Elezioni Usa e mercati: Biden si ritira, con Kamala Harris a rischio il ‘Trump Trade’?
Qual è e quale sarà l’effetto sui mercati della decisione di Joe Biden di accontentare i democratici e di ritirare la propria candidatura alle elezioni Usa, così come annunciato dallo stesso presidente degli Stati Uniti ieri, con un post su X?
Se lo chiedono strategist, analisti, gestori ed economisti, che cercano di valutare anche le conseguenze di quel “Trump trade”, che si è infiammato a Wall Street nelle sedute successive all’attentato a cui è scampato il tycoon, il 13 luglio scorso.
Per ora, nessuno scossone: troppe le variabili da valutare, tra cui l’endorsement di Biden alla candidatura della sua vice Kamala Harris all’Election Day.
Endorsement Biden a Harris? Non finisce qui. E Trump strepita
Tra l’altro le novità sono tutt’altro che finite, in quanto la nomination ufficiale del candidato democratico alle elezioni Usa arriverà soltanto in occasione della convention del partito in calendario a Chicago, nei giorni compresi tra il 19 e il 22 agosto.
Per ora i mercati sembrano propendere più per l’attendismo che segnalare movimenti importanti.
Nel frattempo, l’ex presidente americano Donald Trump, che secondo molti esperti e gli stessi sondaggi avrebbe già in mano la vittoria alle elezioni Usa, non perde tempo a sferrare nuovi attacchi contro i democratici, invocando le stesse dimissioni di Joe Biden dalla Casa Bianca.
Il candidato repubblicano, che ha ricevuto la benedizione ufficiale del suo partito in occasione della convention repubblicana che si è tenuta la scorsa settimana a Milwakee, in Wisconsin, ha definito la decisione di Biden di ritirare la propria candidatura “uno shock per il nostro paese”, aggiungendo che “abbiamo un uomo là” (alla Casa Bianca) che non dovrebbe essere dove si trova”, e che il passo indietro del presidente è solo “una cosa positiva per il paese”.
Per quanto riguarda Kamala Harris, Trump ha detto “che non è meglio di lui (Biden). Potrebbe essere anche molto meno competente, qualcosa difficile da credere”.
E ancora, in una conversazione telefonica con la rete televisiva CBS, l’ex presidente ha sottolineato che ” non ci sarebbe alcuna differenza tra le loro politiche, che sia lui o lei”.
Tra l’altro “lei (Harris) è stata responsabile della gestione dei confini (ovvero la gestione dei flussi dei migranti). E’ stata la zar dei confini, ed è stata la peggiore di sempre. La peggiore di sempre – ha insistito Trump – Abbiamo avuto la gestione peggiore di sempre dei confini”.
Caos totale in vista Election Day: effetti sui mercati
Ma cosa succede intanto a Wall Street?
Per ora, nulla di rilevante, ma è troppo presto per essere sereni, vista l’America nel caos totale.
C’è chi non prevede alcun terremoto, almeno per l’azionario Usa, c’è chi invece parla di una maggiore volatilità in arrivo.
I giochi non sono ancora fatti, vista la convention democratica in arrivo, e visti i dubbi che assillano alcuni democratici riguardo alla capacità reale di Kamala Harris di portare alto il nome del partito.
Qualcuno non nasconde il timore che Harris possa essere vista ormai dall’elettorato americano come una sorta di costola di Biden: magari meno rotta di quelle del presidente Usa, magari una portatrice più convincente del pensiero dei democratici, ma sempre una costola.
E così – mentre Trump si chiede se a questo punto il “partito repubblicano non debba essere rimborsato per la frode” subìta, visto che “tutti attorno a Joe, inclusi i suoi medici e i Fake News Media, sapevano che non era capace di correre per la presidenza, o anche di essere presidente” – l’impressione sui mercati è i democratici brancolino ancora nel buio, visto che una visione unitaria sul candidato alla Casa Bianca, di fatto, non c’è.
Bloomberg riporta intanto che i democratici hanno ricevuto più di 50 milioni di dollari di donazioni, un record per questa loro campagna elettorale del 2024, nelle ore successive alla notizia della rinuncia di Biden a correre per le elezioni presidenziali di novembre.
Detto questo, alcuni donatori democratici non nascondono il desiderio di lanciare le primarie per scegliere il loro candidato all’Election Day.
Harris ha nel frattempo ricevuto l’endorsement da Bill Clinton e Hillary Clinton, dal governatore della California Gavin Newsom, dalla senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren, dalla deputata di New York Alexandria Ocasio-Cortez e da altri grandi nomi democratici.
L’ex presidente americano Barack Obama ha apprezzato la mossa di Biden, ma non ha annunciato alcun endorsement.
