alzerà i tassi di interesse dell’area euro altre tre volte quest’anno, precisamente a maggio, giugno e luglio. E’ quanto emerge dagli economisti intervistati da Bloomberg nei giorni compresi tra il 5 e il 13 aprile.

In media, gli esperti puntano su un tasso terminale pari al 3,75%, a seguito delle tre strette monetarie di 25 punti base stimate.

Dal sondaggio, precisa Bloomberg, emerge che le aspettative degli economisti sono ampiamente in linea con quelle degli investitori, che hanno ridotto in modo significativo i loro outlook precedentemente hawkish sui tassi, a seguito della crisi di fiducia esplosa nel settore bancario globale con i casi di SVB (Silicon Valley Bank) e di Credit Suisse (con tanto di bond azzerati).

Dal canto loro, parlando a margine dei lavori primaverili del Fondo Monetario Internazionale, i funzionari della Bce si sono trovati d’accordo nell’anticipare un altro rialzo dei tassi dell’area euro, in occasione della imminente riunione della Bce, in calendario il prossimo 4 maggio, anche se rimangono dubbi sull’entità della mossa, che potrebbe essere pari a un aumento di 25 o di 50 punti base.

Ora è l’inflazione core il mal di testa della Bce

L’ansia della Bce si è spostata tutta, nelle ultime settimane, dal trend dell’inflazione headline a quello dell’inflazione core.

Dagli ultimi dati macro è emerso infatti che l’inflazione core dell’Eurozona – che esclude i prezzi volatili dei beni energetici, alimentari e dei tabacchi – è volata a marzo al ritmo record del 5,7%, in rialzo rispetto al 5,6% di febbraio.

Ha puntato invece verso il basso in modo significativo l’inflazione headline, scesa il mese scorso al tasso del 6,9%.

Ma “l’inflazione rimane tuttora troppo alta, e sono preoccupato soprattutto per l’inflazione core, l’inflazione sottostante”, ha avvertito l’esponente del Consiglio direttivo della Bce Olli Rehn, lo scorso venerdì, in un’intervista rilasciata alla CNBC.

Rehn ha rimarcato dunque la necessità di continuare ad alzare in modo “costante” i tassi di interesse.

Nessuna novità è arrivata dall’altro esponente del Consiglio direttivo dell’Eurotower, Martins Kazaks, che ha parlato nelle ultime ore della possibilità di una stretta monetaria di 25 punti base o di 50 punti base nel prossimo meeting di maggio.

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Va detto che, fino all’ultimo, i mercati saranno costretti a interrogarsi sulla portata della prossima stretta sui tassi dell’area euro, visto che i prossimi numeri sull’inflazione saranno conosciuti soltanto due giorni prima l’annuncio della Bce di Christine Lagarde sui tassi.

E, dal momento che Lagarde & Co. hanno ribadito più volte come le decisioni di politica monetaria dipendenderanno dai dati macro, fino a quando non saranno stati pubblicati i dati sull’inflazione core, sarà molto difficile riuscire a farsi un’idea della prossima mossa della Bce.

A maggio stretta di 25 o di 50 pb?

La Banca centrale europea ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base negli ultimi sei meeting consecutivi, ma  Rehn ha sottolineato come sia importante non mollare la presa nella lotta contro l’inflazione.

“Stiamo raggiungendo il territorio restrittivo, ed è importante non rilassarsi in modo prematuro”.

Detto questo, è stato lo stesso Kazaks a far notare che, “a un certo punto, sarà naturale che l’entità della stretta venga ridotta. Per esempio, l’aumento (dei tassi) potrebbe non essere più di 50 punti base, ma di 25 punti base”, ha detto l’esponente della Bce, interpellato dall’agenzia di stampa lettone Leta.

Allo stesso tempo, ha continuato il banchiere centrale, alla domanda “se allenteremo la mossa già nel meeting del Consiglio direttivo della Bce di maggio, rispondo dicendob che credo che ci sia ogni possibilità che ci si muova in tal senso, ma anche che un aumento dei tassi di 50 p0unti base non sia una opzione da ignorare“.

A dire la sua, nella giornata di ieri, domenica 16 aprile, anche la numero uno della Bce Christine Lagarde, che ha ricordato come le recenti turbolenze che hanno colpito il sistema finanziario potrebbero aver aiutato la banca centrale nel perseguimento dell’obiettivo dell’irrigidimento delle condizioni del credito.

Dal sondaggio di Bloomberg è emerso intanto che, sebbene sia possibile che abbia testato il picco in termini di performance trimestrale, l’inflazione core dovrebbe rimanere attorno al 5,5% nel corso di questo trimestre, per poi superare il trend dell’inflazione headline nel secondo semestre dell’anno. E certo questa non è una bella notizia.

Tassi BTP e titoli euro: le ultime indiscrezioni sulla Bce

Occhio intanto al commento degli analisti di Mps Capital Services che, nel fare riferimento al trend dei rendimenti dei BTP e dei titoli di stato dell’Eurozona, hanno fatto notare che “il movimento di rialzo dei rendimenti, in particolare in Eurozona, ha poi trovato ulteriore supporto in un’indiscrezione Reuters secondo la quale, stando a cinque fonti Bce, i reinvestimenti dell’APP dovrebbero terminare nella seconda metà dell’anno in quanto la riduzione del bilancio si sta muovendo troppo lentamente”.

“Evidentemente – hanno scritto in una nota gli analisti – è ripartita la negoziazione all’interno del Consiglio della Bce tra un rialzo meno corposo da 25pb (sostenuto dalle colombe) ed un aumento del ritmo nella riduzione del bilancio (sostenuto dai falchi assieme ad un rialzo da 50pb)”.

Oggi i tassi dei BTP decennali viaggiano attorno al 4,3%, a fronte di uno spread BTP-Bund a 10 anni poco mosso attorno a quota 184 punti base.

Lo scorso 16 marzo, la Bce di Christine Lagarde ha alzato i tassi dell’Eurozona di 50 punti base, a dispetto dell’altolà alle strette lanciato da economisti e analisti, dopo il caso Credit Suisse.