Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (31/10/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (31/10/24)

31 Ottobre 2024 10:05

I dividendi rappresentano una significativa fonte di rendimento per gli investitori che operano sul mercato azionario. Soprattutto in fasi volatili e incerte come quella attuale, con uno scenario in continua evoluzione dal punto di vista geopolitico e della politica monetaria, può risultare difficile stabilire il timing degli investimenti e ottenere un capital gain dall’apprezzamento degli asset. Questo contribuisce ad aumentare l’interesse per aziende in grado di corrispondere cedole costanti, con payout e dividend yield elevati. Ecco quindi le società del Ftse Mib, l’indice più rappresentativo di Piazza Affari, che offrono le migliori opportunità in termini di rendimento da dividendi.

L’importanza dei dividendi nel contesto macroeconomico in evoluzione

Gli ultimi dati macro in Europa stanno delineando un quadro caratterizzato da un’inflazione in rallentamento e da una crescita a singhiozzo. Oggi sono in programma i prezzi al consumo dell’eurozona, da cui è prevista una risalita dell’indice headline e un lieve calo dell’inflazione sottostante. Ieri invece sono stati diffusi i numeri sul Pil, che hanno fornito sorprese positive in Germania e nell’intera zona euro, ma hanno deluso in Italia. In ogni caso, i prossimi dati da qui a dicembre dovrebbero chiarire le idee ai funzionari della Bce, per stabilire se tagliare i tassi di 25 punti base o di mezzo punto percentuale.

Negli Usa, i riflettori sono puntati sui dati di domani relativi al mercato del lavoro. Il rapporto Adp pubblicato ieri ha superato le aspettative, mentre il Pil ha riportato una solida crescita del 2,8%. In uscita oggi anche il Pce core, la misura dell’inflazione preferita dalla Fed. Attualmente, i mercati scommettono su 1-2 riduzioni dei tassi nelle ultime due riunioni dell’anno, cui seguiranno altri tagli l’anno prossimo.

Il previsto allentamento della politica monetaria nelle economie occidentali avrà presumibilmente un effetto negativo sui rendimenti di alcuni asset, come i titoli di Stato, ma dovrebbe anche ridurre i costi di finanziamento e spingere attività rischiose come le azioni, oltre a quelle non remunerative (che non pagano interessi), come l’oro.

Le società con alti dividendi offrono quindi un’opportunità interessante per ottenere una componente di reddito diretta e relativamente stabile. Inoltre, permettono una migliore mitigazione dei rischi in uno scenario volatile e piuttosto incerto, con incognite legate alle elezioni americane, alla Cina e al Medio Oriente.

Cos’è il dividend yield e come si calcola

Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:

(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.

Tuttavia, bisogna presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene in considerazione il rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield è dunque un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante agli azionisti. Attualmente, diverse aziende a Piazza Affari si mettono in luce per gli elevati rendimenti da dividendo. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield (e del prezzo corrente), quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.

In cima alla classifica troviamo ancora Stellantis con un dividend yield del 12,6%. Questo dato, però, è influenzato dal crollo in borsa del titolo e molti analisti prevedono una revisione al ribasso, o addirittura una sospensione, della cedola nel 2025. La società ha appena confermato la guidance 2024 dopo i conti del terzo trimestre.

Di seguito, un gruppo di banche guidato da Banco BPM con un rendimento del 9,2%, davanti a Banca Popolare di Sondrio (8,1%), Intesa Sanpaolo (7,5%) e Mediobanca (7,1%). Alle loro spalle si colloca il colosso dell’oil & gas Eni (6,7%), da sempre apprezzato dai cosiddetti “cassettisti”.

In coda alla classifica troviamo invece Ferrari (0,6%), Interpump (0,8%) e Brunello Cucinelli (1,0%), mentre Nexi, Saipem e Telecom Italia non hanno pagato cedole a valere sull’ultimo esercizio.

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a
Stellantis 12,34 1,5500 12,6% 0,9870 -36,3%
Banco BPM 6,12 0,5600 9,2% 0,6290 12,3%
Bca Pop Sondrio 6,92 0,5600 8,1% 0,5230 -6,6%
Intesa Sanpaolo 3,92 0,2960 7,5% 0,3510 18,6%
Mediobanca (**) 15,09 1,0700 7,1% 1,2210 14,1%
Eni 13,98 0,9400 6,7% 1,0370 10,3%
Snam 4,43 0,2820 6,4% 0,3000 6,4%
Italgas 5,65 0,3520 6,2% 0,3980 13,1%
Poste italiane 12,90 0,8000 6,2% 1,0090 26,1%
Banca Mediolanum 11,34 0,7000 6,2% 0,7750 10,7%
Enel 7,04 0,4300 6,1% 0,4690 9,1%
Azimut 22,77 1,3800 6,1% 1,5130 9,6%
BPER Banca 5,57 0,3000 5,4% 0,6720 124,0%
Generali Assicurazioni 25,43 1,2800 5,0% 1,4760 15,3%
Banca MPS 5,06 0,2500 4,9% 0,7640 205,6%
ERG 21,08 1,0000 4,7% 1,0640 6,4%
FinecoBank 14,79 0,6900 4,7% 0,7340 6,4%
Inwit 10,37 0,4800 4,6% 0,5490 14,4%
A2A 2,12 0,0958 4,5% 0,1000 4,4%
Terna 8,00 0,3396 4,2% 0,3720 9,5%
Tenaris (*) 15,13 0,6000 4,0% 0,7280 21,3%
Hera 3,54 0,1400 4,0% 0,1520 8,6%
Pirelli&C 5,06 0,1980 3,9% 0,2720 37,4%
Unipol Gruppo 11,44 0,3800 3,3% 0,6450 69,7%
UniCredit 40,86 1,0829 2,7% 2,7760 156,3%
Iveco Group 9,44 0,2200 2,3% 0,5590 154,1%
Recordati 52,85 1,2000 2,3% 1,4930 24,4%
Moncler 51,20 1,1500 2,2% 1,1860 3,1%
STMicroelectronics (*) 25,14 0,3600 1,4% 0,3140 -12,8%
Leonardo 21,97 0,2800 1,3% 0,3400 21,4%
Diasorin 100,75 1,1500 1,1% 1,1110 -3,4%
Amplifon 25,66 0,2900 1,1% 0,3670 26,6%
Prysmian 64,84 0,7000 1,1% 0,8730 24,7%
Campari 6,16 0,0650 1,1% 0,0720 10,8%
Brunello Cucinelli 91,80 0,9100 1,0% 1,1100 22,0%
Interpump Group 40,74 0,3200 0,8% 0,3450 7,8%
Ferrari 438,60 2,4430 0,6% 3,0410 24,5%
Nexi 5,68 0,0180
Saipem 2,16 0,0780
Telecom Italia 0,24 0,0010

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2024

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 31 ottobre 2024

Le prossime cedole a Piazza Affari

Da qui alla fine del 2024, tre società del Ftse Mib distribuiranno dividendi: Eni, Mediobanca e STMicroelectronics.

Nello specifico, Eni staccherà il 18 novembre la seconda tranche trimestrale del dividendo da 1 euro deliberato dai Soci.

Lo stesso giorno, è in programma lo stacco di un saldo da 0,56 euro da parte di Mediobanca, che ha già pagato a maggio un acconto di 51 centesimi.

Infine, STM chiuderà il 2024 il 16 dicembre con la terza tranche del dividendo complessivo da 36 centesimi, da pagare in quattro rate trimestrali.

Ecco tutte le altre cedole in pagamento a Piazza Affari nel 2024:

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.