Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Effetto Moody’s su spread BTP-Bund. Ma occhio a tassi (e falchi) Bce

Effetto Moody’s su spread BTP-Bund. Ma occhio a tassi (e falchi) Bce

21 Novembre 2023 12:25

Spread BTP-Bund e tassi BTP attentamente monitorati, non solo per il pericolo junk Moody’s schivato ma anche per le ultime dichiarazioni che sono state rilasciate nelle ultime ore da alcuni esponenti della Bce.

Sono tutti i titoli di stato dell’area euro a tornare a essere attenzionati, nella giornata di oggi, a seguito dei commenti sui tassi che, nelle ultime ore, hanno avuto come mittenti alcuni esponenti del Consiglio direttivo della Banca centrale europea guidata dalla presidente Christine Lagarde.

Bce cerca di smorzare scommesse dovish sui tassi

Nella serata di ieri, Pablo Hernandez de Cos, governatore della banca di Spagna, ha definito “prematuro” parlare della possibilità che la Bce riduca i tassi, mentre il suo collega francese Francois Villeroy de Galhau ha precisato che trascorreranno alcuni trimestri prima che la banca centrale annunci eventuali tagli.

Le dichiarazioni hanno rimesso in riga i mercati che, la scorsa settimana, avevano prezzato per il 2024 tagli ai tassi da parte della Bce di Lagarde di 100 punti base, scommettendo su una prima sforbiciata ad aprile, con una probabilità dell’80%.

Le scommesse dei mercati sui tagli ai tassi da parte della Bce nel corso del 2024 rimangono alte, sebbene in ritirata rispetto a quelle della scorsa settimana.

Gli operatori di mercato, oggi, prezzano una riduzione complessiva dei tassi, entro la fine del 2024, pari a 90 punti base, scommettendo su un primo taglio ad aprile con una probabilità del 60%.

Le speculazioni su una Bce pronta a tagliare i tassi rimangono dunque ben elevate, sulla scia anche di quanto proferito qualche settimana fa dalla stessa presidente dell’istituzione, Christine Lagarde.

Nel cercare di frenare gli entusiasmi delle colombe, Lagarde ha sottolineato che Francoforte non taglierà i tassi almeno per due trimestri.

Così facendo, la numero uno dell’Eurotower ha indicato tuttavia la possibilità che una prima sforbiciata arrivi già nell’aprile del 2024.

Ci vorranno più di due trimestri prima che la Bce inizi a tagliare i tassi”, ha detto Lagarde nei primi giorni di novembre.

Nell’ultimo meeting del Consiglio direttivo di fine ottobre la Bce, come da attese, ha lasciato i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.

Si è trattata della prima pausa fatta dall’Eurotower in quel ciclo di strette monetarie avviato nel luglio del 2022 per frenare l’impennata dell’inflazione nell’area euro, e portato avanti per dieci riunioni consecutive.

La scorsa settimana un attenti più deciso a chi scommette sulla fine della politica monetaria restrittiva da parte della Bce è arrivato dai ben noti falchi che siedono nel Consiglio direttivo della banca centrale, ovvero dal presidente della banca centrale tedesca Joachim Nagel e dal suo collega hawkish, il governatore austriaco Robert Holzmann.

Nagel ha detto chiaramente che “non sarebbe saggio iniziare a tagliare i tassi di interesse troppo presto”, aggiungendo che la Bce “non deve allentare la politica monetaria, fino a quando non potremo essere assolutamente certi del ritorno alla stabilità dei prezzi su base duratura”.

Holzmann è stato ancora più esplicito, come ha fatto notare un articolo di Reuters, avvertendo che sarebbe semplicemente troppo presto tagliare i tassi nel secondo trimestre del 2024.

Stiamo cercando di comunicare (ai mercati): per favore non credete che questa sia la fine della storia” dei rialzi dei tassi, ha detto Holzmann.

LEGGI ANCHE

Bce: Lagarde pronta a taglio tassi, indica anche una data

BTP forti dell’effetto Moody’s, spread al minimo in due mesi

Tornando ai BTP, la carta italiana continua a beneficiare dell’effetto Moody’s che, con il suo annuncio di venerdì scorso, non solo non ha bocciato il rating del debito pubblico italiano a “junk”, dunque al livello spazzatura, ma ha migliorato anche l’outlook, portandolo da “negativo” a “stabile”.

L’effetto è stato immediato: lo spread BTP-Bund è sceso fino al valore minimo degli ultimi due mesi, poco al di sopra della soglia a 170 punti base, attorno a cui sta continuando a oscillare tuttora.

Ancora meglio ha fatto lo spread Portogallo-Germania che, sempre grazie a Moody’s, è capitolato alla vigilia fino a 57,3 punti, al valore più basso dal 28 luglio scorso, e che oggi oscilla in queste ore attorno a 58,7 punti.

Rating Moody’s, Meloni e BTP cantano vittoria. Ma Portogallo fa impallidire lo spread

No rating junk Moody’s per i BTP e l’Italia di Meloni. I fattori banche e Bce

Il recupero riportato in particolare dai BTP è stato riassunto tra gli altri da un articolo del Financial Times, che ha messo in evidenza come i tassi dei BTP a 10 anni siano scesi al valore più basso dall’inizio di settembre, consentendo allo spread BTP-Bund di segnare un calo al minimo dalla fine di settembre.

L’FT ha citato l’effetto Moody’s, riportando le dichiarazioni di alcuni esperti, come quella di Mujtaba Rahman, managing director in Europa per Eurasia Group, gruppo di consulenza, che ha definito l’annuncio dell’agenzia di rating “una notizia incredibilmente positiva per il governo Meloni, che crea un grande margine di manovra sia da un punto di vista politico che economico”.

Il quotidiano britannico ha segnalato anche una nota ai clienti scritta dagli analisti di Citigroup, che hanno detto di prevedere un ulteriore restringimento dello spread BTP-Bund grazie alla minaccia junk schivata, seguito poi da una stabilizzazione, andando verso il mese di dicembre, anche sulla scia di una minore emissione di titoli di stato da parte del Tesoro.

I costi di finanziamento inferiori dell’Italia, ha scritto Citi, dovrebbero sostenere inoltre anche le banche italiane, riducendo i costi della loro raccolta.

Tornando alla Bce, i BTP e lo spread hanno chiaramente snobbato anche la dichiarazione proferita dal governatore della banca francese Villeroy de Galhau, che ha lanciato un avvertimento su quel piano dell’Eurotower che continua a blindare il debito italiano, ovvero il PEPP (QE pandemico).

LEGGI ANCHE

BTP ‘alla mercé’ della Bce. E fine TLTRO assilla le banche italiane

Il banchiere ha infatti precisato che, a fronte di tassi di interesse dell’area euro che dovrebbero rimanere ai livelli attuali nell’immediato futuro, Francoforte potrebbe decidere di porre fine agli acquisti dei titoli di stato che ha varato con il piano PEPP da 1,7 trilioni di euro prima della fine del 2024, data di scadenza per ora confermata dalla banca centrale.

Ma per ora, forti del mancato giudizio junk di Moody’s, i BTP fanno orecchie da mercante.