Notizie Notizie Italia ‘Debito-Pil rischia di schizzare dal 150% al 215%. Tra Bce e tassi BTP battesimo del fuoco per il governo Meloni’

‘Debito-Pil rischia di schizzare dal 150% al 215%. Tra Bce e tassi BTP battesimo del fuoco per il governo Meloni’

17 Novembre 2022 11:26

Rapporto debito-Pil fino a oltre il 200% entro il 2040? In realtà, da qualche giorno a questa parte, i tassi dei BTP sono in ribasso, così come anche lo spread BTP-Bund.

Il tonfo generale dei rendimenti dei titoli di stato, provocato dai continui timori sull’avvento di una recessione globale, non ha risparmiato neanche i bond made in Italy. Tanto che ieri i tassi dei BTP a 10 anni sono scesi sotto la soglia del 4%.

Tuttavia, i fondamentali economici sono quello che sono, e la parola default continua a essere associata all’Italia.

Di qualche ora fa è l’articolo pubblicato su Bloomberg, direttamente da Bloomberg Economics: “What Happens If Italy Slides Toward Default?” ovvero, “Cosa succede se l’Italia va verso il default?”

Firmato da David Powell e Jamie Rush, l’articolo va al di là della flessione che i tassi dei BTP stanno riportando in questi giorni, anche perché ciò non cambia il fatto che il debito italiano sia da parecchio tempo “il tallone d’Achille dell’area euro” .

Finora, all’Italia è andata bene visto che, negli ultimi anni, “l’inflazione (dell’Eurozona) è stata troppo bassa, fattore che ha indotto la Bce a lanciare massicci acquisti di asset (BTP inclusi, se non in primis). Questi acquisti “hanno fatto scendere i costi di finanziamento del debito sostenuti dal governo di Roma”. E anche per un bel po’ di tempo, tanto che non sono mancati gli avvertimenti sul fatto che il valore dei BTP fosse ormai gonfiato.

Adesso però le cose sono completamente diverse. “Ora la battaglia dell’autorità monetaria – ovvero della Bce – contro l’inflazione ha messo il debito della nazione su una traiettoria insostenibile. E le cose potrebbero peggiorare, visto che la Bce potrebbe far fatica a risolvere il problema da sola”.

“Debito insostenibile, battesimo del fuoco per il governo Meloni”

Il risultato è che “il nuovo governo dell’Italia, con Giorgia Meloni al comando, si appresta a un battesimo del fuoco, scrive Bloomberg nell’articolo.

Con i rendimenti che salgono (lasciando perdere la parentesi ribassista degli ultimi giorni, il trend dei tassi è in rialzo), il rapporto debito-Pil si avvia a salire a quasi il 190% del Pil entro il 2040, rispetto al 150% attuale”. E fino al 215% nel worst case scenario.

Non viene ignorato il fatto che, “nel mese di gennaio (quando c’era il governo Draghi), quel numero (150%) fosse previsto scendere anche se lievemente nello stesso arco temporale (ovvero da oggi al 2040).

Come potrebbe essere evitato un outlook così disastroso per le casse dello Stato? I due esperti fanno notare che “stabilizzare il rapporto debito-Pil richiederebbe che il bilancio primario (la differenza tra le entrate fiscali e le spese per gli investimenti pubblici e i servizi) salisse al 3% del Pil, dal deficit dell’1,8% di quest’anno”.

Ma questa ripresa richiederebbe l’applicazione di rigide misure di austerity, qualcosa che è improbabile venga accettato dagli elettori”.

Il nesso aspettative di tassi dell’area euro più alti e debito-Pil Italia è stretto.

Bloomberg spiega a tal proposito che, “piuttosto che riflettere la paura irrazionale di una rottura dell’euro, i nostri calcoli mostrano che 3/4 del balzo dei rendimenti è stato sostenuto dalle aspettative di un aumento dei tassi”.

Anche perchè secondo gli investitori la Bce ha le mani legate e “sarà costretta a fare di più per tenere sotto controllo l’inflazione” (facendola scendere in primis a quel target del 2% che è così ancora tanto lontano).

La stessa Commissione europea, nelle sue ultime previsioni, ha confermato di non essere affatto ottimista sulla traiettoria del debito e del deficit dell’Italia.

Bruxelles prevede in questo contesto spese per interessi sul debito  in crescita al 4% del Pil dal 3,6% del 2021, a causa dei rendimenti più alti dei BTP fattore che renderà difficile, per il “Consiglio direttivo della Bce, concordare sul fatto che il debito dell’Italia sia sostenibile, condizione sine qua non per attivare il suo nuovo strumento anti-crisi (noto in Italia come scudo anti-spread, o salva BTP, noto in termini tecnici come Transmission Protection Instrument (TPI).

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Alla fine, probabilmente, lo strumento TPI sarà attivato, ma solo quando l’Italia avrà negoziato con i partner europei. Dunque, “aspettatevi un dramma”, che potrebbe dispiegarsi in modi diversi.

Se esplodesse la crisi, una soluzione potrebbe prendere la forma di un consolidamento fiscale, o di una mutualizzazione del debito, o di una sua svalutazione: perfino di un mix di queste tre misure. E, fino ad allora, le condizioni di accesso ai finanziamenti più rigide dell’Italia esacerberebbero il rallentamento provocato dalla crisi energetica”

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Debito-Pil: con Bce e tassi BTP boom spese per interessi

In uno stesso articolo recente dedicato alla spina del debito pubblico e all’outlook sui BTP, Bloomberg scriveva settimane fa che Bruxelles potrebbe rassicurare i mercati in merito alla sostenibilità del debito italiano: ma non senza ricevere qualcosa in cambio.

