Mps is back, dice l’AD Lovaglio. Anche i dividendi?
Mps annuncia la trimestrale, Lovaglio ottimista sul futuro. C’è anche il fattore dividendi
L’MPS-Day è arrivato, ma il brindisi di Piazza Affari cede il posto al ritorno delle vendite sul titolo, dopo un rally fino a +5% post trimestrale.
Sull’indice Ftse Mib, su cui le azioni del Monte dei Paschi di Siena hanno fatto da poco ritorno, quel rally di inizio sessione che aveva portato Mps in cima al Ftse Mib, si è del tutto sgonfiato, nonostante i numeri positivi e la fiducia manifestata dal ceo Luigi Lovaglio nel futuro della banca e, anche, nella possibilità che gli azionisti tornino finalmente a essere remunerati, già a partire da quest’anno.
Sfumato anche l’effetto delle note positive arrivate dalla comunità degli analisti.
I numeri di Mps parlano chiaro:
il miglioramento della redditività della banca è stato messo in evidenza da un utile netto salito a 236 milioni di euro, in rialzo rispetto ai 156 milioni del quarto trimestre del 2022 e in volata rispetto ai 10 milioni del primo trimestre del 2022.
L’utile ha battuto le attese degli analisti intervistati da Bloomberg, pari a un utile netto di 119 milioni di euro.
Va detto che il titolo del Monte era scattato anche alla vigilia, fino a +6% circa, sulla scia di alcune indiscrezioni riportate dall’agenzia Reuters, che parlavano della volontà del Tesoro (Mef) di ridurre quella partecipazione del 64% che continua a fare dello Stato italiano il maggiore azionista della banca senese.
Rally forse eccessivo?
Forse sì, se si considera che, di nuovo, a fronte dell’ambizione del Tesoro di dare la banca in sposa a qualche altro istituto di credito, di pretendenti non si vede neanche l’ombra.
Prima UniCredit di Andrea Orcel , poi Intesa SanPaolo di Carlo Messina, infine Banco BPM di Giuseppe Castagna: in occasione della pubblicazione delle trimestrali tutte e tre le banche si sono quasi affrettate a puntualizzare che, per ora, non c’è alcuna fretta di perseguire una operazione di M&A, dunque di fusione e di acquisizione.
Nel corso della conference call, inoltre, non tutto è andato secondo i desiderata dei mercati.
Se da un lato la prospettiva del ritorno della distribuzione ai soci è sicuramente una ottima notizia, dall’altro la risposta che il ceo Lovaglio ha dato alla domanda ‘Dividendi o buyback?’ ha azzoppato le speculazioni di una operazione con cui magari la banca potrebbe acquistare le azioni in mano al Tesoro.
L’AD ha risposto infatti manifestando la preferenza verso la distribuzione dei dividendi. Dunque, niente buyback che possa allegerire la quota in mano al Mef.
Mps e la buona trimestrale. Lovaglio: ‘Mps is back’
Il ceo di Mps Luigi Lovaglio ha continuato a mostrare ottimismo nel futuro della banca senese.
“MPS is back”, ha detto l’amministratore delegato, nel suo intervento alla call con gli analisti, indetta per commentare la trimestrale dell’istituto.
“Oggi presentiamo risultati molto positivi”, ha annunciato il numero uno del Monte dei Paschi, ricordando come “il terzo trimestre del 2022”, periodo in cui la banca ha “assunto i costi per le uscite di personale, è stato il turning point”, il punto di svolta per il gruppo. E facendo notare come il primo trimestre del 2023, con i suoi numeri, abbia mostrato “quella che potrebbe essere la nostra redditività a partire da quest’anno”.
“È il secondo trimestre consecutivo che mostra la capacità ricostruita di fornire prestazioni sostenibili”, ha tenuto a sottolineare ancora Lovaglio.
Nello stesso comunicato con cui Mps ha annunciato la trimestrale si legge, di fatto, che “i risultati del primo trimestre confermano il nuovo posizionamento della banca capace di generare una profittabilità sostenibile con un miglioramento della performance operativa, grazie ai risultati già raggiunti nell’implementazione del piano industriale”.
Mps, Equita SIM: risultati molto forti
Positiva la reazione degli analisti, con Equita SIM che ha commentato i numeri parlando di “risultati”, nel primo trimestre del 2023, “molto forti”.
Certo non è mancato, così come nei bilanci di tutte le altre banche italiane che hanno finora snocciolato i loro conti, l’effetto della Bce, ovvero dei rialzi dei tassi che la banca centrale europea guidata da Christine Lagarde continua a varare:
quelle strette monetarie continueranno a indispettire il governo Meloni, ma sicuramente non le banche italiane che, grazie a quelle manovre, continuano a beneficiare di solidi risultati che riguardano soprattutto i loro margini di interesse NII.
Equita SIM ha indicato le principali voci di bilancio di Mps relative al primo trimestre dell’anno, nella nota pubblicata stamattina.
