Notizie Notizie Italia UniCredit: con Orcel è boom di utili e dividendi

UniCredit: con Orcel è boom di utili e dividendi

31 Gennaio 2023 10:06

UniCredit sorprende ancora i mercati e i suoi azionisti, annunciando una trimestrale record e una remunerazione ai soci che, tra dividendi e buyback, è più alta di ben il 40% su base annua.

Il ceo Andrea Orcel continua a fare della distribuzione di valore agli azionisti il focus della banca italiana, come promesso e anticipato dal suo intervento a Davos, nei giorni scorsi, in occasione del World Economic Forum. Dalle sue parole era emerso che UniCredit aveva in cantiere un grande annuncio, arrivato oggi con la pubblicazione dei conti del quarto trimestre del 2022 e dell’intero anno.

I soci di UniCredit si apprestano a ricevere, previa autorizzazione degli organi competenti, una remunerazione da capogiro, come inciso nella nota della banca.

I risultati eccellenti e l’attenzione a rendimenti sostenibili e attrattivi sono comprovati da una distribuzione relativa al 2022 pari a €5,25 miliardi, con un aumento pari a €1,5 miliardi rispetto all’anno precedente, con una proposta di dividendo in contanti di €1,91 miliardi e riacquisto di azioni proprie di circa €3,34 miliardi, soggetta all’approvazione degli organi di vigilanza e degli azionisti”.

All’apertura delle contrattazioni di Piazza Affari, gli investitori non perdono così tempo a inondare il titolo UCG con una pioggia di buy, che porta le quotazioni a superare la soglia di 17 euro.

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UniCredit, Orcel presenta utile netto di 5,2 miliardi nel 2022

Nella conference call indetta con le agenzie di stampa, il ceo Andrea Orcel esprime tutta la propria soddisfazione per i risultati di Piazza Gae Aulenti, che hanno messo in evidenza un utile netto di €5,2 miliardi sull’intero esercizio, facendo notare anche come il piano che UniCredit sta perseguendo – UniCredit Unlocked – sia capace di creare più valore di quanto potrebbe fare qualsiasi operazione di M&A, dunque di fusione e acquisizione.

“Il nostro piano genera più valore di qualsiasi aggregazione possibile”, ripete Orcel, il ceo particolarmente tallonato  riguardo alle intenzioni eventuali di unire le forze di UniCredit a quelle di un altro gruppo, soprattutto per la saga che ha visto protagonista l’istituto con Mps Monte dei Paschi.

Con quello che sembra ormai un mantra, anche stavolta Orcel lancia un messaggio ben preciso: l’M&A o aggregazione non è certo la priorità nel piano UniCredit Unlocked.  E se mai dovesse verificarsi, non dovrebbe “intaccare il nostro piano, la nostra distribuzione ai soci” e dovrebbe “avere una ratio industriale”.

Orcel tallonato su futuro Mps e fattore Russia

Il dossier Mps si ripresenta anche oggi, sotto forma di domanda: UniCredit tornerà a vestire i panni di potenziale cavaliere bianco della banca senese, dopo il flop famoso delle trattative con il Tesoro italiano volte a salvare il Monte di Stato?

No: è la risposta di Orcel: In un futuro magari lontano, se ci saranno quelle condizioni, vedremo”. Ma per ora quei presupposti mancano.

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L’altro dossier cruciale dell’istituto porta il nome di Russia visto che la banca, da lì, non è ancora andata via del tutto.

Ma non è certo un problema importante per il ceo, che sottolinea che “la nostra strategia non è cambiata, il de-risking proseguirà quest’anno e nei prossimi anni”. Insomma, “la situazione non preoccupa”.

In ogni caso l’AD di UniCredit rimarca che non ci pensa proprio a fare un regalo alla Russia di Putin o a chicchessia, smobilizzando i suoi asset:

Regalare una banca non sarebbe stata la cosa più giusta sia da un punto di vista etico sia per il rispetto delle sanzioni.

Detto questo, l’esposizione verso la Russia è stata decisamente ridotta, come emerge dal comunicato con cui sono stati diffusi i conti.

L’esposizione cross-border della Russia è stata adeguatamente gestita e ridotta nel corso dell’anno, a costi minimi, complessivamente del 66 per cento circa, ovvero di circa €4,1 miliardi, grazie ad azioni proattive e disciplinate. UniCredit è impegnata a mantenere un progressivo approccio di de-risking”.

Occhio anche alla guidance sui risultati finanziari del 2023, che include la Russia, e che piace al mercato. In particolare:

  •  I ricavi netti della banca guidata da Andrea Orcel sono attesi quest’anno a un valore superiore ai 18,5 miliardi di euro.
  • Il margine di interesse è stimato oltre gli 11,3 miliardi di euro.
  • I costi sono previsti a un valore inferiore ai 9,7 miliardi.
  • L’outlook sul costo del rischio è di 30-35 punti base.
  • L’utile netto di UniCredit è atteso sostanzialmente in linea con quello dell’anno 2022.

