Notizie Notizie Italia Banco BPM fa carpe diem con rating Moody’s-Bce. Il social bond va a ruba

Banco BPM fa carpe diem con rating Moody’s-Bce. Il social bond va a ruba

23 Novembre 2023 11:24

E dopo Intesa SanPaolo anche Banco BPM, la banca italiana guidata dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna, colloca con successo un bond rivolto agli investitori istituzionali, a conferma di come le banche italiane stiano seguendo il consiglio di qualche analista, che le aveva invitate da un po’ a sfruttare il momento propizio per finanziarsi sul mercato obbligazionario.

L’annuncio di Banco BPM è arrivato nella serata di ieri.

Così come aveva fatto Intesa SanPaolo nel comunicare pochi giorni fa l’ottima risposta degli investitori all’emissione di due bond in dollari, anche Piazza Meda ha fatto riferimento al momento positivo per il collocamento delle obbligazioni, sulla scia dei giudizi che le agenzie di rating hanno snocciolato di recente sul debito pubblico italiano, dunque sui BTP & Co.

Banco BPM colloca social bond a 4 anni. Emissione è “la prima full investment grade”

Nel parlare di successo per la nuova emissione del Social Senior Preferred, con scadenza a quattro anni e per un ammontare pari a 500 milioni di euro”, avendo cura di sottolineare che “l’emissione è la prima full investment grade del gruppo”, Banco BPM ha messo in evidenza che “le recenti promozioni delle principali agenzie di rating a investment grade hanno trovato un’eccellente risposta dagli investitori”.

Promozioni, va precisato, che sono arrivate proprio sulla scia della decisione delle stesse agenzie di rating di confermare lo status quo dei giudizi destinati al debito sovrano italiano (con Moody’s che ha rivisto al rialzo l’outlook).

Per quanto riguarda il giudizio che le agenzie di rating hanno riservato nello specifico alla banca guidata da Giuseppe Castagna, va ricordato che, nelle ultime settimane, DBRS (in data 12 ottobre) ha confermato i rating di Banco BPM (tutti in area investment grade) ed il trend Stabile, citando espressamente il “forte posizionamento sul mercato, il miglioramento della redditività, la solida posizione patrimoniale e di liquidità della banca”.

Nella giornata dell’altro ieri, è arrivato poi il premio di Moody’s che, oltre ai bond di Mps-Monte dei Paschi di Siena, ha migliorato i rating anche di Banco BPM.

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E’ stato lo stesso Banco BPM ad annunciare che l’agenzia di rating Moody’s Investors Service ha rivisto al rialzo le valutazioni, collocandole ora in area investment grade:

  • Il Baseline Credit Assessment (BCA) è stato portato infatti a Baa3 da Ba2, in rialzo di due livelli.
  • Il rating a lungo termine del debito senior unsecured è stato alzato anch’esso di due notch a Baa2 (da Ba1).
  • Promozione anche per il rating sui depositi a lungo termine, in questo caso alzato di 1 notch a Baa1 (da Baa2).

Moody’s ha riconosciuto “i significativi miglioramenti della qualità degli attivi e della redditività (di Banco BPM), insieme alla rafforzata posizione patrimoniale e al solido profilo di liquidità e funding”, indicando un outlook dei rating a lungo termine “stabile”.

Banco BPM ha così rimarcato che, con la mossa di Moody’s, la banca vanta tutti giudizi dalle varie agenzie di rating nella categoria investment grade.

Non per niente, forte delle promozioni, Piazza Meda ha deciso di lanciare l’emissione del bond social senior preferred, che è stata accolta con entusiasmo dalla comunità degli investitori istituzionali.

Bond Banco BPM: ordini oltre 4 volte ammontare emesso. Ecco chi ha fatto shopping

L’emissione del bond Social Senior Preferred, con scadenza a quattro anni per un ammontare pari a 500 milioni di euro, ha incassato ordini che hanno superato quota 2 miliardi di euro, andando oltre “il quadruplo dell’ammontare emesso – si legge nella nota della banca – con la partecipazione di oltre 150 investitori”.

Il collocamento ha praticamente confermato “il sempre maggiore riconoscimento da parte degli investitori nel nome Banco BPM”.

Circa il 90% degli ordini allocati ha avuto una connotazione ESG.

Il bond è stato emesso a un prezzo pari a 99,818%, con cedola fissa pari al 4,625%, e rating atteso di Baa2/BBB-/BBB-/BBB, rispettivamente da parte delle agenzie di rating Moody’s-S&P-Fitch-DBRS).