- NII (margine di interesse): 505 milioni (+1% su base trimestrale, +57% su base annua) , meglio dei 480 milioni attesi.
- Ricavi totali: 879 milioni (+5% su base trimestrale, +12% su base annua) , meglio degli 823 milioni attesi.
- Utile operativo: 414 milioni (+24% su base trimestrale) , meglio dei 365 milioni attesi.
- LLP: -107mn (55 punti base) rispetto ai -95 milioni attesi (50 punti base)
- Pre-tasse: 220 milioni, meglio dei 146 milioni attesi.
- Utile netto: 236 milioni, meglio dei 132 milioni attesi.
La SIM ha commentato la trimestrale di Mps parlando di risultati “in ulteriore accelerazione supportati ancora da un forte andamento dell’NII (che ha battuto del 5% le nostre stime) e da una ripresa delle commissioni a 332 milioni (meglio dei 315 milioni previsti), in ripresa del 7% su base trimestrale dopo il bottom toccato nel quarto trimestre”.
“I costi operativi, sostanzialmente in linea con le attese, hanno beneficiato dal piano di uscite del personale completato a dicembre e risultato quindi in calo del -8% su base trimestrale”.
Equita ha parlato anche di un “ottimo” rapporto cost-to-income, pari al 53% mentre, “sotto la linea operativa, la voce LLPs (ovvero quella relativa agli accantonamenti per eventuali perdite future sui crediti), è risultata più alta delle attese (dunque peggiore), con un costo del rischio a 55 punti base, rispetto ai 50 punti base attesi, dunque peggiore delle stime.
L’NPE ratio è risultato invece in “leggero miglioramento – ha indicato ancora Equita – al 4,1%, rispetto al 4,2% del quarto trimestre del 2022”.
“La sorpresa a livello di utile netto – così la SIM milanese – è stata guidata anche da minori oneri sistemici e da un contributo positivo da imposte per 15 milioni”, mentre il CET1 – seppur risultato in calo su base trimestrale a causa dell’incremento dei RWA per la revisione dei modelli – si è attestato comunque a un solido 14,9% (sebbene in ribasso di 70 punti base su base trimestrale)“.
I finanziamenti alla clientela di Mps sono saliti inoltre del 2% su base trimestrale a 77.8 miliardi, mentre la raccolta diretta è cresciuta del 3% per l’aumento dei titoli emessi e dei PCT, che hanno più che compensato la flessione dei conti correnti per -2,3 miliardi, in flessione del 3%.
“Non si evidenziano tematiche sul fronte della liquidità”, hanno scritto da Equita, mettendo in evidenza un LCR di Mps superiore al 210% , un NSFR maggiore del 130%.
Inoltre, Mps non ha fornito un “outlook sul 2023, ma l’obiettivo di raggiungere al 2023 un PBT (profit before taxes, ovvero utili al loro delle tasse) in area 700 milioni (target 2024) diventa molto visibile e superabile”.
La SIM ha infine ricordato che il titolo Monte dei Paschi di Siena tratta con un P/TE pari a 0,35 volte.
Lovaglio: la risposta alla domanda ‘Dividendi o buyback’
Tornando alle parole del ceo di Mps, Luigi Lovaglio, il banchiere ha sottolineato che “i target del nostro piano sono più che raggiungibili”, mostrandosi fiducioso nella capacità del Monte di replicare i risultati del primo trimestre di quest’anno.
“L’utile netto conferma una nuova capacità di generare una redditività sostenibile e ci aspettiamo di replicare la performance del primo trimestre anche nei trimestri successivi”, ha detto il numero uno di Mps, aggiungendo di ritenere, riguardo all’opzione di tornare a remunerare gli azionisti, che “siamo ora in grado di generare valore per tutti gli stakeholder ed è tempo per una valutazione adeguata”.
Lovaglio ha sottolineato a tal proposito che la banca propende più verso l’ipotesi dei dividendi che di un buyback.
“Ci piace avere un eccesso di capitale e guardando avanti abbiamo la capacità di generare ulteriore capitale”, ha puntualizzato, sottolineando che questa capacità apre la strada all’anticipazione per la distribuzione del dividendo con l’utile del 2024″.
Lovaglio ha poi detto che “siamo molto più focalizzati su questo (dunque in generale sui dividendi) che sul buyback”, rispondendo alla domanda di un analista sul modo in cui il Monte dei Paschi avrebbe intenzione di tornare a remunerare i soci.
La risposta sicuramente ha fatto storcere il naso ad alcuni operatori di mercato, visto che l’analista, nella sua domanda a Lovaglio, aveva chiesto se fosse possibile l’opzione, da parte del Monte, di riacquistare parte delle azioni che rappresentano la partecipazione detenuta dal Tesoro maggiore azionista, ricordando proprio le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, relative alla volontà del Mef di ridurre la propria quota, con una serie di vendite dei titoli sul mercato.