Per esempio, l’Ue potrebbe imporre al governo Meloni di sforbiciare la spesa pubblica. In questo caso, l’Italia farebbe la sua parte, e la Bce potrebbe essere convinta ad attivare a suo favore lo scudo anti-spread.

Un’altra opzione potrebbe essere quella di svalutare i BTP, ricorrendo praticamente alla ristrutturazione del debito pubblico italiano: ma certo si tratterebbe di una mossa shock per il sistema bancario italiano, assediato dal problema del doom loop.

In tutto, aveva indicato Bloomberg, le banche italiane hanno in pancia più di 400 miliardi di euro di debito pubblico, il 15% del totale : il che significa che eventuali svalutazioni-haircut dei BTP costringerebbero le banche stesse a lanciare nuove operazioni di ricapitalizzazione, ovvero di aumenti di capitale.

Nell’articolo che associa l’Italia alla parola default, Bloomberg ricorda oggi che i tassi dei BTP a 10 anni hanno superato il livello prevalente precedente alla riunione di emergenza del Consiglio direttivo della Bce di giugno, e ora oscilla attorno ai massimi testati prima che la banca centrale lanciasse il suo enorme programma di acquisti di bond, nel 2014″.

E il problema è che “il costo di servizio del debito italiano balzerà in modo sostenuto, con la scadenza di BTP vecchi e l’emissione di titoli di stato nuovi. Al momento Roma prevede spese per interessi pari al 4,3% circa del Pil. Questa percentuale balzerà quasi del doppio all’8,2% entro il 2040 nel nostro scenario invariato, che utilizza le attuali aspettative dei mercati riguardo al trend dei tassi di interesse”.

E “ovviamente – è l’invito di Bloomberg –, qualcosa dovrà cambiare prima di allora”.

Il nostro scenario di base vede l’Italia tornare a un avanzo primario dell’1,3% del Pil entro iol 2031, dal deficit dell’1,8% del 2022, per poi mantenere quel valore fino al 2040″.

Si ricorda che, “in media, nel periodo tra il 2002 e il 2019, il valore dell’avanzo primario è stato dell’1,3%, ma quel periodo era stato caratterizzato da un lungo periodo di austerità fiscale che sarà di nuovo difficile da rilanciare”.

Di fatto, L’Italia dovrebbe triplicare quasi il suo avanzo primario al 3% del Pil, soltanto per stabilizzare il rapporto debito-Pil; e l’ultima volta che il paese è stato costretto a tirare la cinghia in modo vicino a quello descritto, i suoi elettori hanno velocemente messo alla porta il presidente del Consiglio Mario Monti, inaugurando un periodo lungo di instabilità politica”.

Occhio al rapporto tra aspettative tassi Bce e i rendimenti BTP

Il problema è la relazione tra aspettative sui tassi e rendimenti dei BTP.

Nel rimarcare che, “se i tassi dei BTP sono saliti  è stato soprattutto per le aspettative di tassi di interesse più alti nell’area euro, che sono salite di pari passo con l’inflazione“, Bloomberg ha fatto notare che “i mercati finanziari hanno prezzato strette monetarie da parte della Bce che porterebbero il tasso sui depositi fino al 3% nel 2023, prima di rallentare al 2,75%“. E che “queste aspettative hanno inciso sull’aumento dei tassi dei BTP a 10 anni per il 75% circa”.

In questo contesto, “la situazione – avvertono David Powell e Jamie Rush, rispettivamente economista dell’area euro di Bloomberg Economics a Londra e capo economista per l’Europa presso Bloomberg Economics Londra – è già estremamente difficile per l’Italia, e una crisi potrebbe esplodere in qualsiasi momento”.

Ma non sembra esserci fine al peggio e “il rischio è che l’elevata inflazione persista e che i trader prevedano un aumento dei tassi da parte della Bce fino ai livelli previsti per gli Stati Uniti o il Regno Unito“.

Se queste paure si concretizzassero, “per l’Italia sarebbe un disastro. Un eventuale aumento dei costi di finanziamento del debito di 100 punti base porterebbe il rapporto debito-Pil a salire al 215% del Pil entro il 2040″.

Tra l’altro, è il monito, l’Italia non faccia troppo “affidamento sulla Bce”: “l’introduzione dello scudo anti-spread TPI implica che, per la sua attivazione, nel caso specifico il debito dell’Italia deve essere considerato sostenibile. E attraverso qualsiasi lente lo si voglia vedere, considerando i piani fiscali e il livello dei tassi di interesse risk-free, sostenibile il debito pubblico dell’Italia non lo è”.

Certo, la Bce potrebbe anche rimanere in prima linea nella difesa dell’Italia ma alla fine, secondo Bloomberg, sarà necessaria una “soluzione politica”, e ovviamente, così come insegna il passato, caratterizzata da momenti di dramma.

Viene ricordato che “le dispute tra Bruxelles e Roma riguardo ai conti pubblici dell’Italia hanno portato l’economia italiana a contrarsi nell’ultimo trimestre del 2019, a causa dell’allargamento degli spread. E quello è stato anche un periodo relativamente benigno per l’area euro, vista nel suo complesso. Questa volta invece la crisi dell’Italia potrebbe essere decisamente peggiore, in un momento in cui l’intero blocco dell’euro sta scivolando in recessione”.