Notizie Notizie Italia BTP: junk Moody’s in agguato. E la Grecia farà meglio

BTP: junk Moody’s in agguato. E la Grecia farà meglio

Pubblicato 11 Maggio 2023 Aggiornato 11 Maggio 2023 16:43

BTP osservati speciali con raffica di minacce, in primis Moody’s. E Grecia fa meglio di Italia

BTP sotto la lente degli investitori di tutto il mondo in attesa dei verdetti di alcune agenzie di rating, in particolare di Moody’s.

Mentre in Italia ci si interroga sulla convenienza o meno, da parte degli investitori retail, di puntare sul BTP Valore, il nuovo titolo di stato annunciato dal Tesoro in dirittura d’arrivo, si apprende anche che l’Italia si appresta a ‘battere’ la Grecia, diventando ufficialmente il paese più indebitato dell’area euro.

E’ quanto emerge dai programmi di Stabilità riferiti al periodo 2023-2026 che Roma e Atene hanno presentato alla Commissione europea la scorsa settimana.

Dai documenti, è risultato che, nel 2026, il rapporto debito-Pil della Grecia sarà inferiore rispetto a quello italiano.

I numeri parlano infatti di un rapporto debito-Pil, per la Grecia, pari al 135,2% nel 2026, rispetto al 140,4% dell’Italia.

Debito-Pil: e ora Italia si appresta a superare la Grecia

Forse non tutti sanno che la Grecia sta facendo passi da gigante nel processo di riduzione di quel debito monstre che la vide triste protagonista della crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona, consegnandola nelle mani della troika, ergo di riforme improntate all’austerity che fecero collassare la sua economia, scatenando in tutta Europa sentimenti anti-europeisti.

Ma Atene è riuscita a fare bene i compiti, tanto che il debito ellenico, dopo essere capitolato di 23,3 punti percentuali nel 2022, quando scese al 171,3% del Pil, sarebbe destinato a scendere ulteriormente, fino al 162,6% a fine 2023, al 150,8% del Pil nel 2024, al 142,6% del Pil nel 2025 e al 135,2% del Pil nel 2026.

Se realizzato, il trend metterebbe in evidenza un calo del debito-Pil della Grecia di ben 36,1 punti percentuali nell’arco dei prossimi quattro anni: e un taglio impressionante di ben 71,1 punti percentuali se si ricorda che nel 2020, il ratio volò fino al 206,3% del Pil.

L’Italia sarebbe destinata anch’essa a veder scendere il proprio debito, ma in misura decisamente meno impressionante: dal 144,4% del Pil del 2022, il debito dovrebbe attestarsi al 142,1% nel 2023, poi al
141,4% nel 2024, al 140,9% nel 2025 e al 140,4% nel 2026.

Ekathimerini snocciola i numeri relativi alle previsioni nell’articolo firmato da Eirini Chrysolora Debt to drop faster than Italy’s, ovvero “il debito (della Grecia) scenderà più velocemente di quello dell’Italia”.

Motivo di orgoglio, senza alcun dubbio. Tutto questo mentre Moody’s ha già sventolato la minaccia “junk” per l’Italia.

Ansia junk per BTP: si avvicina il verdetto Moody’s

Moody’s si esprimerà sul rating del debito italiano il prossimo 19 maggio.

Prima di Moody’s si pronuncerà Fitch, nella giornata di domani, venerdì 12 maggio.

La minaccia junk di Moody’s pende sull’Italia e sui BTP come una spada di Damocle. Nel caso in cui l’agenzia decidesse che i titoli di debito italiano meritano la valutazione “spazzatura”, gli investitori chiederebbero un premio più alto per proteggersi contro il rischio di un eventuale default dei bond.

L’eventuale balzo dei rendimenti rischierebbe di avere effetti domino nell’area euro, fomentando, come scrive Reuters in un articolo appena pubblicato, l’instabilità politica ed economica. Non potrebbe essere altrimenti, visto che l’Italia è caratterizzata per avere un debito tra i più alti dell’area euro.

Lo spread BTP-Bund tornerebbe a infiammarsi, insieme ai tassi sui BTP.

Ma in realtà, anche se lo spettro “junk” di Moody’s non si concretizzasse, sono già diversi gli analisti che puntano su uno spread più alto, anche se non in misura significativa, nell’arco delle prossime settimane e dei prossimi mesi.

L’insediamento del governo Meloni non si è tradotto finora in un innalzamento dello spread BTP-Bund.

Tutt’altro: il differenziale, termometro dell’ansia dei mercati per il futuro dell’Italia, è rimasto basso e stabile.

Negli ultimi giorni qualche turbolenza c’è, tuttavia, stata.

A seguito della decisione della Bce di Christine Lagarde di sfornare, la scorsa settimana, un nuovo rialzo dei tassi (lasciando intendere che la lotta contro l’inflazione non è neanche finita) lo spread è balzato fino a 198 punti base, al record in un mese.)

D’altronde, con la grande novità del Quantitative Tightening (in termini tecnici l’esatto opposto del Quantitative Easing, quest’ultimo noto anche come APP, PAA in italiano), la Bce ha annunciato tutta l’intenzione di premere il pedale dell’acceleratore per continuare a uscire dal mercato dei bond, smobilizzando tutti quei BTP e titoli di debito dell’Eurozona che ha acquistato negli anni precedenti con il QE.

LEGGI ANCHE

Bce, per BTP c’è un altro allarme oltre a tassi e QT

La storia dei bazooka della Bce APP e PEPP

Spread BTP-Bund: l’outlook degli strategist

Interpellato dalla Reuters Michael Weidner, head of European fixed income presso Lazard Asset Management, guardando in avanti e alle agenzie di rating Fitch e Moody’s , ha detto di “non prevedere un downgrade”.