I proventi derivanti dall’emissione del titolo, ha precisato la banca, “saranno destinati al finanziamento e/o al rifinanziamento di Eligible Social Loans, come definiti nel nuovo Green, Social and Sustainability Bonds Framework della Banca, pubblicato lo scorso 7 novembre”.

Quella del bond social è stata la “prima emissione nell’ambito del nuovo Framework, che porta le emissioni ESG complessive a 4,25 miliardi di euro”.

Banco BPM ha reso noto anche di avere ottenuto sul proprio Framework “una certificazione fornita da Institutional Shareholder Services ESG (ISS ESG) quale soggetto indipendente avente competenza ambientale, sociale e di sostenibilità: Second Party Opinion (SPO)”.

Da chi è stato sottoscritto il bond social senior preferred di Piazza Meda?

La maggior parte delle sottoscrizioni è arrivata da asset manager (76%), mentre la distribuzione geografica ha visto protagonisti soprattutto investitori esteri (tra cui Francia con il 36%, Regno Unito e Irlanda con il 18%, Germania e Austria con il 6%) . L’Italia ha partecipato con il 18%.

Joint Bookrunners sono stati Banca Akros (parte correlata dell’emittente), BofA Securities, HSBC (B&D), Mediobanca, Natixis, NatWest Markets, Santander.

L’appello carpe diem alle banche italiane. Il bond di Intesa SanPaolo

Un chiaro incitamento alle banche italiane a cogliere l’attimo e a lanciarsi nel mercato dei bond era stato lanciato da un articolo pubblicato qualche settimana fa sul sito Global Capital, dal titolo “Italian banks: carpe diem.

Scritto prima che arrivasse il giudizio di Moody’s sul debito pubblico italiano, l’articolo invitava le banche a non rimandare troppo l’emissione di bond, anche in vista dell’ultima riunione del 2023 della Bce di Christine Lagarde del mese di dicembre, il prossimo 14 dicembre:

riunione in cui non è escluso che l’Eurotower, nel confermare i tassi dell’Eurozona ai livelli attuali, decida di iniziare a staccare la spina, anche, al PEPP, QE pandemico con cui sta facendo incetta, ancora, di BTP.

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Se davvero i falchi della Bce decidessero di mettere la parola fine al PEPP prima di quella data di scadenza che, al momento, è stata fissata attorno alla fine del 2024, quel tetto massimo che l’esistenza di questo piano sta mettendo ai tassi dei BTP rischierebbe di saltare.

L’effetto sarebbe il ritorno della pressione rialzista sui tassi, fattore che di per sé costringerebbe le banche italiane a emettere obbligazioni con remunerazioni più elevate.

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Scritto in data 2 novembre 2023, a seguito dell’ultimo annuncio sui tassi fatto dalla Bce lo scorso 26 ottobre – quando la presidente della banca centrale Christine Lagarde & colleghi hanno deciso di lasciare i tassi invariati, per la prima volta dopo ben 10 rialzi consecutivi sfornati durante la lotta incessante contro la fiammata dell’inflazione- l’articolo di Global Capital ha fatto riferimento all’occasione d’oro per le banche italiane (quando ancora si paventava il “junk” di Moody’s che, alla fine, non c’è stato).

“Da quella riunione della Bce – si legge nell’articolo – i tassi dei BTP sono scesi, così come si sono ristretti anche gli spread. E questo dà alle banche l’occasione d’oro di uscire allo scoperto e di raccontare la storia del loro merito creditizio agli investitori”, ovvero di emettere bond.

E di fatto, dopo il pericolo Moody’s scampato, le banche si sono messe all’opera, come dimostra l’emissione di questo bond da parte di Banco BPM e, ancora prima, la mossa di Intesa SanPaolo.

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Lo stesso Alessandro Lolli, Responsabile Direzione Centrale Tesoreria e Finanza di Gruppo di Intesa Sanpaolo, nel commentare gli ottimi risultati dell’emissione dei due bond in dollari aveva fatto riferimento al miglioramento dell’outlook sul rating del debito pubblico dell’Italia da parte dell’agenzia Moody’s, annunciato venerdì scorso, 17 novembre.

“Cogliendo l’opportunità di un mercato ancora molto positivo sebbene ci si avvicini alla fine dell’anno e sostenuti dal miglioramento dell’outlook del rating sovrano da parte di Moody’s pubblicato venerdì 17 novembre, siamo ritornati con successo sul mercato americano perfezionando una transazione di ben 3 miliardi di dollari, a riprova del forte riconoscimento del nome Intesa Sanpaolo presso la platea di investitori americani: la tranche a 10 anni è la più grande in Senior Preferred per questa scadenza mai realizzata da Intesa Sanpaolo“, aveva rimarcato Lolli.