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Bce e tassi, altro che appelli Italia. Lagarde tira dritto

2 Febbraio 2023 16:10

Altro che dietrofront e pentimento di una Bce resasi conto di essere stata troppo – per chi la critica – hawkish con i tassi.

La banca centrale guidata da Christine Lagarde alza i principali tassi di riferimento dell’area euro, affossando contestualmente le speranze di chi iniziava a credere, complici anche alcune indiscrezioni riportate nelle ultime settimane, che nelle riunioni successive, a partire dalla stessa prevista a marzo, le mosse sarebbero state meno aggressive.

E invece niente.

E’ scritto chiaro e tondo nel comunicato:

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE e prevede ulteriori incrementi. Alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo, esso intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria. Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione.

Non solo Lagarde non fa un passo indietro, ma insiste con la sua ricetta stretta monetaria di 50 punti base, prevista anche per il mese di marzo.

Così come si legge nel comunicato diramato dalla Bce, “il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%, con effetto dall’8 febbraio 2023″.

Riguardo al piano QT, l’Eurotower ha confermato nel comunicato che “il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA sino alla fine di febbraio 2023. Successivamente il portafoglio del PAA sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l’Eurosistema reinvestirà solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine di giugno 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo.

Le questioni inflazione, crescita, tassi, QT, sono state tutte ampiamente spiegate da Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio dell’Eurotower sui tassi:

a dispetto degli appelli e delle critiche dell’Italia, la numero uno della Bce è tornata più volte sulla necessità di vincere la battaglia contro la fiammata dei prezzi, ben lungi dall’essersi conclusa, confermando l’intenzione di alzare i tassi di altri 50 pb nella prossima riunione di marzo. E questo, anche se “riteniamo che la crescita (del Pil dell’Eurozona) rimarrà debole”.

Per chi avesse qualche dubbio, Lagarde è andata anche oltre, sottolineando di “non riuscire a pensare a qualsiasi scenario in cui una stretta di 50 punti base non potrebbe manifestarsi, a meno di casi piuttosto estremi“.

Insomma, per ora, “in tutti gli scenari ragionevoli” una cosa è certa: i tassi di interesse dell’Eurozona devono essere alzati ancora, in modo significativo e costante.

Poi, nel momento in cui sarà raggiunto il tasso terminale, sarà necessario che si rimanga fermi a quei livelli elevati “per un periodo di tempo sufficientemente lungo”, tale da permettere all’inflazione di tornare al target (della Bce) del 2%-

Così Ben Laidler, global markets strategist di eToro ha commentato l’esito della riunione della Bce della giornata di oggi:

“La Banca centrale europea (BCE) ha mantenuto il passo sui tassi di interesse, aumentando il tasso di deposito per la sesta volta consecutiva. L’aumento dello 0,5% al 2,5% lo pone al livello più alto dal 2008. La BCE sta inoltre chiaramente segnalando un altro rialzo dello 0,50% a marzo, il che la distingue dalle altre banche centrali a livello globale che stanno ora reimpostando la loro battaglia contro l’inflazione”.

Da eToro ricordano che “la Bce ha iniziato ad aumentare i tassi più tardi, li ha alzati meno, l’inflazione è ancora all’8,5% e l’economia è sorprendentemente resistente. La crescita economica è favorita dal crollo dei prezzi del gas naturale, dalla spesa pubblica e dalla crescita delle esportazioni, oltre che dai benefici della riapertura della Cina”.

L’opinione di Ben Laider?