Ma “certo – ha aggiunto – l’Italia se la caverebbe per un pelo”.

Weidnerm prevede uno spread BTP-Bund oltre i 200 punti base: un valore ben inferiore ai 250 punti base dello scorso anno, ma ben superiore anche ai minimi di gennaio, attorno a quota 160 punti base.

Al momento, l’Italia, terza economia dell’area euro dopo la Germania e la Francia, è l’unico paese del blocco a presentare un rating Moody’s Baa3, ovvero una valutazione superiore a quella “junk” di appena un gradino.

Tra l’altro, l’outlook di Moody’s, che da subito ha attenzionato il governo Meloni, è anche negativo.

LEGGI ANCHE

Moody’s avverte governo Meloni agitando minaccia rating ‘junk’. ‘Senza riforme il downgrade ci sarà’

Di recente, in un articolo pubblicato da Bloomberg, “Italy Stands Out to Moody’s as Only Country Risking Junk Status, gli analisti di Moody’s hanno anche ricordato che “l’Italia è al momento l’unico paese con un debito sovrano valutato Baa3 a presentare un outlook negativo”.

Ancora Moody’s: “una crescita debole e costi di finanziamento più elevati potrebbero indebolire ulteriormente la posizione fiscale dell’Italia“, dunque le sue finanze pubbliche.

L’agenzia di rating ha dato dunque un ulteriore avvertimento, rimarcando l’importanza di attuare il PNRR, in un contesto in cui continuano a montare dubbi sulla realizzazione delle riforme da parte del governo Meloni.

E c’è anche l’appello ‘short’ di Goldman Sachs

E che dire, anche, dell’altro schiaffo ai BTP e al governo Meloni arrivato da Goldman Sachs, con il seguente consiglio alla comunità degli investitori “Shortate BTP a 10 anni contro i Bonos”, ovvero i titoli di stato spagnoli?

In questa situazione il responsabile della divisione di reddito fisso di Lazard Asset Management Michael Weidner, lo ha detto chiaramente:

“Non siamo troppo bullish sull’Italia. Lo spread è un po’ troppo basso”.

Del rischio PNRR, dopo che la Commissione europea alla fine di marzo ha congelato i fondi a favore dell’Italia per un valore di 19 miliardi di euro, ha parlato anche Laureline Renaud-Chatelain, fixed income strategist di Pictet Wealth Management:

“L’Italia ha davvero bisogno di questi soldi, per fare progressi nelle sue riforme strutturali”, ha detto la strategist, aggiungendo di stimare per lo spread Italia-Germania un rialzo oltre quota 200 punti base.

Cauto sui BTP anche Michael Krautzberger, responsabile della divisione di reddito fisso EMEA di BlackRock che, sempre alla Reuters, ha ricordato che il paese fa fronte “a diversi fattori di rischio” e che, “in generale, siamo prudenti”.

E gli ostacoli per i BTP e lo spread non finiscono neanche qui visto che, tra i vari elementi che rischiano di accendere l’ansia c’è anche l’altro programma della Bce: il TLTRO.

Una minaccia anche dalla mossa delle banche italiane

Alla fine del 2022, la Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde ha annunciato una nuova mossa anti-inflazione, apportando modifiche alle condizioni del programma  TLTRO con cui, in diversi round, la Bce ha erogato finanziamenti a tassi agevolati alle banche.

Questo significa che le banche dell’Eurozona dovranno rimborsare questi prestiti alla Bce.

Ma questo significa anche, come ha spiegato Adam Kurpiel, responsabile della divisione di strategia sui tassi di Société Générale,  che le banche italiane, nello specifico, potrebbero dover ripagare 180 miliardi di euro circa, se non più, alla metà di giugno.

Questa urgenza, secondo Kurpiel, potrebbe portare gli istituti di credito a vendere alcuni BTP che hanno in pancia e a ricorrere ai mercati monetari per raccogliere un po’ di cash, mettendo ulteriormente sotto pressione il debito italiano e, sostanzialmente, i BTP (ricordate la croce doom loop banche-BTP?)

Tanto che lo strategist di SocGen ha già raccomandato agli investitori di shortare, dunque di scommettere contro, i titoli di stato italiani a breve scadenza.

Riuscire anche soltanto a contare tutte le minacce che incombono sui BTP è una impresa alquanto ardua.

Per l’Italia, c’è anche il rischio rappresentato dal Nuovo Patto di stabilità e di crescita, proposto dalla Commissione europea che, pur nell’intenzione delle autorità di Bruxelles di inaugurare una nuova fase, fissa dei diktat sul debito e sul deficit che metterebbero n difficoltà l’Italia, al punto che stavolta le critiche non sono arrivate soltanto dai soliti sovranisti e anti-europeisti, ma anche da funzionari vicini alle istituzioni made in Europe.

Non stupiscono appello Meloni e lancio BTP Valore

Non stupisce, in questa situazione in cui gli investitori istituzionali guardano l’Italia con sospetto, che il governo Meloni punti sempre di più a corteggiare i piccoli risparmiatori italiani: l’idea è nota da parecchio, tanto che è passato qualche mese da quando la stessa presidente del Consiglio ha lanciato l’appello “Più titoli di Stato detenuti dagli italiani”.

LEGGI ANCHE

Tutto sul BTP Italia. BTP autarchico? Manca poco

Debito pubblico e BTP autarchico, Iacovoni: il Tesoro vuole ampliare base investitori retail in BTP

Il lancio del BTP Valore va in questo senso. E i critici già avvertono che, in generale, il rischio è che i piccoli risparmiatori, nel sottoscrivere un qualsiasi eventuale BTP autarchico o BTP sovranista, prendano una grande cantonata.