Notizie Obbligazioni La Bce di Lagarde suona alert shock con debiti euro. Scudo TPI salva BTP sufficiente?

La Bce di Lagarde suona alert shock con debiti euro. Scudo TPI salva BTP sufficiente?

16 Maggio 2024 16:01

La Bce di Christine Lagarde è tornata ad agitare lo spettro di uno shock sui mercati, a causa dei debiti troppo alti di alcuni paesi dell’area euro.

L’attenti è stato lanciato con la pubblicazione del rapporto sulla stabilità finanziaria dell’Eurozona.

La buona notizia non è mancata: come si legge nel rapporto “le condizioni di stabilità finanziaria dell’area euro sono migliorate, grazie al rischio più basso di una recessione”.

Tuttavia, “i mercati rimangono esposti a possibili sorprese avverse macro-finanziarie e geopolitiche”.

E nello specifico la presenza di elevati livelli dei debiti in Europa rischia di scatenare “shock avversi”.

La Bce pubblica il rapporto sulla stabilità finanziaria

Così si legge nel rapporto della Bce Financial stability vulnerabilities have eased but the outlook remains fragile, ECB finds, pubblicato oggi, giovedì 16 maggio:

“La stabilità finanziaria dell’area euro ha beneficiato del miglioramento dell’outlook sull’economia, sulla scia di una inflazione che continua a rallentare in modo costante e di una fiducia degli investitori in via di ripresa”.

Tuttavia, “l’outlook rimane fragile, dal momento che la possibilità di shock economici e finanziari è alta, in un contesto caratterizzato da una elevata incertezza geopolitica e di politica globale”, così come da debiti troppo alti.

Esiste tra l’altro il rischio che, in vista delle elezioni europee e in singoli paesi dell’area euro, previste per quest’anno e per il prossimo, si manifesti in Europa il fenomeno “fiscal slippage”, ovvero che i governi finiscano con il deviare dagli obiettivi di risanamento dei conti pubblici che devono essere raggiunti, presi dal vortice delle campagne elettorali.

Di conseguenza, “i mercati rimangono vulnerabili al rischio di ulteriori shock avversi”, scrive la Bce nel suo rapporto, spiegando che, se è vero che le aspettative sull’arrivo di tagli ai tassi di interesse hanno “migliorato l’ottimismo degli investitori nelle valutazioni del rischio, il sentiment potrebbe cambiare rapidamente”.

Un esempio?

Un elevato stress geopolitico potrebbe scatenare la volatilità, creando il potenziale di reazioni dei mercati fuori misura, che potrebbero essere amplificate da attori non bancari che presentano fragilità strutturali di liquidità”.

“A livello aggregato – continua la Bce – i rapporti debiti-Pil delle famiglie e delle aziende sono scesi ai livelli precedenti la pandemia, fattore che allevia le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito”.

Ma “il debito sovrano dovrebbe stabilizzarsi a livelli più alti rispetto a quelli precedenti la pandemia, elemento che rende le finanze pubbliche più vulnerabili agli shock avversi”.

“Più in generale – avverte l’istituzione guidata da Christine Lagarde – i costi del servizio del debito potrebbero continuare a crescere in tutti i settori economici, andando avanti, visto che i titoli in scadenza continuano a essere riprezzati ai tassi di interesse prevalenti, che sono più alti in modo significativo”.

Il rischio di fiscal slippage in tempi di campagna elettorale

I timori della Bce per il trend dei debiti dell’Eurozona sono stati riassunti nell’articolo del Financial Times High debt levels put Europe at risk of ‘adverse shocks’, ECB warns, che ha messo in evidenza la paura della banca centrale europea che il “fiscal slippage”, ovvero la possibile deviazione dei governi dalle spese pubbliche previste, in tempi di elezioni, renda le economie del blocco vulnerabili alle tensioni geopolitiche e ai tassi di interesse più alti.

Attingendo a un grafico stilato dall’Eurotower, l’FT ha fatto notare che il percorso di riduzione dei debiti avviato dai governi europei si è interrotto.