“Riteniamo che la Bce sia in grado di aumentare i tassi di un altro 1,0% nel corso delle riunioni di marzo e maggio, prima di raggiungere un picco più avanti nel corso dell’anno, ben dopo la maggior parte delle altre banche principali. Questa prospettiva è stata un sostegno fondamentale per il recente rally della coppia EUR/USD a 1,10″

Alta tensione tra Lagarde e governo Meloni

A questo punto, si attendono le reazioni degli economisti, degli strategist e anche del governo Meloni, dopo l’alta tensione tra l’Italia di Giorgia Meloni e la Bce di Christine Lagarde, letteralmente esplosa nel BCE-Day del 15 dicembre del 2022, ultimo atto dell’Eurotower dell’anno quando, oltre ad alzare i tassi di interesse, l’ex direttrice dell’Fmi ha scosso i nervi dei mercati promettendo ulteriori strette aggressive.

Non solo: quel giorno, la Banca centrale europea ha annunciato anche il via al bazooka anti-inflazione QT-Quantitative Tightening .

Così facendo Lagarde è diventata bersaglio ufficiale di una certa politica italiana, finendo in particolare nel mirino del ministro della Difesa Guido Crosetto.

Immediato l’attacco anche da parte del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini

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Il doppio schiaffo rialzo tassi-QT – in realtà non solo all’Italia, ma all’intera area euro se di questo vogliamo parlare – ha scatenato la rabbia di una certa politica italiana.

Non solo Bce, ci sono i verdetti Fed e Bank of England

Nel frattempo i mercati finanziari continuano a digerire anche quanto emerso dal FED-Day: ieri la Federal Reserve (Fed), banca centrale americana guidata da Jerome Powell, ha annunciato di aver alzato i tassi di interesse Usa di 25 punti base, al nuovo range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007.

Il rialzo annunciato è stato l’ottavo da quando la banca centrale Usa ha iniziato ad alzare i tassi, nel marzo del 2022.

Sebbene il timoniere della Fed abbia cercato di ribadire più volte la sua ferma intenzione a continuare a lottare contro l’inflazione, qualcuno ha parlato di una svolta dovish, facendo riferimento sia alla sua strana risposta che ad altre dichiarazioni e ammissioni.

E’ stato lo stesso banchiere centrale a riconoscere che “ora possiamo dire, credo per la prima volta, che il processo disinflazionistico sia iniziato”.

Bank of England come da attese.  La frase sul picco dell’inflazione

Oggi, oltre a quello della Bce, è arrivato anche l’annuncio della Bank of England, sotto i riflettori anch’essa nelle ultime ore con il suo annuncio sui tassi del Regno Unito.

Come da attese, e a dispetto dell’incubo recessione che assilla il paese, la banca centrale UK ha alzato i tassi di 50 punti base, al 4%, valore più alto degli ultimi 14 anni.

Detto questo, dalla stessa BoE è arrivata la speranza che il ciclo di strette monetarie aggressive, non solo in UK, sia vicino alla fine. Così la banca centrale.

L’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo a livello globale rimane elevata, sebbene è probabile che abbia testato il picco in molte economie avanzate, incluso il Regno Unito. I prezzi all’ingrosso del gas sono scesi di recenti, così come le interruzioni che hanno colpito le catena di approviggionamento sono in qualche modo rientrate a causa della domanda globale. Molte banche centrali hanno continuano ad alzare i tassi, sebbene il mercato prezzi una riduzione dei tassi andando più avanti.

Facendo il punto della situazione, viene da dire che è la Bce di Christine Lagarde quella che, tra le tre banche centrali, ha tutta l’intenzione di continuare a mostrare gli artigli contro la piaga dell’inflazione.

Lagarde ha risposto con un pronto no anche a chi le ha chiesto se, magari dopo marzo, la politica monetaria della Bce potrà finalmente dire stop al rialzo dei tassi.  Niente di tutto questo. Anzi, la Bce continua a rimproverare tutti quei governi dell’Eurozona che, con i loro stimoli fiscali, aiutano le famiglie e le imprese a far fronte alla batosta del caro energia.

Gli “aiuti fiscali contro il caro energia potrebbero esasperare l’inflazione e richiedere risposta più forte” da parte della Bce. Un vero e proprio avvertimento.