Notizie Notizie Mondo Inflazione eurozona, le stime sui dati in arrivo domani. Pil batte le stime e rassicura la Bce

Inflazione eurozona, le stime sui dati in arrivo domani. Pil batte le stime e rassicura la Bce

30 Ottobre 2024 12:06

Tra oggi e domani, in Europa, sono in calendario diversi indicatori macroeconomici che forniranno un quadro più chiaro sulla crescita e l’inflazione della zona euro. La mattinata si è aperta con i dati sul Pil di Spagna, Germania, Italia e della stessa eurozona, oltre ai prezzi al consumo spagnoli. Nel pomeriggio sono giunti i numeri sull’inflazione tedesca, per concludere domani con i Cpi di Francia, Italia e zona euro. Il tutto verrà esaminato attentamente dalla Bce, in vista della prossima riunione di politica monetaria di dicembre e della decisione sui tassi.

Le stime sull’inflazione dell’eurozona

Il consensus di Bloomberg prevede un’accelerazione dell’inflazione headline all’1,9% a ottobre, rispetto all’1,7% del mese precedente, in linea con quanto anticipato dai funzionari della Bce che hanno anticipato una possibile risalita dei prezzi nella parte finale dell’anno, dovuta anche ad effetti base nella componente dell’energia.

Su base mensile è previsto un aumento dello 0,2%, dopo la flessione registrata a settembre (-0,1%). Il Cpi core, che esclude prezzi energetici e alimentari, è atteso invece in rallentamento dal 2,7% al 2,6%, a conferma della traiettoria discendente dell’inflazione sottostante nel medio termine auspicata dai responsabili di politica monetaria.

I numeri su inflazione Spagna e Germania

Un antipasto dei dati sull’inflazione della zona euro è arrivato già oggi con i numeri spagnoli e tedeschi. I prezzi al consumo in Spagna, su base annua e armonizzata, hanno accelerato lievemente dall’1,7% all’1,8%, pareggiando le stime degli analisti e restando entro il target di crescita del 2% fissato dalla Bce.

In Germania, l’inflazione è risalita dall’1,8% al 2,4%, rispetto al 2,1% del consensus, superando nettamente l’obiettivo dell’istituto di Francoforte.

Per quanto riguarda la situazione tedesca, secondo Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING, “la rigidità dell’inflazione a un livello leggermente troppo alto sembra destinata a continuare, poiché gli effetti base favorevoli dell’energia continueranno a esaurirsi mentre, allo stesso tempo, i salari stanno aumentando”.

Pil eurozona sorprende in positivo, male l’Italia

Nel frattempo, i dati preliminari sul Pil del terzo trimestre hanno fornito parziale sollievo sulla crescita economica dell’eurozona, con un incremento congiunturale dello 0,4%, rispetto allo 0,2% atteso dagli analisti e al +0,2% del secondo trimestre. Sorprese positive da Germania, Francia e Spagna, mentre l’Italia ha deluso le aspettative con un prodotto interno lordo stagnante nei tre mesi.

Nel dettaglio, la locomotiva europea ha schivato l’attesa recessione con un aumento a sorpresa dello 0,2% su base congiunturale. Gli analisti avevano previsto un calo dello 0,1%, anche se la lettura del secondo trimestre è stata rivista a -0,3% dal -0,1% inizialmente rilevato.

In Francia il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti, contro lo 0,3% atteso, grazie anche all’impatto momentaneo delle Olimpiadi. La Spagna ha registrato un incremento dello 0,8% rispetto allo 0,6% stimato.

Delude invece l’Italia, con un Pil stagnante nel periodo luglio-settembre, a fronte del +0,2% del consensus.

Bce divisa su tassi, occhi su dati inflazione e crescita

I dati di oggi e domani saranno attentamente valutati dalla Bce in vista del prossimo meeting del 12 dicembre, nel quale verranno fornite le proiezioni economiche aggiornate del Consiglio direttivo. In calendario domani anche il bollettino economico mensile.

Dopo l’ultimo taglio di ottobre, la divisione tra falchi e colombe si è ampliata. I funzionari più “dovish” hanno sostenuto che il peggioramento delle prospettive economiche può giustificare tagli più consistenti dei tassi di interesse, alimentando le ipotesi di una riduzione dei tassi di 50 punti base nell’ultima riunione del 2024. Viceversa, i membri più “hawkish” invitano alla cautela, sottolineando che la battaglia contro l’inflazione non è ancora vinta e che le numerose incertezze, legate soprattutto alle elezioni americane, il conflitto in Medio Oriente e le politiche fiscali, potrebbero determinare una risalita dei prezzi nei prossimi mesi.

Ricordiamo che l’ultimo taglio è stato decretato soprattutto a causa della performance debole degli indici Pmi, che anche a ottobre continuano a confermare una sostanziale debolezza della regione. I numeri di oggi potrebbero dunque fornire parziali rassicurazioni sul fronte della crescita, ma al tempo stesso preoccupa la risalita dell’inflazione, soprattutto in Germania. Pertanto, lo scenario resta incerto e serviranno più dati alla Bce per decidere le prossime mosse.

Come sottolineato da Bert Colijn, capoeconomista per l’Olanda di ING, “la crescita di fondo rimane lenta, ma non ci sono segnali del deterioramento temuti dalla Bce. Tuttavia, per i trimestri a venire, pensiamo sia giusto aspettarsi un nuovo rallentamento della crescita, poiché le prospettive rimangono deboli”.