Considerando la mole di debito pubblico che continua ad angustiare l’Italia, destinata tra l’altro a farsi più pesante in rapporto al Pil, come ha fatto notare di recente lo stesso Fmi-Fondo Monetario Internazionale ,il quotidiano della City non poteva non menzionare lo spread BTP-Bund, ricordando che il differenziale continua a viaggiare ai minimi degli ultimi due anni.

Detto questo, è stata la stessa Bce ad avvertire che “le incertezze sulla reale attuazione del nuovo Patto di Stabilità e di crescita Ue potrebbero portare i partecipanti al mercato a riprezzare il rischio sovrano”.

I BTP italiani rischiano l’esclusione dallo scudo TPI della Bce?

Proprio le nuove regole sui debiti e sui deficit che sono contenute nel nuovo Patto di stabilità e di crescita hanno portato la Bce ad avvertire, riporta l’FT, che il mancato rispetto da parte di una qualsiasi economia dell’area euro delle raccomandazioni impartite da Bruxelles per la riduzione dei debiti, attraverso l’attivazione della procedura per deficit eccessivo, potrebbe tradursi nella esclusione dei titoli di stato di quel paese da quel piano, che in Italia è noto come scudo salva BTP anti-spread.

Si tratta del TPI, strumento annunciato da Christine Lagarde, ironia della sorte, lo stesso giorno di quel luglio del 2022 che ha sancito la fine in Italia del governo Draghi.

L’annuncio di quella che è stata vista subito come un’arma spuntata ha sollevato dibattiti sulla sua reale efficacia. Qualcuno ha anche fatto notare subito che quel bazooka non avrebbe potuto essere utilizzato dalla stessa Italia.

Occhio all’avvertimento lanciato neanche tanto tempo fa dall’analista di Scope Ratings Alvise Lennkh-Yunus, che ha fatto accapponare la pelle di chi investe nei BTP:

in uno studio pubblicato all’inizio di dicembre 2023 l’analista ha avvertito che , “considerati i deficit fiscali elevati, la revisione delle regole fiscali Ue (con il nuovo Patto di stabilità e di crescita, poi formulato nella sua ultima versione) potrebbe portare l’Italia a essere uno dei molti stati membri dell’Unione europea a rischiare, nei prossimi anni, una procedura per deficit eccessivo”.

“In quel caso – ha avvertito l’agenzia di rating – i bond italiani potrebbero non presentare più i requisiti necessari per essere acquistati dalla Bce con il programma TPI (Transmission Protection Instrument), strumento chiave concepito per ridurre l’eccessiva volatilità e/o instabilità di mercati finanziari”.

Proprio oggi di questo bazooka che la Bce ha annunciato nell’estate del 2022 ma che non ha mai utilizzato, ha parlato il vicepresidente della Bce Louis de Guindos:

l’argomento è più che attuale, visto che l’Ue ha già indicato che quest’anno sono undici i paesi dell’Unione europea – Francia e Italia incluse – a rischiare di essere colpiti dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo (scenario che è considerato tra l’altro scontato dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti).

Oggi de Guindos ha cercato di rassicurare i mercati, sottolineando che l’avvio eventuale di una procedura di deficit eccessivo verrebbe valutato tenendo in considerazione proprio il TPI e che dunque l’Eurotower cercherebbe di guardare “al di là della procedura di deficit eccessivo che andasse a colpire un paese in particolare”.

Detto questo, al di là del rischio che la Bce decida di infliggere una punizione a chi continua a non far quadrare i conti, l’alert debito, nel rapporto di stabilità finanziaria della Bce, è stato più volte menzionato.

L’Eurotower ha ricordato che la combinazione di “livelli elevati di debiti e di politiche fiscali indulgenti” potrebbe finire con l’innervosire gli investitori, fattore che a sua volta potrebbe tradursi in un “aumento dei costi di finanziamento e avere effetti negativi sulla stabilità finanziaria, anche attraverso l’effetto contagio che colpirebbe i debiti privati e i detentori di debito sovrano”.

Sono passati 15 anni circa dalla crisi dei debiti sovrani che ha rischiato di far saltare l’euro. Ma l’argomento continua a confermarsi più che attuale, con l’Italia e i suoi BTP marchiati ancora dal problema dell’immenso debito pubblico. E il problema è che la fiducia dei mercati nei confronti di questo bazooka TPI rimane tuttora debole.

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