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Bce: Lagarde su tassi, inflazione, economia al Parlamento Ue

27 Novembre 2023 15:52

Christine Lagarde, presidente della Bce, si presenta al Parlamento europeo ribadendo la propria intenzione di riportare la crescita dell’inflazione dell’area euro al target di medio termine del 2%.

La Bce farà la sua parte, assicurandosi prima di tutto che l’inflazione torni al target di medio termine del 2%. Questo non è il momento di iniziare a cantare vittoria. Dobbiamo rimanere attenti ai diversi fattori che condizionano l’inflazione, focalizzandoci in modo fermo sul nostro mandato della stabilità dei prezzi“.

Bce, Lagarde lancia alert sul clima: rischio di shock all’offerta

Christine Lagarde, presidente della Bce, ha iniziato il discorso alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, illustrando “il nuovo scenario geopoltico che sta emergendo, alimentato dall’escalation delle tensioni che stanno frammentando l’economia globale”. Una situazione, ha spiegato, “che ha conseguenze economiche dirette, dal momento che porta con sé incertezza e volatilità economica”.

Riguardo alle condizioni in cui versa l’economia del blocco, Lagarde ha osservato che “l’attività economica dell’area euro si è confermata stagnante negli ultimi trimestri, ed è probabile che rimanga debole nel resto dell’anno”.

In particolare, “ci sono indicazioni di un potenziale rallentamento della crescita dell’occupazione verso la fine dell’anno”-

Non sono soltanto le tensioni geopolitiche a creare incertezza per l’economia mondiale. Lagarde ha fatto riferimento anche alla crisi climatica, che si sta manifestando sempre più spesso, “traducendosi in disastri naturali più frequenti e senza precedenti”.  E “questi eventi meteo estremi scateneranno shock all’offerta che dispiegheranno i loro effetti in tutta l’economia, esacerbando le sfide già esistenti”.

In questo contesto, “è cruciale che le banche centrali garantiscano una ancora di stabilità dando attuazione ai loro mandati di stabilità dei prezzi”.

“Mercato lavoro resiliente, ma atteso rallentamento fine anno”

Sulle condizioni di salute dell’economia dell’area euro, Christine Lagarde ha ricordato che, “su base reale, il Pil si è contratto dello 0,1% nel terzo trimestre, riflettendo il maggiore impatto dei tassi di interesse più alti, la debolezza della domanda estera e lo smorzarsi di quell’impeto che si era manifestato dopo la pandemia” Covid-19.

In particolare, “la produzione manifatturiera ha continuato a scendere e l’attività nel settore dei servizi si sta ulteriormente indebolendo”.

Detto questo, “nonostante il rallentamento dell’attività, il mercato del lavoro nel complesso rimane resiliente, sebbene alcuni segnali indichino che la crescita dell’occupazione potrebbe perdere forza verso la fine dell’anno“.

“Sebbene l’outlook di breve termine rimanga debole – ha aggiunto comunque Lagarde – l’economia dovrebbe tornare a rafforzarsi di nuovo nel corso dei prossimi anni, grazie all’ulteriore calo dell’inflazione, alla ripresa dei redditi reali delle famiglie e al recupero delle esportazioni dell’area euro”.

Inflazione euro in calo oppure no? La spiegazione di Lagarde

La numero uno della Bce Christine Lagarde non poteva non esprimere il proprio giudizio sull’inflazione dell’area euro che, ha ricordato, “è scesa ulteriormente a ottobre”, riportando un ritmo di crescita, su base annua, pari a +2,9%.

“Questa flessione ha riflettuto un calo generale dell’inflazione, ma è stata anche supportata da quelli che noi chiamiamo effetti di base. Questi effetti sono stati particolarmente visibili con il basso tasso dell’inflazione misurata dai prezzi dell’energia, che ha segnato un -11,2%. Anche l’inflazione misurata dai prezzi dei beni alimentari è scesa, ma dovrebbe rimanere forte nel resto dell’anno”.

Un tale trend, ha sottolineato Lagarde, “contrasta con gli sviluppi che si stanno manifestando negli Stati Uniti, dove l’inflazione misurata dai prezzi dei beni alimentari è rimasta più contenuta, mentre l’inflazione core ha segnato una ripresa più veloce a seguito della pandemia”.