Trimestrale UCG straccia le attese. La nota di Equita SIM

Una nota di Equita riassume e commenta i conti di UniCredit, confermando il sentiment positivo e l’ottimismo sul futuro di Piazza Gae Aulenti.

La SIM definisce i risultati del quarto trimestre “nettamente superiori alle attese”, indicando subito il fattore dividendi-buyback, con  una “distribuzione complessiva per 5,25 miliardi (17% della capitalizzazione di mercato)” e la “guidance per il 2023 significativamente migliore di attese e consensus”.

Elencate le principali voci di bilancio del quarto trimestre.

  • NII (margine di interesse): 3,426 miliardi (+38% su base trimestrale, +42% su base annua), meglio dei 3,094 miliardi attesi da Equita e meglio anche rispetto ai 3,170 miliardi stimati dal consensus.
  • Ricavi totali: 5,719 miliardi (+18% su base trimestrale, +29% YoY), meglio dei 5,014 miliardi attesi da Equita e rispetto asi 5,151 miliardi del consensus
  • Utile operativo: 3,246 miliardi (+33% QoQ, +65% YoY), meglio dei 2,459 miliardi attesi da Equita e di 2,599 miliardi previsti dal consensus.
  • LLPs: -528mn (46 punti base) rispetto agli accantonamenti previsti da Equita pari a -845 miliardi (74bps) e a 851 miliardi di accantonamenti attesi dal consensus
  • Utile netto post AT1 and cashes: 1,457 miliardi, rispetto ai 792 milioni attesi.

LLPs: sorpresa positiva da numeri accantonamenti

Equita mette in evidenza “l’andamento dei ricavi nettamente superiore alle attese”, grazie ad alcuni fattori, ovvero: “l’incremento dei tassi di interesse in modo molto superiore alle nostre aspettative e alle sensitivity fornite dalla società” e “i proventi da attività di negoziazione che continuano a mantenersi particolarmente robusti (beneficiando dalla forte domanda di prodotti di copertura da parte delle imprese)”.

Per quanto concerne le commissioni, a un valore di 1,6 miliardi, “sono sostanzialmente in linea con le attese (1.6 miliardi), mentre il C/I si è attestato ad un eccellente 43%”.

Equita SIM aggiunge nella nota dedicata a UniCredit che, “sotto la linea operativa, sorpresa positiva da minori LLPs”, ovvero accantonamenti per far fronte alla crescita eventuale di NPL, ovvero di perdite sui crediti. Viene fatto notare che “UniCredit ha incrementato l’ammontare di overlays a c.1.8bn (+0.5bn QoQ)” e che l’NPE Ratio è leggermente migliorato al 2.7% (da 2.9%)”.

Ex Russia, sottolinea Equita, UniCredit ha inoltre chiuso il quarto trimestre del 2022 con un utile netto di 1.44bn, battendo ancora le attese di utili di 900 milioni di euro e terminando l’anno con un utile netto di 5,45 miliardi, 13% superiore alla guidance di > 4.8bn.

E ancora:

Ottime indicazioni sul fronte del capitale, con il CET1 pro forma che si conferma ad un estremamente solido al 14,9% (incorporando la remunerazione degli azionisti, ie dividendo + buyback)”.

Riguardo al maxi regalo agli azionisti, Equita SIM puntualizza che, “alla luce dei risultati FY22 e delle solide indicazioni sul fronte del capitale/overlays, la società ha indicato una distribuzione relativa all’esercizio 2022 di 5.25bn (17% mkt cap), di cui 1.9bn (6% yield) nella forma di dividendo e 3.3bn come buyback (soggetto ad approvazione dell’assemblea e della vigilanza). Il buyback è atteso in due tranche, la prima da 2,3bn da avviare dopo l’approvazione dell’assemblea e la seconda da 1 miliardo nel secondo semestre del 2023”.

Tornando alla guidance per il 2023, che include per la Russia, UniCredit ha fornito un outlook “significativamente superiore rispetto alle nostre stime e al consensus, indicando un utile netto in linea con i 5,2 miliardi realizzati nel 2022 (+42% rispetto alle nostre stime) e una distribuzione sostanzialmente in linea con il FY22″.

La guidance, ricorda la SIM milanese, risulta prudente, “visto che si basa sull’assunzione di un tasso sui depositi BCE pari al 2.5% (da 2% attuale), scontando quindi un solo incremento dei tassi di interesse da parte della BCE”.