Annuncio Biden, gli esperti: incertezza = maggiore volatilità
Secondo James Koutoulas, ceo dell’hedge fund Typhon Capital Management, interpellato come gli altri analisti dalla Reuters, “ci sarà un po’ più di volatilità sui mercati, visto che l’incertezza è aumentata. Trump rimane il favorito a vincere, ma Biden è stato così disastroso che un qualsiasi altro candidato ha una chance più alta di fare meglio”.
Dello stesso avviso, anche lui intervistato dalla Reuters, Matthew Gotlin, direttore degli investimenti e managing director di Welath Management:
“I mercati tendono a odiare l’incertezza. Senza dubbio ci si attende una maggiore volatilità nel breve termine, andando verso novembre, soprattutto se dovremo attendere per sapere chi sarà il candidato democratico”.
In ogni caso, se è vero che “le elezioni rappresentano un fattore che incide molto sull’emotività, è vero anche che sui mercati, in un’ottica di più lungo termine, sono elementi come gli utili a contare di più”.
Per Rick Meckler, socio di Cherry Lane Investments, “l’annuncio di Biden è sicuramente qualcosa che gli investitori stavano già prezzando”.
Ma è anche qualcosa che “rappresenta un’incertezza estremamente alta riguardo a chi sarà il candidato, sebbene sia probabile che sarà la vice presidente (Kamala Harris)”.
“Certamente, se sarà lei, gli outlook degli investitori non cambieranno molto”. Certo, “l’imprevedibilità in politica non è stata mai un fattore molto positivo per i mercati, ma in questo caso, dal momento che si tratta di qualcosa che era stato anticipato da molto tempo, non credo che la reazione sarà immediata in modo significativo”.
Sempre alla Reuters Brian Jacobsen, capo economista di Annex Wealth Management, ha fatto notare che, a suo avviso, le cose sono invece piuttosto cambiate:
“Se Biden fosse rimasto, le probabilità sarebbero aumentate non solo a favore della vittoria di Trump, ma a favore di un grande trionfo dei repubblicani. Ora, la partita si è riaperta. Il ‘Trump trade” probabilmente farà una pausa, visto che gli investitori rivaluteranno le probabilità relative ai risultati. E questo significa che le small cap, i titoli finanziari, gli energetici e i crypto potrebbero assistere a un lieve ritracciamento. Ma Trump è ancora in vantaggio”.
Jack Mcintyre, gestore di portafoglio della divisione di reddito fisso Brandywine Global Investment Management, ha detto invece di ritenere che l’annuncio di Biden sia “positivo, almeno nel breve termine, per i mercati….sarà probabilmente positivo per il mercato dei bond, specialmente se si considera il momento in cui ci troviamo e, fattore più importante, a che punto ci troviamo con la crescita e l’inflazione”.
Meno confortante il commento di Jamie Cox, managing partner di Harris Financial Group:
“I mercati saranno terribilmente volatili fino a quando non si conoscerà la nomination democratica. E tutto ciò (la volatilità) si manifesterà attraverso il dollaro, creando volatilità nel mercato del reddito fisso e nell’azionario”.
Alla CNBC Jay Hatfield, CEO di Infrastructure Capital Advisors, ha detto invece di prevedere una “reazione dell’azionario tranquilla” alla notizia relativa alla decisione del presidente americano Joe Biden.
A suo avviso, l’incertezza dovrebbe essersi, in realtà, addirittura ridotta:
“Il fatto che Biden abbia dato l’endorsement a Kamala Harris riduce l’incertezza. Nella giornata di oggi potrebbe esserci un lieve smobilizzo delle scommesse di trading su Trump, dal momento che si ritiene che la vicepresidente Usa Harris abbia una chance lievemente migliore (rispetto a quella di Biden) di vincere” le elezioni americane, ha continuato Hatfield.
Riguardo al dollaro, dopo l’annuncio di Joe Biden la valuta americana si è indebolita all’inizio della giornata di contrattazioni delle borse asiatiche, scendendo nei confronti dell’euro dello 0,11%, e portando così il cambio EUR-USD a salire dello 0,11% a $1,0895. Ora, l’euro segna un timido rialzo, avanzando di appena lo 0,04% a quota $1,0888.
Importante invece il calo del dollaro sullo yen, con il rapporto USD-JPY che arretra dello 0,67% a quota JPY 156,45. Occhio anche al trend dei Treasury.
Il Financial Times: che succede al Trump trade con ritiro Biden?
Sul Trump trade torna l’articolo del Financial Times After Biden, is there still a Trump trade?, lanciando un avvertimento:
non si legga troppo nella reazione immediata dei mercati alla notizia del ritiro di Biden dalla corsa alla presidenza.