Per quanto riguarda l’inflazione core dell’area euro, ovvero “l’inflazione esclusi i prezzi dei beni energetici e dei beni alimentari, questa ha continuato a moderare il passo, scendendo al ritmo del 4,2% a ottobre, grazie ai ribassi che hanno interessato sia l’inflazione dei beni che dei servizi”.

Anche “la maggior parte di altri parametri dell’inflazione sottostante si è indebolita. Allo stesso tempo, l’indicatore della Bce relativo all’inflazione domestica – che esclude fattori come quello alto delle importazioni – non è sceso allo stesso modo, a conferma del fatto che l’inflazione, al momento, è supportata più da risorse domestiche che da fattori esterni”.

Bce, Lagarde ostinata contro l’inflazione. I tassi torneranno a essere alzati?

Negli ultimi giorni Lagarde ha parlato in diverse occasioni, e non solo di politica monetaria della Bce, dunque di inflazione, di tassi e di economia dell’area euro.

Venerdì scorso l’ex direttrice dell’Fmi ha affrontato anche il tema crypto, raccontando la mossa sbagliata di suo figlio che, sordo ai consigli della madre, ha perso quasi tutto puntando sulle criptovalute.

Qualcuno potrebbe tuttavia rimarcare che è la stessa madre, ovvero la stessa Christine Lagarde, a rimanere sorda agli appelli.

Dopo aver praticamente quasi rivelato la data attorno alla quale i tassi di interesse dell’Eurozona potrebbero essere tagliati, Lagarde è tornata ad assumere un tono hawkish, insieme a diversi altri esponenti falchi dell’Eurotower, seminando dunque nuovi dubbi tra qualche analista.

Cresce di conseguenza l’attesa per il prossimo meeting del Consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì 14 dicembre.

L’ultima riunione è stata per certi versi storica in quanto, per la prima volta dopo dieci rialzi dei tassi lanciati a partire dal luglio del 2022 per cercare di far rientrare la minaccia del balzo dell’inflazione, la Banca centrale europea si è, finalmente per molti, fermata.

Lo scorso 26 ottobre i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati lasciati infatti invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.

Soltanto una pausa del ciclo di strette monetarie o finalmente uno stop?

Per ora non è dato sapere, e certo non è stata di buon auspicio la pubblicazione la scorsa settimana delle minute della Bce relative all’ultimo meeting di Francoforte.

Dai verbali è emerso infatti che Lagarde & Co. non sono ancora pronti a inaugurare la tanto agognata svolta della politica monetaria della banca centrale europea, iniziando a tagliare i tassi.

Non solo: l’Eurotower ha scritto chiaramente che lascia la porta aperta a ulteriori strette sui tassi.

Christine Lagarde in primis ha detto anche oggi che la Bce non può ancora cantare vittoria nella sua battaglia contro l’inflazione, nonostante il recente e anche forte indebolimento che ha interessato il trend dei prezzi.

In gioco futuro tassi, BTP e spread. Che fine farà il bazooka PEPP ?

In gioco non c’è ‘solo’ il futuro dei tassi dell’area euro, ma anche quello del bazooka monetario che continua a sostenere il mercato dei titoli di stato dell’area euro e, in particolare, quello dei BTP, in Italia, facendo da cap allo spread BTP-Bund, ovvero il futuro del PEPP.

Proprio qualche giorno una chiamata hawkish anti-PEPP è stata lanciata dal governatore della banca d’Austria Robert Holzmann.

Holzmann, già noto per le sue posizioni da falco, ha confermato di volere la fine anticipata del QE pandemico, per la precisione di quei reinvestimenti che l’Eurotower continua a portare avanti mettendo in questo modo al riparo i BTP & Co dalle possibili speculazioni di chi va a caccia di asset da shortare.

Oggi, poco dopo aver pronunciato il suo discorso al Parlamento europeo, Lagarde è stata interpellata sul piano PEPP.

La presidente della Bce non si è sbilanciata più di tanto, ricordando la scadenza prevista per la fine del 2024 e aggiungendo che del programma si tornerà a parlare “in un futuro non troppo distante”.

Il banchiere austriaco Holzmann, nei giorni scorsi, aveva detto invece che, a suo avviso, “i reinvestimenti dovrebbero essere gradualmente ridotti, passo dopo passo, a partire dal prossimo mese di marzo”.

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