Giorgetti: scontato che Ue raccomandi procedura per deficit eccessivo. Le frasi su Def-debito
Def con nodo debito, ma non solo. Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti è interveuto stamattina in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, riconoscendo che è praticamente “scontato” che l’Ue raccomandi una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia.
Il titolare del Tesoro ha parlato anche di Def, ovvero del Documento di economia e finanza a cui il governo Meloni sta lavorando, con l’intento di approvarlo attorno al 10 aprile prossimo, in Consiglio dei Ministri.
Def, Giorgetti: avrà una conformazione più leggera rispetto al passato
Nel corso della sua audizione alle Commissioni riunite di Bilancio di Camera e Senato, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha detto che il Def “a breve verrà presentato al Parlamento”, precisando che, “in base alle istruzioni della Commissione, avrà probabilmente una conformazione leggermente diversa rispetto al passato, sicuramente più leggera”.
Oggetto dell’audizione di Giancarlo Giorgetti è stata la riforma delle procedure di programmazione finanziaria e di bilancio.
Il ministro ha ricordato che il prossimo Def “sarà l’ultimo sottoposto al vostro esame” dal momento che “la prima e la terza sezione (del documento)”, ovvero il Programma di Stabilità e il Programma nazionale di riforma, “saranno rispettivamente assorbiti dal Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio”.
Per quanto riguarda invece la seconda sezione e gli allegati al Def attualmente previsti, ha continuato il ministro, “abbiamo avviato una riflessione sui contenuti ancora necessari e sui documenti nei quali declinarli”.
Giorgetti è tornato sulla spina dei conti pubblici, che continua a rimanere conficcata nel fianco dell’Italia, sottolineando che “per evidenti ragioni di sostenibilità” il livello del debito italiano richiede “la massima ponderazione delle risorse da destinare alle singole politiche pubbliche”, e che in questo contesto si rileva “ormai l’innegabile necessità di misurare e monitorare gli effettivi benefici di ogni singola spesa”.
Ue colpirà l’Italia con procedura deficit eccessivo? Giorgetti: “scontato”
Per quanto riguarda il rischio che l’Italia venga colpita da una procedura per disavanzo eccessivo, Giorgetti ha lasciato intendere che il governo Meloni si è praticamente rassegnato all’alta probabilità di rientrare tra i paesi contro cui Bruxelles agirà in tal senso.
D’altronde, se negli anni precedenti la Commissione europea ha chiuso un occhio nei confronti dell’Italia e di altre economie europee caratterizzate da un elevato deficit, è stato solo per la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita, che è stato sostituito da una nuova versione approvata dai ministri delle finanze Ue lo scorso dicembre, con tanto di nuovi diktat sui livelli di deficit e di debito che l’Italia e gli altri paesi Ue dovranno ora rispettare.
Quel Patto di Stabilità e crescita, va sottolineato, sicuramente non è stato per molti uno dei successi che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni può vantare di aver portato a casa.
Tornando a Giorgetti, il titolare del Tesoro ha dunque puntualizzato che, “essendo terminata a fine 2023 la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita introdotta a seguito della pandemia e prorogata per via della crisi energetica, in base all’indebitamento netto registrato dall’Italia lo scorso anno (7,2% del Pil secondo le prime stime Istat), è scontato che la Commissione europea raccomanderà al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro come di diversi altri Paesi”.
Rumor Def: le nuove stime del governo su Pil, deficit e debito
Per quanto riguarda il nodo Def, alcune indiscrezioni sul contenuto del Documento di Economia e Finanza sono state riportate da Il Sole 24 Ore, così come si legge in una nota a commento dei mercati pubblicata oggi da Equita SIM:
Stando a quanto reso noto dal quotidiano di Confindustria, “sul fronte della crescita, il Governo ha ridimensionato le previsioni per il 2024 e il 2025, portandole ora a +1,0/+1.2% (rispetto al precedente +1,2/+1,4%). Il deficit dovrebbe rimanere sotto al 4,5% del Pil per il 2024 (rispetto al precedente 4,3% e al 7,2% del 2023), mentre nel 2025 è previsto un deficit inferiore al 4%”.
Ancora, “il rapporto debito-PIL, al 137,3% nel 2023 (post revisione dell’Istat), dovrebbe registrare un aumento di circa 0,5-0,8 decimali di Pil a causa dell‘impatto maggiore del Superbonus (nella Nadef di settembre il debito-PIL era atteso al 140,1% nel 2024 dal 140.2% del 2023), che nel periodo 2024-26 dovrebbe pesare per circa €30-40 miliardi all’anno (rispetto ai €24 miliardi previsti fino ad oggi)”.
“Infine – si legge nella nota di Equita – Il Sole accenna alla possibilità di un intervento correttivo subito dopo le elezioni europee di giugno, quando avranno inizio i colloqui con la nuova Commissione Europea riguardo al piano di rientro dal debito previsto dal nuovo Patto di Stabilità”.
La SIM milanese ha commentato le nuove stime, sottolineando che “la limatura delle prospettive di crescita non costituisce un elemento di novità, con le proiezioni che restano leggermente più ottimiste rispetto alle aspettative del mercato”.
Il governo Meloni continua infatti a essere più fiducioso nei confronti della crescita del Pil e nella capacità di tenere sotto controllo i conti pubblici rispetto al consensus.
Quest’ultimo prevede infatti una crescita reale del Pil dell’Italia del +0,6/+1,1% nel biennio 2024/25, a fronte di un rapporto deficit-Pil pari rispettivamente al 4,5 e al 3,9% nello stesso arco temporale.
Così come si legge nel sito della Camera , “il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica nazionale, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall’Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e solidale definiti nella Strategia Europa 2020″.
“Il DEF enuncia, pertanto, le modalità e la tempistica attraverso le quali l’Italia intende conseguire il risanamento strutturale dei conti pubblici e perseguire gli obiettivi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale, energia e sostenibilità ambientale definiti nell’ambito dell’Unione europea”.
I mercati tendono ad attenzionare il documento italiano, per rilevare l’impegno del governo italiano italiano a risanare i conti pubblici disastrati dell’Italia e a varare al contempo nuove decisioni di politica economica tese a dare un assist alla crescita del Pil.
In tal senso, va ricordato che se il primo Def di Meloni dello scorso anno aveva ricevuto il plauso della comunità internazionale degli investitori, in quanto incentrato sulla prudenza, la Nadef successivamente varata dall’esecutivo nell’autunno del 2023 aveva poi riportato sui mercati l’ansia di una Italia pronta a fare più debito e deficit per non scontentare gli elettori.
Era stata proprio quella Nadef di Meloni a spaventare i mercati, infiammando i tassi dei BTP e dunque lo spread BTP-Bund a 10 anni.
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