Viene fatto notare che il Bitcoin è per esempio sceso all’inizio, subito dopo l’annuncio, e che poi ha recuperato terreno (il Trump Trade ha tra i suoi asset vincenti proprio il Bitcoin, visto che Trump viene considerato un assist a favore del mondo delle criptovalute).
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E non bisogna neanche affidarsi troppo, secondo il Financial Times, a quanto sta emergendo a caldo dai sondaggi, che danno al momento il consenso a Trump in calo.
Ciò che sarà invece importante monitorare nei prossimi giorni, sottolinea l’FT, sarà il trend dei rendimenti, più in generale la curva dei rendimenti dei Treasury Usa.
E questo perchè il Trump Trade è sostanzialmente “la scommessa su una curva diventerà più ripida in caso di una vittoria dei repubblicani”.
Il motivo porta il nome del fenomeno che ha angosciato gli americani (e non solo) negli ultimi anni e che soltanto ora è rientrato, anche se non in linea con i desiderata della Fed: l’impennata dell’inflazione Usa, che ha costretto la Federal Reserve di Jerome Powell a intervenire in modo pesante per farla rientrare.
Gli economisti vedono la vittoria di Trump, la cui campagna elettorale si è basata tra le altre cose proprio sull’accusa lanciata a Biden di aver fatto schizzare l’inflazione degli States, come un fattore che rischierebbe di infiammare di nuovo i prezzi Usa, a causa di politiche come l’imposizione di dazi, le restrizioni ai flussi migratori e i tagli alle tasse, elementi che vengono considerati tutti inflazionistici.
Occhio a curva rendimenti Treasury e a small cap
Non per niente, dopo il disastro di Joe Biden nel dibattito televisivo contro Trump, la curva dei rendimenti dei Treasury è diventata più ripida, prezzando le scommesse su nuovi rialzi dell’inflazione: il livello dell’inversione della curva nel tratto 2-10 anni si è di conseguenza ristretto.
Ma da allora, ha fatto notare l’articolo, i tassi dei Treasury a 10 anni sono tornati di nuovo a scendere, sulla scia dei numeri positivi relativi all’inflazione CPI, e se la curva è diventata più ripida è stato “solo perchè i rendimenti della parte iniziale, dunque della parte con scadenza a breve, hanno segnato nuovi ulteriori cali”.
“Se c’è stato dunque un segnale di Trump trade nella curva, questo è stato affossato dalle notizie positive relative all’inflazione” arrivate di recente dal fronte macro, spiega il quotidiano britannico, da cui è emerso anche che sarebbe esagerato interpretare la vittoria di Trump come un elemento che rende la curva dei rendimenti più ripida, anche perchè Trump è imprevedibile.
Detto questo, la narrativa del tycoon come “un nazionalista orientato a tagliare le tasse, ad aumentare i dazi, a fermare l’immigrazione, a favore dei tassi di interesse più bassi, è potente“. Basti pensare a cosa ha detto nell’intervista di fine giugno rilasciata a Bloomberg.
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Da monitorare anche il recente rally dei titoli delle small cap, sostenuto dalla prospettiva di una Fed finalmente più orientata a tagliare i tassi, a partire dalla riunione di settembre.
A scatenare la fuga dei trader dai titoli delle Big Tech o mega cap Usa a favore delle azioni delle small cap, sarebbe stato secondo alcuni esperti anche e ancora il Trump Trade, in quanto le dichiarazioni dell’ex presidente contro Taiwan (paghi per ricevere in cambio i nostri aiuti militari, così come paghi per la sua propria difesa) sono state uno schiaffo sferrato ai colossi dei chip.
Ma, secondo l’esperto del Financial Times, non è ancora chiara la strategia che una eventuale amministrazione Trump adotterebbe nei confronti delle Big Tech Usa.
In poche parole, l’unica cosa che si può fare in questo momento è “continuare a guardare allo svolgersi degli eventi”.
Intanto in una nota Mark Haefele, Chief Investment Officer, UBS Global Wealth Management, ha detto di ritenere che “l’attenzione si sposterà ora sulla conferma di un nuovo candidato democratico, sull’eventuale presenza di differenze sostanziali nelle loro priorità politiche che potrebbero influenzare i mercati e sulla possibilità che il nuovo candidato abbia maggiori probabilità di sconfiggere l’ex presidente Trump a novembre”.
“Nel breve termine – ha aggiunto Haefele – ci si aspetta una certa volatilità del mercato mentre gli investitori digeriscono la notizia“.
Dunque, è questo il consiglio, “si raccomandano varie strategie per gestire i rischi legati alle elezioni, tra cui la detenzione di un portafoglio ben diversificato e la considerazione di investimenti strutturati con caratteristiche di conservazione del capitale o di generazione di rendimento”.
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